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Nov 26, 2010 - Cucina venexiana    3 Comments

Ricette della tradizione culinaria veneziana Natalizia a Venezia

Ricette  della vigilia

 

caramei con stecco.jpgMi approprio delle parole del grande Elio Zorzi per descrivere la bontà e le dolcissime tradizioni legate alla vigilia di Natale, e poi di Natale, nelle case Veneziane, tradizioni che nascono dal 1300 e cambiano in base alle nuove scoperte dei mercanti della Serenissima, quindi dei nuovi ingredienti e delle nuove opportunità che essi donano ad una cucina saporita, ricca, legata al mare, alla laguna ed alla terra:

” oh delizie della cena della vigilia, come cantarne degnamente i fasti? Chi saprebbe dire saporosamente la bontà dei risotti di cape, o della minestra di risi e verse, le gioie del salmone fresco, le piccanti voluttà dei bovoli col vin bianco , la bisatta grassezza del bisato allesso, arrosto o in umido, la delicatezza dei maestosi brancini e delle sode boseghe di riso e cape.jpgvalle? E la croccante e sensuale carezza del radicio rosso di Treviso e di Castelfranco che si scioglie tra i denti come un fiore candito? E la piccante dolcezza della mostarda, e le attaccaticce squisitezze dei mandorlati, e la spuma delicata della panna montata con i relativi storti, e con i maroni rosti, o con le balote, cioè le castagne allesse con le foglie di alloro?

Ecco, volevo farvi parte di tradizioni culinarie veneziane legate a questo periodo prenatalizio: ricordi di bambina ancora attuali quando nelle bancarelle vedo i caramei col stecco: 2 mandorle sgusciate, 2 nocciole sgusciate, 2 prugne disossate, 1 fico secco, 1 dattero disossato, 1 albicocca, 4 acini d’uva da tavola, zucchero; far sciogliere lo caramei con stecco1.jpgzucchero finche diventa biondo ed intanto si infilzano in uno stecchino la frutta, per poi immergere questi frutti nel caramello, per poi, dopo averli tolti, lasciarli raffraddare su una piastra di marmo: DELIZIOSI !!!!!

Anguilla in umido 1.jpgMa è proprio la tradizionale cena della vigilia che mi riporta il sapore dell’anguilla in umido: piatto delizioso, servito con la classica polentina bianca, tenerella e fumante…da scaldare il cuore:

polenta bianca.jpg! Kg: di anguille di media grandezza,farina q.b., 60 g. di olio extravergine d’oliva, 450 g. di burro, 1 cucchiaio di conserva di pomodoro, 1 spicchio d’aglio, un piccolo trito di prezzemolo, un pà di salvia, mezzo bicchiere di vino bianco, sale e pepe:
Pulire le anguille,passarle nella farina, e porle sul butirro e l’olio caldo per rosolarle a fuoco vivace. Aggiungere quindi l’aglio, il trito di prezzemolo, e dopo un pò le foglie di salvia . Bagnare con il vino e far sfumare, aggiungere l’alloro e la salsa di pomodoro. Far cuocere a fuoco vivo per un’altra decina Anguilla in umido.jpganguilla in umido 3.jpgdi minuti, quindi, quando l’anguilla risulta tenera e cotta, trasferitela nei piatti, sopra un letto di polentina…..

Dopo l’avvento dello stoccafisso a Venezia ( baccalà in Veneto) ecco che allora alla cena della vigilia si aggiunge il baccalà mantecato:

per 12 persone: 1 Kg. di stoccafisso secco, 2-3 spicchi d’aglio, olo d’oliva extravergine, un trito di prezzemolo fresco, sale e pepe:

Baccalà Mantecato.jpgLo stoccafisso va battuto fino a che diventa morbido, quindi si mette a bagno per circa 48 ore, avendo l’accortezza di Baccalà Mantecvato 1.jpgcambiare molto spesso l’acqua. Metterlo in una pentola con acqua fredda e portarlo a bollore, per circa 45 minuti.
Quando sarà raffreddato metterlo in una ciotola alta, togliere la pelle e le spine, quindi cominciare a pestarlo con un cucchiaio di legno dal manico lungo, versando filo a filo l’olio extravergine, fintanto che ne assorbe. Mano a mano il basccalà diverrà una crema bianca, morbido..a questo punto salare, pepare, aggiungere l’aglio ed il prezzemolo. continuando a mescolare….servirlo poi con la polentina morbida, bianca e tenera.

baccalà fritto.jpgIl baccalà comunque a Venezia si mangia anche in umido o fritto ( questo specialmente nei bacari, una vera delizia!!!)

A Conclusione un dolce che non è Natalizio, ma è tipicamente veneziano: Il Cialdone alla veneziana:

30 g. di zucchero, 300 g. di farina, 30 g. di burro, mezzo bicchiere di panna e latte, sale. 1 tazza di caffè o un cucchiaio di cioccolato o 1 cucchiaino di cannella:

amalgamare lo zucchero la farina ed il burro precedentemente ammollato, la panna ed il latte ottendendo una pastella densa e fluida a cui si aggiunge il pizzico di sale. Si rimesta con cura e si posa una quantità nei ferri per cialde . baccalà in umido.jpgAppena tolti i cialdoni possono essere piegati come fazzoletti e posati su di un vassoio.

 

 

A domani per il pranzo natalizio ed i dolci, fantastici!!!!

