Giu 24, 2010 - Leggende, Luoghi, Misteri    13 Comments

L’isola della Donna Vampiro

la donna vampiro.jpgLinea per ragigiungere l'Isola del Lazzaretto Nuovo.jpgSe chi vuol fare un’esperienza diversa, percorre a piedi la Strada Nuova, ed arriva alle Fondamente Nuove, proprio di fronte al Cimitero Monumentale di S. Michele, qui prendendo la linea 13 del vaporetto, scegliendo come fermata a richiesta  l’Isola del Lazzaretto Nuovo, ecco che può sbarcare in un luogo molto particolare, ricco di verde, di siti archeologici, e luogo misterioso dove il 7 marzo dello scorso anno  venne ritrovato il famoso teschio della “donna vampiro”, quello con la mattonella infissa nella bocca ( a cui ho dedicato un mio post).

Posta all’ingresso della laguna, a nord-est di Venezia, e posta proprio di fronte all’isola di S. Erasmo, nell’antichità ebbe una funzione strategica a controllo delle vie acquee verso l’entroterra.

Isola del Lazzaretto Nuovo.jpgSembra che i primi reperti archeologici risalgano all’età del bronzo, tra il 1200 e il 1000 A.C.
Castello est del Lazzaretto Nuovo.jpg
Isola del Lazzaretto nuovo 1.jpgREcentemente sono state rinvenute varie monete raffiguranto Zeus ed Apollo, collocabili tra il 238 ed il 168 A. C. Il primo documento riferentesi all’isola, denominata Vigna Murada, è un atto notarile.

Nel Medio Evo fu proprietà dei Monaci di San Giorgio Maggiore che vi edificarono una chiesa intitolata a San Bartolomeo.

Nel 1468 l’isola divenne un lazzaretto, denominato nuovo, a differenza di quello già esistente, dove venivano inizialmente ricoverati i contagiati da peste conclamata, mentre in quello nuovo si cercava Hospitaler al Lazzaretto Nuovo.jpgL'isola nel secolo XVI-XVII dall'isolario di Antonio visentini.jpgdi attuare un’opera di prevenzione, e l’efficacia delle misure preventive portò ad avere un successo enorme, visto che l’epidemia si concluse due anni prima che negli  altri paesi europei.

Qui venivano ricoverate le navi e gli equipaggi di quelle navi sospette di portare contagio, perchè provenienti da zone contaminate o che trasportavano merci possibili ricettacoli di virus.

Per questo motivo vennero costruiti parecchi edifici, tra cui il Teson Grando, un enorme edificio, che come scrisse il Sansovino nel 1576 era dotato di 100 stanze, e cento camini alla veneziana, ognuno per ogni stanza, poste a ridosso delle mura di cinta, e costruite pozzxo nel lazzaretto nuovo.jpgTeson Grande.jpgtettoie (teze) per la purificazione delle merci, per cui si usavano fumi di erbe aromatiche, quali ginepro e rosmarino.

priore.jpgL’organizzazione faceva capo ad un priore, dipendente dal Magistero della Sanità, dai guardiani, che scortavano i passeggeri delle navi alle camere, e che prendevano nota (sapevano leggere e scrivere) delle varie operazioni di sbarco.

Le merci invece erano trasportate dai “bastazzi” chiamati così perchè trasportavano i pesi (basti), ed erano facilmente riconoscibili per il loro vestiario: casacca, braghe e camicia di tela ruvida, nei colori azzurro cenere o giallino pallido, e larghe bretelle rosse o bianche incrociate sul petto o sulla schiena.

Per ricordare dove riportare le merci “disinfettate” i bastazzi usavano scrivere sulle pareti del Teson Grando sigle ed annotazioni utilizzando un colore rosso bastazzi_tezon.jpgiscrizioni sul muro del Teson.jpgsul muro del teson altre iscrizioni.jpgbrunastro a base di ossido di ferro.

Quando si verificarono le prime morti per peste in quel lazzaretto, divenne una figura presente e considerata di malaugurio di un “medico della peste” (di cui ho gìà raccontato).
Pestilenza dopo pestilenza l’isola divenne un gran cimitero, ed a testimonianza di ciò si ritrovarono migliaia di reperti archeologici, scheletri, teschi, medagliette, monete, murrine.

medico della peste a Venezia.jpgNella epidemia del 1575 morirono cinquantamila persone, e la maggior fosse nell'isola del Lazzaretto nuovo.jpgCampi didattici estivi al Lazzaretto Nuovo.jpgparte vennero sepolte qui, a circa 60 centimetri di profondità dal piano di calpestio, persone povere, ceto medio ed anche nobili. All’epoca la sepoltura nei cimiteri dietro le reperto 1.jpgchiese o nelle chiese venivano operate soltanto per i Nobili morti di cause naturali e non certo per il terribile morbo.

