Venezia Nascosta

L’arte dal 1440 a Venezia ed il popolo “più moderno del mondo” I° parte

Nel 1453 Nicolosia, figlia di Jacopo Bellini sposò Andrea Mantegna, e questo connubio stabilì un legame profondo anche con i due fratelli della sposa, uomini di grandi qualità artistiche, Gentile e Giovanni.

La pittura e la scultura veneziana ebbero in quell’epoca una fioritura legata anche ad altre famiglie di illustri pittori: i Vivarini ( Antonio Bartolomeo ed Alvise) e quella dei Lombardo ( Pietro, Tullio ed Antonio) i quali operavano nell’ambito della scultura e dell’architettura.

La ricchezza dei motivi provenì dal rigoglio artistico diffuso in tutta Italia dalla metà del Quattrocento, e dalla vastità degli interessi artistici per cui Venezia era aperta ad ogni forma d’arte.

La grande pittura non fu quindi prerogativa solo delle chiese, ma entrò sontuosamente ad ornare palazzi, come le singole sale del Palazzo Ducale e la Sala del Maggior Consiglio, ed anche nelle Scuole grandi, per proseguire nelle Scuole piccole ed arrivare infine sugli affreschi dipinti sulle facciate delle case.

Venezia venne inondata dalla  pittura ed espresse la sua vocazione profonda per quest’arte, la più congeniale al carattere della sua gente, all’edonismo raffinato ed alla fantasiosa ricerca di immagini suggestive  che erano insite nel “piacere di vivere” di questo popolo.

” La stessa pace interna ” dice il Barenson ” goduta da molte generazioni accrebbe ai veneziani un desiderio di comodità, di agi, di splendori e di raffinatezze, un’umanità nel sentire che fecero di essi il primo popolo moderno d’Europa”.

Giovanni Bellini (1430-1516) si estrinsecò con una profonda vena di ascetismo medievale  che s’unì all’introspezione e all’intensità umana dei personaggi: questo lo lega in qualche modo alla sensibilità ed alla spiritualità religiosa di San Lorenzo Giustiniani ( a cui dedicherò molto presto un post), primo patriarca di venezia nel 1451, alla ricerca umanistico-platonica di Ermolao Babaro, alla aristocratica corrente del pensiero agostiniano dei monaci del convento di San Giorgio in Alga, che annoverarono nel quattrocento ben due Papi.

La Lunga attività di Giovanni Bellini fu innestata nella vita artistica veneziana del tempo: nato verso il 1430 iniziò la sua attività verso il 1450, epoca in cui il famoso cognato, Andrea Mantegna operava a Padova. L’incontro con il Mantegna lo partò a cercare di amplare i propri orizzonti, e, durante un suo viaggio a Pesaro ebbe modo di conoscere l’arte di Piero della Francesca.

Nel 1475 si incontrò a Venezia con Antonello da Messina che operò un nuovo mondo sulla visione pittorica. Nel 1479 venne chiamato a dipingere in Palazzo Ducale, e divenne quindi pittore Ufficiale di Venezia. Ai primi del cinquecento si accostò da genio alla pittura dell’allievo Giorgione, e ne interpretò il suo nuovo stile.

La pittura, la scultura e le arti veneziane meritano sicuramente molte più illustrazioni e osservazioni: per ora mi soffermo a ripensare a quell’età dell’oro, meravigliosa, ricca di fermenti artistici, di incontri fra pittori, architetti, artisti vari, l’apertura totale e l’accoglienza di una Serenissima all’avanguardia, sempre e comunque!

 

L’arte dal 1440 a Venezia ed il popolo “più moderno del mondo” I° parteultima modifica: 2011-02-22T18:13:00+01:00da
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