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Lug 30, 2009 - Società veneziana    2 Comments

Venezia, faro della libertà e dignità dell’uomo!

Bisanzio 3.jpgBisanzio 1.jpgBisanzio.jpg  Venezia e Bisanzio, Venezia e l’Islam. Legatissima a Bisanzio la Serenissima manteneva scambi commerciali importanti con l’Oriente. Nel suo porto arrivavano e passavano le porpore di Tiro, le stoffe variopinte e pregiate con fregi in oro, le pelli pregiate conciate o grezze assieme all’oro e scintillanti pietre preziose, oltre a minerali come il ferro, lo zinco, il  piombo, e le leghe come l’ottone, oltre alle pietre preziose.jpgpietre preziose 1.jpgpietre preziose 5.jpgspezie costose e pietre preziose 6.jpgpregiate.

pie4tre preziose.jpgpelli grezze.jpgpelle conciata.jpgcommercio di porpore di Tiro.jpgmercanti.jpgIslam.jpgSaraceni.jpgIl legname da costruzione destinato alla cantieristica era particolarmente apprezzato se di provenienza islamica, da qui Bisanzio 4.jpgle Saraceni in Carovana.jpgSaraceni 1.jpgVenezia e l'Islam.jpgrichieste con ottimi acquirenti, come le altre materie porpora di Tiro.jpgSaraceni.jpgtessuti pregiati 2.jpgprime tessuti pregiati.jpgtessuti pregiati 1.jpgche Bisanzio ed i Saraceni  acquistavano in cambio dei loro prodotti lavorati.

Il commercio degli schiavi per gli islamici era veramente un affare sicuro, ma nell’anno 960 d.c. il ventiduesimo doge Pietro IV°  Candiano, con la sua solenne promissione vietò il commercio di schiavi a Venezia, primo Stato al mondo ad abolire questo Doge Pietro IV Candiano.jpgturpe commercio, per cui tutti gli schiavi che arrivavano a Venezia venivano liberati.

Se volevano potevano entrare a far parte della servitù dei Nobili Veneziani. Venivano alloggiati nei Palazzi o nelle casette che venivano costruite vicino alle costruzioni centrali dei ricchi e dei nobili, ed erano commercio degli schiavi.jpgmercanti di schiavi 1.jpgpagati con un salario mensile che doveva servire al Pietro IV Candiano.jpgsostentamento delle loro famiglie.

La famiglia nobile inoltre forniva i pasti due volte al giorno a tutta la servitù, anche quando una buona parte della popolazione veneziana si poteva permettere un solo pasto al giorno.

Inoltre, su richiesta del Nobile, all’interno della famiglia dei servitori veniva scelto un figlio od una figlia a cui si provvedeva a dare un’istruzione in modo che sapesse “leggere e scrivere”.

In questo modo la persona istruita poteva maggiormente rappresentare il Casato di cui era dipendente dando ancor maggior lustro alla famiglia.

commercianti arabi di schiavi.jpgtratta degli schiavi.jpgVenezia insomma a quell’epoca era l’unico Stato democratico al Mondo che ridava la libertà agli essere umani diventati schiavi.

Non a caso ci sono molte famiglie che hanno Moro come cognome che fanno parte integrante della cittadinanza veneziana. In quella lungimirante, democratica e fantastica Repubblica chiunque valesse aveva l’opportunità di esprimere sè stesso, e godere degli stessi diritti di tutti gli altri!

 

L’Isola “Spinalunga” e il Miracolo dell’Acqua

Vigano o canale della Giudecca.jpgIsola della Giudecca spina di pesce.jpgIsola della Giudecca 1.jpgDenominata anticamente Vigano, dal nome dato al  Canale della Giudecca che nei tempi antichi era il naturale proseguimento del fiume Brenta, nei primi secoli della fondazione della città di Venetia, la località venne soprannominata “Spinalunga” per via della forma a spina di pesce.

La denominazione di Giudecca viene attribuita alla parola “Zudegà” o giudicato, quindi a chi aveva subito una sentenza, o alla presenza di ebrei, (giudei). Certo è che nel IX secolo lo stato Veneziano assegnò questa zona a famiglie truffaldine, false, dissidenti e non rispettose delle leggi, e alle famiglie di Nobili rivoltosi, quale soggiorno obbligato, per cui sarebbe ingeneroso ricercare l’etimologia dell’isola nella presenza della comunità Vista della Giudecca.jpggiardini alla giudecca 2.jpgebraica,formata da  persone probe e intente al loro lavoro.

Nel 1300 e nel 1400 lo Stato volle rendere l’isola più decorosa nell’aspetto generale della Città. Furono costruiti imponenti palazzi che si allineavano lungo il Canale della Giudecca. Nel retro dell’isola, di fronte alla laguna si trovavano molti conventi nascosti nel verde.

orto botanico alla Giudecca.jpgAlla fine del 1600 i Conventi ubicati qui erano sette, per la maggior parte andati distrutti, zitelle2-712154.jpgallora circondati da piccoli edifici e da sedi di Accademie di Nobili, Botanici, Filosofiche e Letterarie.