Tutt’ora, per chi volesse passare una vacanza in un luogo strordinario, partecipando a scavi archeologici è possibile aderire a tali iniziative.

L’isola della Donna Vampiroultima modifica: 2010-06-24T17:23:05+02:00da pierapanizzuti
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13 Commenti

  • Bellissimo blog pieno di interessantissime informazioni! Tra l’altro dovrei fare un viaggio a Venezia tra breve, e questi articoli mi risulteranno davvero utili!

  • Bellissimo blog pieno di interessantissime informazioni! Tra l’altro dovrei fare un viaggio a Venezia tra breve, e questi articoli mi risulteranno davvero utili!

  • sono molto felice che tu apprezzi il mio lavoro e, per conseguenza, la mia passione per la mia città: saluti cordiali e spero di risentirti, Piera

  • L’ARTICOLO E’ PESSIMO. Molte informazioni sono ERRATE, a cominciare dalla surreale leggenda del vampiro che non ha alcuna attestazione storica oltre che autorizzazione da parte degli enti competenti. Sono fra le persone che si occupano della rinascita dell’isola del Lazzaretto Nuovo da quasi trent’anni e mi auguro vivamente che operi al più presto una RETTIFICA, magari dando uno sguardo al sito dell’isola (www.lazzarettonuovo.com)

  • concordo con giorgia, sono stato in isola, un posto meraviglioso, un ecomuseo unico al mondo, e NON è quello che tu racconti. davvero basta andare sul sito, ma pure anche solo sulla bella scheda su wikipedia, per scrivere ciò che è vero.

  • Nel mio post non c’è nulla che possa in qualche modo offendere le persone che lavorano per la valorizzazione di quest’isola, anche se mi sembra che non siano riusciti poi a molto, fino ad ora. Se come dici tu Federico basta andare a leggere la scheda di wichipiedia non mi fiderei molto: nessuno ha parlato di un luogo orribile, anzi, è un luogo da visitare e da vedere, ma la storia è storia, e mi sembra che sia Giorgia che Federico non abbiano assolutamente valutato quanto è stato documentato nella storia e nel tempo. Se volete dare informazioni parziali fatelo, ma non venite a cercare di mettere in dubbio il frutto di studi e ricerche serie: cominciate ad essere seri voi!! per cui, se volete, scrivete i vostri articoli nei vostri spazi, e se avete veramente qualche argomento da confutare fatelo seriamente!!!! tanto vi dovevo

  • Solo per curiosità sono andata a vedere il post segnalato da Giorgia sul Lazzaretto Nuovo, e mi sono accorta non solo della povertà delle informazioni storiche, ma che sia Giorgia che Federico non hanno assolutamente letto il mio articolo: non so se sia per incapacità o altro, ma prima di scrivere certe cose, prima di accusare..dovete essere intellettualmente onesti, cosa che non è stata! forse vi siete fermati al titolo o non so che altro. Io sono una persona profondamente corretta, per cui vi invito a leggere, prima di scrivere, o forse i motivi di queste critiche immotivate e stupide sono altri: posso solo dire che le rettifiche o le scuse le dovete porgere voi..poichè io sono fiera di ciò che scrivo e non ho bisogno di attaccare nessuno pur di mettermi in mostRA. Non ho altro da aggiungere, assolutamente.

  • La ringrazio per aver dato spazio sul suo blog all’isola del Lazzaretto, posto restaurato e riaperto alla cittadinanza grazie al lavoro trentennale di decine di volontari e studiosi. Vorrei pero’ chiederle di non dare peso ad una leggenda non legata alla cultura veneziana e portata avanti senza riscontro storico e scientifico. L’isola dev’esser conosciuta come sito archeologico, spazio museale e punto importante per conoscere e respirare il preziosissimo ambiente lagunare. grazie laura

  • E’ proprio perché ho letto il suo post e perché “la storia è storia” che le critiche sono motivate, mi spiace non intenda accettarne la possibilità. L’isola, grazie al lavoro di volontari, è peraltro diventata un ecomuseo capace di accogliere dodicimila persone l’anno da tutto il mondo. Spiace pure che questo venga ridotto ad un “anche se mi sembra che non siano riusciti poi a molto, fino ad ora”. Ma tant’è.

