

San Marco a Venezia: i Tetrarchi e gli improbabili ladroni
Nella parte di Piazza San Marco che dà sul Bacino viene rappresentata la forza e la potenza di Venezia: a parte le colonne di Marco e Todaro, emergono, nella loro singolarità i pilastri acritani, e nell’angolo della Basilica di San Marco, che internamente racchiude il Tesoro di San Marco c’è una statua in porfido rosso egiziano raffigurante quattro personaggi, due su un angolo e due sull’altro : un elemento della coppia posa la sua mano sulla spalla destra dell’altro, con un gesto di protezione: le figure sono riccamente decorate e ricoperte da un ampio mantello sorretto da una fibbia sulla spalla destra, e recano dei bassi copricapi calati sulla fronte.
La mano sinistra posata sull’elsa della spada: il materiale utilizzato, dedicato in genere alla raffigurazione di dei o di imperatori e loro familiari ed i volti solenni fanno immaginare immediatamente a personaggi imperiali: si tratta dei Tetrarchi.
Tetrarchia, derivante dal greco tettares (quattro) e àrchein (governare) è una forma di governo risalente all’antica Grecia, e consiste nella divisione del territtorio in quattro parti, ognuna retta da un amministratore distinto.
Senza essere riusciti ancora a chiarire il mistero della primitiva provenienza di questa statua, gli studiosi hanno riconosciuto nei quattro personaggi i quattro tetrarchi che nel 293 d.c. governarono l’impero d’Oriente:
Diocleziano (Augusto) controllava le province orientali e l’Egitto ( capitale Nicomedia)
Galerio (Cesare) le province balcaniche ( capitale Sirmio)
Massimiano (Augusto) governava l’Italia e l’Africa Settentrionale (capitale Milano)
Costanzo Cloro era governatore della Spagna, la Gallia e la Britannia (capitale Treviri).
Nell’immagine quindi del blocco di porfido incastonato all’esterno della Basilica di San Marco, ecco che Diocleziano pone la sua mano sulla spalla destra di Galerio, e Massimiano su quella di Costanzo Cloro.
Il complesso è perfettamente integro, a parte il piede e la caviglia sinistra della figura posta all’estrema destra del gruppo, che venne ovviata con l’aggiunta di porfido rosa; nel 1965, a seguito degli scavi condotti da archeologi tedeschi e turchi venne ritrovato, nei pressi dell’antica piazza di Philadelphion a Istambul il piede sinistro andato perduto.
Nelle antiche leggende veneziane invece si narra che quattro ladroni, nottetempo, cercavano di rubare il tesoro di San Marco, ma il Santo, vigile e protettore, cogliendoli sul fatto li fulminò all’istante, proprio nel posto esatto dove cercavano di trafugare i preziosi, e lì rimasero, a perenne monito.
Naturalmente la leggenda è frutto dello spirito disincantato ed ironico dei veneziani, che trovano sempre motivo per sorridere, e per rendere leggera e viva, anche con un tocco di malizia, questa città che è leggera e viva, oltre che ad essere uno scrigno che racchiude opere preziose e memorabili.
Ciao a tutti!
Ho trovato qualche anno fa un racconto di anonimo, tipo leggenda d’ autore, in casa mia, scritto a mano, ed era un racconto che spiegava l’ origine della leggenda dei ladroni.
In sintesi quattro uomini tentavano di rubare il tesoro e un uomo li inseguiva pregando il Cielo che i ladri fossero fermati. Così l’ uomo va a sbattere contro la statua dei tetrarchi, appena arrivata a Venezia ed abbandonata. Così l’ uomo si mise in testa che erano quattro mori e nacque la leggenda.
L’ ho trovata insieme ad altri nove racconti questa novella.
affascinante e bellissimo questo scritto….sei veramente fortunato ad esserne in possesso. Chissà quante altre storie racconta!!!Un saluto affettuoso, Piera