Di queste categorie, oltre appunto che le varie corporazioni , rimane , nel lessico veneziano , un modo di esprimere l’armonica relazione tra i vari mestieri.
Tutt’ora i veneziani, rivolgendosi ad un artigiano o ad un artista lo appellano con un “Maestro!”che è l’espressione vera di chi, discepolo ed apprendista si approccia a chi conoosce molto più di lui , ha esperienza, e sa insegnare, attraverso il suo esempio.
Ancor oggi ci sono , pochi, maestri d’ascia, che sono stato il vanto e la ricchezza della Serenissima, sapendo lavorare il legno per le imbarcazioni,con sapienza e precisione. Mio suocero era maestro d’ascia, e ricordo il rispetto che gli portavano gli altri lavoratori che andarono poi a prestare la propria opera presso la Fincantieri.
Nel galateo veneziano invece i nobili proponevano dei termini per porgersi, gli uomini verso le donne: sciavo! (cioè schiavo) che, curiosamente, in una Repubblica in cui fin dalla fine del 900 d.c. la schiavitù era non solo proibita, ma addirittura qualsiasi nave toccasse il porto veneziano con carico di schiavi, questi venivano immediatamente liberati, per poi essere assunti dalle famiglie nobili che offrivano loro l’abitazione anche per la loro famiglia, ponendo come vanto per ogni ceppo nobiliare la riuscita negli studi di uno almeno dei figli degli ex schiavi, e questo era veramente motivo di vanto, o , accompagnato da unb inchino: Servo suo o Serva Sua!
Ma il termine aveva un significato molto più romantico: schiavo della tua bellezza, schiavo della tua intelligenza, schiavo della tua personalità. Questo era un termine quindi di cortesia che veniva rivolto a persone particolarmente stimate: da sciavo quindi, come tutti sanno il ciao! che ci rivolgiamo continuamente.
C’è chi confonde il termine sciavo con la definizione “schiavone” che determinava i nativi della Dalmazia e cittadini veneziani (famosa è la Riva degli Schiavoni): la differenza è sostanziale_ l’origine dello schiavone dal greco Slavos e dal latino Sciabo, che indicava le popolazioni della Dalmazia, ( Slavi) , che facevano appunto parte della Serenissima.
Parole tipicamente legate alla Repubblica, che sono ancora in uso, tra le calli, nei dialoghi tra giovani e più vecchi, nel rispetto totale delle competenze, delle conoscenze e delle capacità, per cui si può capire la cultura vera, profonda, carica di rispetto e , termine ormai strausato a sproposito: Meritocratica!