Venezia Nascosta

Fusta, scuola e strumento di reinserimento dei galeotti a Venezia

Chi osserva con attenzione i quadri del Canaletto o di altri pittori del 500 che ritraevano il bacino di San Marco può notare la presenza, costante, di una galea. E’ rappresentata con i remi issati e una lunga tela a bande rosse e giallo oro la ricopre in tutta la sua lunghezza.

E l’immagine di una galea tutta particolare che venne ancorata al Bacino di S. Marco, proprio davanti alle colonne di Marco e Todaro nei primi del 1500, e chiamata Galea FUSTA: da frusta, uno strumento che veniva usato sui galeotti che scontavano delle pene nelle carceri veneziane

Una volta scontata la pena ai galeotti, prima di riprendere una vita normale, veniva data l’opportunità di servire la Marina della Serenissima attraverso il loro lavoro di rematori: La Fusta era quindi una “nave scuola”, in cui gli ex prigionieri stessi venivano alloggiati assieme ai rematori mercenari, ma al contrario di questi, non avevano il permesso di scendere a terra.

Una volta al giorno i condannati dovevano svolgere l’attività della voga, e la galea stessa aveva funzione di controllo sulle navi che entravano di giorno e di notte nel bacino di S. Marco.

Dopo aver dato prova di abilità e capacità marinaresca i galeotti diventavano mercenari, e potevano svolgere la loro vita di marinai, ritornando quindi, quando le loro galee, dopo le varie spedizioni fossero attraccate, a svolgere la vita comune degli agli altri veneziani.

Queste erano le strategie della Serenissima, Repubblica forte e severa, a volte perfino crudele, ma che aveva in gran cura la preparazione, l’esperienza e le capacità dei propri uomini, elementi determinanti per il suo sviluppo e la sua potenza nei mari perchè dal mare traeva la vita e la sua ricchezza.

Fusta, scuola e strumento di reinserimento dei galeotti a Veneziaultima modifica: 2012-07-10T14:27:00+02:00da
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