Michelangelo Buonarroti.jpgIsola della Giudecca.jpgL’isola rimase per almeno un secolo luogo di villeggiatura dei  Patrizi Veneziani che vi fecero costruire ville con orti botanici e giardini. La bellezza e la pace del luogo attirarono varie importanti personalità, come Michelangelo Buonarroti forno calce alla Giudecca.jpgche nel 1529, esule dalla sua amata Firenze, soggiornò qui. Nel 1800 si volle dare un ulteriore sviluppo economico con la Mulino Stucky.jpgrealizzaziuone di alcune industrie, come ad esempio il Mulino Stucky, che ora è stato trasformato in zona cementificioo alla Giudecca.jpgresidenziale.

 

 

 

 

IL MIRACOLO DELL’ACQUA

Codicer del Monasteero della Santa Crcoe.jpgMonastero della Santa Croce.jpgChiesa di Santa Croce alla Giudecca.jpgNel 1464, durante una delle epidemie di peste, venne colpito da questo morbo anche il Monastero della Santa Croce, situato nell’isola della Giudecca, al civico 821/a.
Avevano perso la vita quattro monache, e la Badessa, Suor Eugenia Giustiniani non poteva far altro che accompagnare le povere consorelle alla sepoltura.

Un giorno, mentre un’altra monaca stava morendo suonò la campana del portone del convento ed una suora andò ad aprire lo spioncino ed a lei apparve un cavaliere che le chiese la grazia di un bicchiere d’acqua; dopo essersi dissetato il Cavaliere rincuorò la suora raccomandandole  di avere fiducia nella Provvidenza e nella Grazia di Dio, lodando i grandi meriti della Badessa e delle Suorine di quel Monastero.

San Sebastiano.jpgSan SDebastiano il trafitto.jpgPozzo a Venezia.jpgIl Cavaliere rassicurò la monaca che da quel momento in poi nessuna consorella sarebbe più deceduta a causa del terribile morbo; fu allora che la Suora ebe una visione e riconobbe il quel dolcissimo Cavaliere San Sebastiano, il trafitto. La Suora non ebbe nemmeno il tempo di chiamare la Badessa che il Santo era già sparito: la Suora malata si riprese e guarì, ed il pozzo da cui era stata attinta l’acqua per dissetare il Cavaliere venne dichiarato miracoloso!

Festa del Redentore 1.jpgFe4sta del Redentore 5.jpgPozzo a Venezia 1.jpgNei secoli successivi si ebbero diverse guarigioni da diverse malattie con l’acqua miracolosa, ed un secolo dopo, in occasione di un’altra epidemia di Peste, li accanto venne costruita la Chiesa del Redentore, una delle feste più sentite dai Veneziani, e di cui, riparleremo..manca ancora poco!

 

 

 

 

Giu 3, 2009 - Luoghi, Società veneziana    2 Comments

Venezia e gli Assassini nascosti nel buio

Calle degli Assassini.jpgRio Terà dei Assassini.jpgVi sono a Venezia un Rio Terà (rio interrato) ed una Calle denominati ” degli Assassini”. Si trovano a San Marco, non molto distanti da Campo S. Angelo. L’antichissima denominazione è dovuta ai frequenti omicidi che vi si verificavano, specialmente di notte, col favore delle tenebre,

Rio Terà dei Assassini 1.jpgNel 1128 il Maggior Consiglio emise un decreto che vietava l’uso delle “barbe alla greca”, ossia barbe posticce. La gente di malaffare usava infatti travestirsi e mascherare i propri lineamenti.

La Repubblica di Venezia era preoccupata per la costante frequenza con cui avvenivano agguati e delitti. Per questo motivo nello stesso anno il fanale.jpgGoverno Veneziano ordinò che le calli venissero illuminate da “cesendeli” che erano piccole lanterne cilindriche a telaio in lamina di ferro battuto, con il tettuccio conico.

L’incarico di accendere queste lanterne all’imbrunire di ogni giorno era delegato ai parroci delle varie zone in cui necessitava questo servizio. Nella parte superiore delle mensole che reggevano questi lumi venivano poste delle immagini sacre, nella speranza che alla loro vista i criminali si ravvedessero e non compissero atti feroci.

La Repubblica di Venezia sosteneva le spese delle lanterne e dei lumi. Nel 1450 il Senato ordinò che qualsiasi cittadino che camminasse per la città dopo le tre di notte doveva essere provvisto di un lume.

Le persone più ricche si facevano accompagnare da due servi di cui uno col lume che gli illuminava il cammino e l’altro gli guardava alle spalle.

Codega.jpgQuarantia Criminal a Venezia.jpgquarantia-criminal.pngCon un decreto della Quarantia Criminal (la nostra pubblica sicurezza) fu data la possibilità ad ogni cittadino di girare armato. Nacque così la “Codega” ( dal greco Guida): Erano persone che accompagnavano le persone alla sera ed alla notte illuminando loro la strada: in genere aspettavano in taverne ed osterie, guadagnandosi così di che vivere.