 

 

Giu 13, 2009 - Cucina venexiana    4 Comments

Venezia: Naufragio goloso

fegatyo alla veneziana 1.jpgpolenta bianca.jpgGli scambi commerciali di Venezia hanno dato alla cucina veneziana un’impronta completamente nuova; spezie, sapori agrodolci, il contatto con il mais, denominato “granturco”.

Le pietanze più famose, nella cucina veneziana, sono legate a scoperte, momenti diversi, opportunità, volontà, visti i lunghi periodi passati in navigazione e la necessità di conservare al meglio le derrate che venivano portate nelle navi per sopperire ai bisogni alimentari dei membri dell’equipaggio.

Baccalà mantecato con pilenta.jpgNel 1700 si ebbe l’apice dello splendore della cucina veneziana, una sorta di cultura molto particolare che si Baccalà da mantecare.jpgBaccalà Mantecato 1.jpgriflette ancor oggi sulla vita dei suoi abitanti che in certi ambienti riescono ancora a polenta biuanca.jpgfar rivivere antichi fasti ,. così per la cucina che nelle mense dei ricchi conserva una spettacolarità ed un’opulenza di altri tempi.

Ed ecco che il granturco, macinato e diventato farina da polenta, diventa un indispensabile
elemento della cucina veneziana: ecco a voi la polenta!!

polenta er osei 1.jpgpole4nta e osei.jpgEd è l’accompagnamento principe degli “osei” e del ” baccalà mantecato”, delizia dei palati dei veneziani, ma anche di qualche turista che voglia assaggiare questa deliziosa pietanza.

polenta gialla.jpgfegato alal veneziana.jpgE questa pietanza nei banchetti fa parte dei “piatti di mezzo”, con cui condivide il gradimento rispetto al “fegato alla veneziana” piatto eseguito con cipolla, fegato, e che è diventato un classico della cucina tradizionale italiana.

Il baccalà ( stoccafisso ma chiamato così dai veneziani) raggiunge a Venezia vette di perfezione, visto che è arrivato in iSOLE Lofoten.jpgquesta città del tutto inaspettatamente: dal naufragio di una nave veneziana agli ordini di Pietro Querini che avvenne Isole Lofoten 1.jpgnel 1432 sull’isola di Rost, a sud delle isole Lofote in Norvegia.

Qui, l’equipaggio superstite trovò un villaggio di persone tranquille, libere, che vivevano nude e senza problemi. Videro come venivano conservati i merluzzi, cioè essiccati al sole, all’aria, e provarono questi pesci. La scoperta fu sensazionale.

Merluzzi.jpgStoccafiusso delle Lofoten.jpgArcipelago Lofoten.jpgDal loro ritorno in patria si cercarono i sistemi più giusti per cuocere questa specialità:
Soprannominato “bertagnin” lo stoccafisso trovò a Venezia la giusta ricetta per essere consumato: il baccalà mantecato.

baccaloà mantecatop 1.jpgBaccalà Mantecato.jpgPrepararlo è una faccenda lunga: dopo essere stato scottato in acqua bollente, spellato e diliscato , il merluzzo viene sminuzzato  in scaglie che vanno sbattute con un mestolo di legno, aggiungendo via, via olio d’oliva a filo: ed ecco montare la spuma di baccalà, bianca e delicata, che diventa sempre più morbida e saporita; naturalmente accompagnata da aglio e da prezzemolo: la crema che ne nasce è fantastica: saporita, giustamente pepata ; il suo accompagnamento naturale è la polenta, che a Venezia è quella bianca, più sottile e delicata, da servire tenera, quasi cremosa:  e qui si raggiunge la perfezione.”!

Ma anche il pesce della laguna diventa una specialità saporita, fantastica, giusta da assaporare quando si viene a Venezia: ad esempio il brodeto è una delle specialità veneziane, fatto con diversi tipi di pesce, ma sempre delicato e delizioso.

Moeche 4.jpgUna delle preferenze dei veneziani è la “moleca”, cioè il granchio in periodo di muta, che fritto, è una vera delizia, poi c’è il sapore delicato delle “grancevole”, ma la vetta più alta si tocca con il “saor”. Il popolo lagunare ha inventato Moeche.jpgMoeche 1.jpgMoeche e schie.jpgMoeche fritte.jpgquesta salsa più che altro per conservare il pesce durante i lunghi viaggi in mare: le sardine vengono pulite e fritte, quindi si prepara il “saor” con le cipolle stufate, aceto, pinoli, uvetta fatta rinvenire nel vino, e predisposta in strati: sarde, salsa, sarde, ecc.

fegatyo alla veneziana 1.jpgSarde in saor.jpgsaor.jpgPer quanto riguarda la carne è famoso il fegato alla veneziana: 500 grammi di fegato di vitella tagliato a listerelle, cinquecento grammi di cipolle affettate sottili, olio d’oliva, vino bianco una noce di burro , brodo di carne, sale e pepe: per la preparazione si fa stufare la cipolla nel burro e nell’olio, si unisce il fegato e listerelle, si unisce il vino che viene fatto evaporare, sale e pepe, e poi cinque minuti (non di piu).

Questa volta è la polenta gialla che accompagna il piatto, una polentina gentile, molto tenera.

baixcoli 3.jpgbaicoli 2.jpggolosessi.jpgSe volete anche il dolce, ecco qui i baicoli, i “golosessi” ( spiedini di fichi ed albicocche, albicocche seccate e noci caramellate) e tutta la pasticceria di derivazione austriaca, oltre a focacce e cotognate.

Cosa desiderare di più?