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Feb 27, 2013 - Arte, Mestieri    1 Comment

Orefici e il Gran Mogol a Venezia

gioielli.jpgbottega dell'orefice.jpgoro a venezia.jpgUna delle arti più raffinate, conosciute ed apprezzate in tutta Europa era quella degli Oresi (orefici), Zogielieri (gioiellieri) e diamanteri, e riuniva artigiani orefici, gioiellieri e tagliatori di diamanti.

Il 27 settembre 1382 venne istituita la Mariegola,di cui la copia più antica si trova ora presso il Museo Correr a Venezia ed il Capitolo stabilì che la festa patronale, dedicata a S. Antonio Abate si tenesse nella Cappella della Misericordia nella chiesa di San Salvador dove venne ricoverata l’arca della Schola che era stata donata dal Prior e sulla quale vennero scolpite le insegne dell’arte.

SANTONIO.jpgoresi e zogielieri.jpgGli oresi veneziani erano noti soprattutto per la tecnica della filigrana, detta “opus veneciarum” od “opus venetum ad filum”, con la quale fabbricavano manini e entrecosei, intrigasi, cioè collane, braccialetti composti da minute bottega_6_p.jpgmaglie d’oro.

Oltre ai monili gli oresi erano specializzati nella produzione di arredi sacri per le chiese, e vasellame, posate, ecc,, oltre che a pugnali e scudi.

taglio a rosa del gran mogol.jpggran mogol 1.jpgNell’arte del diamanter era famosa la tecnica raffinata, copiata ed adattata poi dagli olandesi. E fu un diamanter veneziano, Ortensio Borgisi che tagliò ” a rosa ” il famoso Gran Mogol, gemma scoperta alla metà del 1600.

Assai rinomati erano anche gli oggetti lavorati con la tecnica detta ” dell’Agemina” intarsio su metallo con utilizzo di metallo diverso, e poi smaltati,

albergo degli oresi.jpgNel 1516 fu stabilito che 16 compagni, detti “tocadori” dovessero fare una 1.jpgvisita settimanale presso le botteghe per sottoportico degli oresdi.jpgverificare il titolo dell’oro e dell’argento utilizzati per le produzioni.

San Silvestro a Venezia.jpgchiesa di S. Salvador.jpgNel 1548 la schola si trasferì nella chiesa di San Silvestro, Nel 1601 il doge Marino Grimani concesse che nella chiesa di S. Gacometto  i confratelli potessero costruire una statua dedicata a Sant’Antonio Abate, loro Patrono.

bottega_3_p.jpgNel 1696 ebbe inizio la costruzione dell’albergo della schola in un edificio prospiciente il Campo Rialto Novo, con BIBLIOTE.jpgveneziaoro.jpgl’entrata ancor oggi riconoscibile all’anagrafico 554. Sulla  lunetta in ferro battuto sopra la porta sono visibili le iniziali SO ( Schola Oresi).

 

La Zecca della Repubblica prevedeva ruga degli oresi.jpgscuola degli oresi.jpgsigla degli oresi.jpgper gli oggetti preziosi cinque bolli: quello del Maestro, quello della Bottega, i marchi di controllo dei leone alato in moleca.jpgpubblici ufficiali della stessa Zecca (il tastador e il tocador ) e il punzone di garanzia, ovvero il Sigillo di San Marco con il Leone Marciano con le ali spiegate nella caratteristica posizione, “in moleca”.

 

 

 

 

Mag 22, 2009 - Luoghi, Tradizioni    2 Comments

Venezia e la pesca dell’oro in Canal di Cannaregio

Palazzo Labia.jpgPalazzo Labia a San Geremia.jpgPalazzo Labia esterno.jpgPalazzo Labia, ora sede della Rai del Veneto, a cinque minuti dalla Stazione di Santa Lucia, possiede due facciate: la prima sul Campo S. Geremia (vicino all’omonima chiesa) , e l’altra rivolta verso il Canal di Cannaregio, una delle più importanti vie d’acqua della Repubblica, seconda solo al Canal Grande.

Qui il famoso pittore Giovanbattista Tiepolo dipinse, nel Salone a lui ora dedicato, il celebre ciclo ispirato dalle vicende di Antonio e Cleopatra.

Proprietaria del Palazzo fu una famosa famiglia di origine spagnola, proveniente dalla Catalogna che  arrivò a Venezia nel XVI secolo, stabilendosi definitivamente ed entrando relativamente tardi a far parte delle Palazzo Labia interno.jpgPalazzo Labia interno 3.jpgPalazzo Labia stampa.jpgCanale di Cannaregio 3.jpgfamiglie Patrizie Veneziane, ma,  forse proprio per questo motivo, dimostrandosi una delle esponenti più ricche e sfarzose della nobiltà della Serenissima.

La voce di popolo del 1700 narra che i Signori Labia organizzassero spesso sontuosi banchetti, con molti invitati e  famosi per lo sfarzo e la ricchezza veramente memorabili.
Canal di Cannaregio.jpgEd in questi banchetti apparecchiassero le ricche  tavole con vasellame e posate fatte d’oro fine, stoviglie che alla fine del pasto il padrone  di casa, per divertire gli ospiti cominciava a gettare nel Canal Regio, incitandoli  a fare il medesimo gesto.

Ma alla fine della baldoria, quando tutti gli invitati se ne erano andati, gli stessi proprietari ordinavano ai servitori di gettarsi in acqua per riprenderli almeno in parte .
rete da pesca.jpgposate d'oro.jpgoggetti d'oro 3.jpgvasellame d'oro.jpgoggetti d'oro 2.jpgoggetti d'oro 1.jpgTuttavia alcuni pezzi , gettati in canale dalla famiglia e dagli ospiti invitati a farlo al grido di “le abia o non le abia sarò sempre Labia ” non venivano  recuperati
 perchè i servitori se ne guardavano bene da tuffarsi nelle fredde acque, soprattutto in inverno, ed allora i Labia decisero di escogitare un sistema per lo meno geniale:  Specialmente nel periodo autunnale ed invernale nel Rio Regio di Canal Grande venivano stese delle reti da pesca, con cui una parte degli oggetti preziosi veniva comunque recuperata.