I Nobili invece avevano l’obbligo di farsi accompagnare dalla scorta del proprio Casato. Nel 1732 il Senato decretò sulla necessità di illuminare tutta la città tramite “ferali” ( fanali), ed a questo scopo tutti i cittadini che avevano antico fanale.jpgfanale veneziano.jpgFanali veneziani.jpgun reddito erano obbligati a pagare una tassa annuale, secondo il loro ceto.

Mar 13, 2009 - Luoghi, Società veneziana    4 Comments

Ospizi o sale da Concerto a Venezia

imagesCA3PKKX2.jpgCon la denominazione ospizi  sono noti numerosi edifici esistenti a Venezia ed altri invece di cui si ricorda solo l’esistenza; sono complessi edilizi di notevoli dimensioni dall’aspetto anch’essi di istituzione pubbliche per destinazioni varie che mutarono nel tempo, pur rivolgendosi a diverse forme assistenziali.

simbolo Pietà.jpgNon solo la parola Ospizio a Venezia si riferiva a luogo di ricovero e degenza per malattie, ma ebbe un significato di carattere altamente sociale, in quanto questi complessi  rappresentavano luoghi dove gli orfani venivano accolti, soprattutto giovanette bisognose venivano accolte , educate e mantenute dalla spesa pubblica.

imagesCAB34HIJ.jpgCol tempo oltre al carattere assistenziale , tali istituti assunsero  aspetti più nettamente educativi e culturali, specialmente per quanto riguarda l’educazione musicale.

E’ molto difficile immaginare che in edifici seppur grandi, come ad esempio  gli “Incurabili” o i ” Mendicanti”,potessero coesistere  ambienti di degenza per malattie soprattutto infettive, ed educandati  raffinati dove le fanciulle venivano  seguite fino all’età da marito, ambienti dove si tenevano spettacoli o concerti frequentati rio2.jpgdalla miglior società veneziana.

Oltre che allontanare dalle possibili insidie della strada le fanciulle, la pubblica assistenza si occupava anche dei giovani, i quali imagesCAP0QZC0.jpgvenivano avviati ai lavori come garzoni di bottega, arsenalotti, apprendisti, artigiani, fanti o marinai.

L’educazione quindi oltre a tener lontani questi giovani e giovinette dagli adescamenti delle persone poco oneste arricchiva la propria forza lavoro, aiutando così le varie corporazioni ad avere sempre nuovi adepti.

La cura per l’ospitalità e la cura anche dei viaggiatori ebbe inizio fin dai tempi delle crociate, con i frati  ospitalieri..e poi i Cavalieri di Malta.

imagesCAPJDYLT.jpgimagesCA4HCP2E.jpgTra le più antiche istituzioni famoso l’ospizio Orseolo, fondato dal doge Pietro Orseolo  nel 977 a imagesCA4N0Z70.jpgPiazza S. Marco, nel luogo dove attualmente sorge un albergo. Una bellissima documentazione se ne ricava guardando ” La Processione in imagesCA7R17SL.jpgPiazza S. Marco di Gentile Bellini (Gallerie imagesCACY4RGV.jpgdell’Accademia, imagesCAM3OL8S.jpgincufabili Sansovino.jpgVenezia).

imagesCA9VV59T.jpgPoi, in riva degli Schiavoni c’era l’Ospizio Cà di Dio, vicino all’Arsenale,ancora esistente, e diverse volte ricostruito, l’ultima volta nel 1544 su progetto del Sansovino. quindi l’ospedale dei Mendicanti, fondato da religiosi vicino alla Chiesa di SS. Giovanni e Paolo e l’ospizio delle zitelle, dove venivano ospitate solo le ragazze, dette appunto zitelle.

Le finalità educative erano dirette proprio alla musica, per cui questi complessi erano attrezzati con sale idonei a concerti e per questi attrezzate.

Poi c’erano i lazzaretti che erano dislocati nelle isole circostanti, proprio perchè venivano utilizzati durante le epidemie, peste o malattie infettive, compresa la labbra.
Il nome Lazzaretto deriva dal primo ospedale dove veniva curato questo tipo di malattie, S. Maria di Nazareth, chiamato poi nazaretto, quindi lazzaretto.

Comunque Venezia fu sempre molto attenta ad una politica igienico-sanitaria, effettuata tramite un severo controllo degli stranieri, delle navi che attraccavano,mentre l’igiene della città veniva effettuata ripulendo spesso il fondo dei canali i quali, con la loro acqua, ripulivano le case circostanti; c’era poi un severo controllo degli innumerevoli pozzi che portavano acqua nei campi e nelle corti.

imagesCAU61GBY.jpgimagesCACWHD0D.jpgEsisteva il Collegio dei Medici, una sala d’anatomia e un teatro anatomico a S. Giacomo dell’Orio, oltre che una nutrita biblioteca formata da libri riguardanti la medicina e l’anatomia.La scienza a Venezia, la cura della persona e  non solo della malati: una innovazione che fece della serenissima un baluardo della ricerca, della cura e dell’attenzione per le persone e non per le malattie!!

 

 

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