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Ott 18, 2012 - Arte e mistero, Luoghi    Commenti disabilitati su Il mistero della stella di S. Apollonia

Il mistero della stella di S. Apollonia

067_presentazione_01.jpgimagesCATGCJK7.jpgimagesCAL9A0CL.jpgimagesCAL4WDAM.jpgNel 1962 fu rinvenuta tra le fondazioni dell’Abside Maggiore della Basilica di S. Marco una lastra di pietra scolpita.

Immediatamente fu evidente a tutti l’importanza del ritrovamento. La lastra comunque venne portata nel lapidario del Chiostro di S. Apollonia a Castello, sede del museo diocesano d’arte sacra.

Solo recentemente, nel 2004, lo studioso inglese Andrew Chugg, a conclusione di un lavoro interessante e documentato sulla tomba di Alessandro Magno che è andata perduta in Macedonia, ha imagesCA5TWBFG.jpgimagesCAPOC9M0.jpgimagesCAW9JY1G.jpgproposto la tesi secondo cui la lastra di S. Apollonia sarebbe la prova simbolica e materiale che nella Basilica di S. Marco riposino assieme le spoglie dell’Evangelista e quelle del condottiero macedone.

La lastra sarebbe una parte del coperchio della tomba perduta, trasportata ad Alessandria nel IX secolo insieme al suo contenuto, in occasione del trafugamento del corpo di S. Marco, per poi essere trasferita con le spoglie dell’evangelista alla Basilica.

stele con inscrizioni riguardanti la casata Argheade.jpgstella argheade.jpgStella e casata argheade.jpgimagesCAI17LYR.jpgimagesCA4PQ44W.jpgIn effetti sulla pietra è scolpita la stella argeade, emblema della casata di Alessandro il Grande .thumb_src_santa_apollonia.jpgimagesCAFKKUEP.jpgNaturalmente sono tutti studi ed ipotesi, a cui si aggiungono un po? alla volta anche esperimenti scientifici, prove e riprove.  Si presume che  il reperto  sia relativo ad Alessandro Magno ,ma se fosse  relativo a qualche altra opera, fa pur sempre parte di un patrimonio archeologico che fa parte integrante di Venezia, imagesCAV9TTTF.jpgancora tutto da capire e da studiare, così come le cripte di San Marco e i loro tesori ancora da inventariare. Ne parleremo presto!

Il Doge bellissimo ed il rinascimento a Venezia

Aldo Manuzio.jpgdalla tipogrqfia.jpgIl vero rinascimento a Venezia è strettamente legato alla reale e grande importanza del libro  quale veicolo 3.jpgcomunitario di cultura, che può essere indicato con la data del 1470, l’anno in cui appaiono le prime tipografie, dopo la lunga evoluzione umanistica precedente.

Ermolao Barbaro.jpgtipografia di Aldo Manuzio.jpgPietro Lombardo.jpgIntorno al 1470 nascono le prime architetture rinascimentali di Mauro Coducci o Codussi. A queste opere sono contemporanei i primi edifici e le sculture di Pietro Lombardo, dopo il soggiorno dell’artista fino al 1467 a Padova.

Intorno al 1471 possiamo segnare l’incontro di Giovanni Bellini con l’opera di Piero della Francesca. Nel 1471 entra a far parte del Maggior Consiglio il più profondo umanista veneziano, Ermolao Barbaro, studioso appassionatissimo della cultura antica sul piano dell’arte e della scienza.

libri antichi.jpgtipografia 1.jpgMauro Coducci.jpgimagesCAZH8V5tipografia Manuzio.jpgVerso il 1470 si avverte anche nelle correnti estetiche più avanzate un enorme interesse  per la scienza, quale rivelatrice  di un mondo poetico che solo la filosofia e la scienza con la loro potenza visionaria sembrano poter dischiudere.

Basti pensare che Luca Pacioli di Borgo San Sepolcro , compaesano ed amico di Piero della Luca Pacioli.jpgFrancesca veniva allora ad insegnare a Venezia matematica, La festa del Rosario di Durer.jpggeometria, astronomia e pubblicava sullo scorcio del 400 ” De divina proportione” sull’armonia del corpo umano  ed i principi di geometria euclidea che sono nell’apertura mentale dei grandi artisti dell’epoca, tra cui è da annoverare anche il Durer ( a cui dedicherò un post) nei suoi due viaggi che fece a Venezia, lasciando uno straordinario quadro ” Festa del Rosario” presso la chiesa di S. Bartolomio, ed in forma quasi ossessiva in Leonardo, sintesi più alta tra scienza ed arte.

Il curioso frate matematico, legato in amicizia con Piero della Francesca, da cui riprese, a detta del Vasari il “libellus corporum Leonardo.jpgregolarum” era amico altresì di Leon Battista Alberti ed infine di Leonardo dal quale modella i disegni dei “poliedri in poliedri in prospettiva.jpgprospettiva”.

Lo stesso sottotitolo della ” De divine proportione” frutto di un apporto scientifico maturatosi tra Leonardo e l’opera di Piero della Francesca è sintesi di un modo di “vedere” tipico tra arte e scienza si parla di “secretissima scientia”per studiosi di filosofia, scultura, architettura, musica ed altre “Mathematice suavissimae”

Piero della Francesca.jpgPetrarca.jpgPepolianan a Venezia.jpgLeon Battista Alberti.jpgGrande propulsore in questa possibilità di vedere e seguire l’evolversi dell’arte e della scienza a Venezia fu Francesco Petrarca, che donò la sua straordinaria biblioteca alla Serenissima, ora Biblioteca Marciana, e che fu grande amico del doge Andrea Dandolo, grande storico per la Cronaca Veneziana, ed il primo doge laureato all’università di Padova,

Andrea Dandolo morì prematuramente, tipografia.jpgAndrea Dandolo.jpgrimpianto dai veneziani che lo avevano soprannominato “doge gentile”per la sua delicatezza d’animo e la sua capacità di venire incontro agli altri, e le sue spoglie, tumulate nella Basilica di San Marco nel sarcofago di De Sanctis che mostra il volto bellissimo e delicato di questo doge…scomparso troppo presto!!!