  • Cara Laura, le mie motivazioni erano proprio queste: dare risalto alle opportunità che grazie ad alcune associazioni si sono evolute per dare risalto a quest’isola. Certo è che il raccontarne la storia non sia stato, come dice Giorgia, una serie di racconti inventati, per cui le mie ricerche, che rivendico come serie ed oculate, abbiano bisogno di essere in qualche modo ritrattate. Il teschio, elemento vero ed interessante, e se ne avete avuto la possibilità o la voglia, ho cercato di riportare nel mio altro post: la donna vampiro, in cui ho cercato di dare una spiegazione storico-scientifica, che per me risulta comunque intessante e da esplorare, era l’elemento più importante per poter raccontare di una storia, di persone che li hanno vissuto, e che nulla aveva a che fare con la realtà odierna. Come ribadisco io ho raccontato la storia vera di quel baluardo contro la peste che è stata quell’isola, e per questo motivo mi sento offesa da critiche che dimostrano che sono state rivolte senza cognizione: che io sappia, comunque, non devo nemmeno giuastificare il mio legittimo scetticismo su ciò che ” a dire di Giorgia” è stato fatto negli ultimi anni. Il fatto di essere “volontari” da giusto merito ma non per questo può attribuire “l’unica verità” a persone che in buona fede e per loro soddisfazione si dedicano ad opere che possano arricchire la cultura: opera sempre e comunque meritoria, ma proprio per questo motivo non le rendono le uniche

  • mi chiedo cosa mai ci sia in questo post di offensivo o riduttivo nei confronti del lavoro svolto dai volontari in tempi recenti. Vengono date informazioni inerenti ad un tema di interesse del blogger e probabilmente dei lettori di tale blog. Non si tratta di promozione turistica, non si tratta di un testo con scopi “istruttivi”. Si evidenzia un lato (uno dei molti) che può rendere interessante l’isola agli occhi di un visitatore o potenziale tale. Dov’è il problema? Le informazioni storiche sembrano precise e frutto di ricerca seria. Sicuramente l’Isola del Lazzaretto Nuovo non è solo questo e nessuno qui dice il contrario… è un’informazione sfiziosa, una curiosità che non sminuisce né il valore del sito, né il lavoro di chi se ne occupa con dedizione… Al contrario, direi, che questo post potrebbe attrarre una parte di pubblico altrimenti disinteressata… io ringrezierei Piera per la sua dedizione alla città. Anzi la ringrazio proprio!

  • Grazie Kiara: come hai potuto notare anche tu io cerco di dare informazioni sui luoghi poco conosciuti dai turisti, ed invece molto interessanti: nel mio post ho cercato di raccontare la storia di quest’isola, niente di più e niente di meno, per cui leggere determinate critiche secondo me senza fondamento, mi ha fatto veramente male, anche perchè sono convinta che se Giorgia avesse letto il mio articolo, non avrebbe potuto trovare nulla di ridire. Grazie ancora Kiara ed un saluto affettuos, ciao, Piera

  • Anch’io vorrei iniziare ringraziandola per l’attenzione rivolta all’isola del Lazzaretto Nuovo, luogo ricco di storia e valorizzato con cura grazie al lavoro di tante persone. Come persona che ha dedicato molti anni a questo tesoro della laguna le vorrei far presente che, come dice Giorgia, alcune imprecisioni sono realmente presenti nella sua descrizione. Tra quei volontari che si occupano dell’isola ci sono anche archeologi, storici, ricercatori dell’Archivio di Stato di Venezia, architetti, naturalisti, geologi e in questi anni sono state svolte ricerche serie e documentate…tant’è che anche lei tra le immagini che ha proposto a lato del suo post ha utilizzato dei disegni (uno rappresentante il priore, uno i bastazzi, l’altro una veduta del lazzaretto) che sono frutto della ricerca e della dedizione proprio di un volontario, un architetto, che si è dedicato moltissimo all’isola del Lazzaretto Nuovo.
    Forse quello che non è stato detto, ma mi prendo tutta la responsabilità nel farlo, è che a chi seriamente ha fatto ricerca storico-archeologica per molti anni in quest’isola, o chi si è dedicato al restauro degli edifici e delle preziose iscrizioni purtroppo dispiace molto che alla fine questa realtà ricca di valore venga banalmente citata come “l’Isola della donna vampiro”.