Venezia Nascosta

Giovan Francesco Valier: un’ enigmatica spy story a Venezia

Il 22 settembre 1542, sul patibolo allestito tra le colonne di Marco e Todaro a San Marco, davanti agli occhi dispiaciuti e sbigottiti dell’ambasciatore dei Gonzaga, Benedetto Agnello, venivano giustiziati Giovan Francesco Valier, Agostino Abondio e Niccolò Cavazza, rei di tradimento della Serenissima.

Niccolò Cavazza aveva coperto l’incarico di Segretario del Senato, mentre il fratello, Costantino Cavazza, segretario del Consiglio dei Dieci, venne condannato all’esilio perpetuo. Di Giovan Francesco Valier venne cancellata qualsiasi traccia della sua esistenza
a seguito della “damnatio memorie” a cui erano destinati coloro i quali si erano macchiati di un delitto così terribile.

Ma un lutto colpiva anche la letteratura dell’epoca, poichè Giovan Francesco Valier, uno dei più straordinari e misteriosi personaggi dediti a  tale arte , era un fine letterato, poeta, novellatore. Ma dei suoi scritti non rimane alcuna traccia; rimangono invece le citazioni di Ludovico Ariosto che gli attribuiva la fonte di una delle più belle novelle dell'”Orlando Furioso”.

Pietro Bembo gli inviava le prime stesure dei suoi manoscitti per ottenerne un parere e Baldassarre Castiglione gli affidò la correzione delle bozze del ” Cortegiano (edito poi da Manuzio a Venezia). Sperone Speroni gli assegnò il ruolo di interlocutore nei suoi due importanti dialoghi: ” Dialogo della Retorica” e ” Dialogo della vita attiva e contemplativa”, Claudio Tolomei gli dedicò il famoso Canzoniere sperimentale Versi e regole della Poesia Toscana.

Molto giovane e valente letterato, appunto, Giovan Francesco Valier venne inviato come Ambasciatore presso la corte dei Gonzaga a Mantova: e da qui ebbe inizio la tragedia che lo portò alla vergogna ed alla morte: Nell’ambiente degli ambasciatori presso le varie corti europee si creavano amicizie, maneggi, missioni segrete ed anche episodi di spionaggio.

Nell’ambito degli ambasciatori si possono annoverare letterati famosi, come Macchiavelli per Firenze, Guicciardini per Roma, Baldassarre Castiglio per Urbino e Ermolao Barbaro per Venezia, tutta gente attenta ai particolari e dedita a delicati episodi di spionaggio.

Giovan Francesco Valier fece amicizia con George de Selve, Ambasciatore di Francesco I° di Francia, rivale per quanto riguardava i contatti e la “diplomazia” con i Turchi di Carlo V°, Imperatore . Non si conoscono le motivazioni, ma il Valier, attraverso una sottile rete di spionaggio e di informazioni (di cui facevano parte Agostino Abondio, Niccolò e Costantino Cavazza) riuscì ad informare Francesco I° di Francia delle “commissioni” date dai decemviri veneziani all’ambasciatore Alvise Badoer presso la ” Sublime Porta ” ( la parte del Palazzo di  Istambul  in cui il Gran Visir riceveva e svolgeva le cerimonie di benvenuto agli Ambasciatori) che prevedevano di arrivare alla concessione di due piazze forti della Morea per ottenere la pace a tutti i costi con i Turchi: tutto questo per mantenere l’egemonia dei mercati e dei trasporti nel Mediterraneo.

Così il nome di Valier venne cancellato, le sue opere ( che si possono immaginare sublimi dalle testimonianze di altri grandi letterati)  distrutte per sua volontà secondo un atto da lui firmato ad un notaio pochi giorni prima dell’esecuzione affinchè il cognato alienasse  tutti i suoi scritti, e la sua immagine eliminata secondo la legge della “damnatio memorie”:  ma supremazia ed il bene di Venezia venivano innanzi tutto: Giustizia dura, vera, ma uguale per tutti, anche per chi aveva talenti così particolari ed unici, ma un pò di rimpianto rimane!

 

Giovan Francesco Valier: un’ enigmatica spy story a Veneziaultima modifica: 2010-05-15T17:20:00+02:00da
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