Venezia, faro della libertà e dignità dell’uomo!
Venezia e Bisanzio, Venezia e l’Islam. Legatissima a Bisanzio la Serenissima manteneva scambi commerciali importanti con l’Oriente. Nel suo porto arrivavano e passavano le porpore di Tiro, le stoffe variopinte e pregiate con fregi in oro, le pelli pregiate conciate o grezze assieme all’oro e scintillanti pietre preziose, oltre a minerali come il ferro, lo zinco, il piombo, e le leghe come l’ottone, oltre alle spezie costose e pregiate.
Il legname da costruzione destinato alla cantieristica era particolarmente apprezzato se di provenienza islamica, da qui le richieste con ottimi acquirenti, come le altre materie prime che Bisanzio ed i Saraceni acquistavano in cambio dei loro prodotti lavorati.
Il commercio degli schiavi per gli islamici era veramente un affare sicuro, ma nell’anno 960 d.c. il ventiduesimo doge Pietro IV° Candiano, con la sua solenne promissione vietò il commercio di schiavi a Venezia, primo Stato al mondo ad abolire questo turpe commercio, per cui tutti gli schiavi che arrivavano a Venezia venivano liberati.
Se volevano potevano entrare a far parte della servitù dei Nobili Veneziani. Venivano alloggiati nei Palazzi o nelle casette che venivano costruite vicino alle costruzioni centrali dei ricchi e dei nobili, ed erano pagati con un salario mensile che doveva servire al sostentamento delle loro famiglie.
La famiglia nobile inoltre forniva i pasti due volte al giorno a tutta la servitù, anche quando una buona parte della popolazione veneziana si poteva permettere un solo pasto al giorno.
Inoltre, su richiesta del Nobile, all’interno della famiglia dei servitori veniva scelto un figlio od una figlia a cui si provvedeva a dare un’istruzione in modo che sapesse “leggere e scrivere”.
In questo modo la persona istruita poteva maggiormente rappresentare il Casato di cui era dipendente dando ancor maggior lustro alla famiglia.
Venezia insomma a quell’epoca era l’unico Stato democratico al Mondo che ridava la libertà agli essere umani diventati schiavi.
Non a caso ci sono molte famiglie che hanno Moro come cognome che fanno parte integrante della cittadinanza veneziana. In quella lungimirante, democratica e fantastica Repubblica chiunque valesse aveva l’opportunità di esprimere sè stesso, e godere degli stessi diritti di tutti gli altri!
i cosidetti Mori giungono in gran parte a Venezia da Bergamo e brescia e dall’isola delba, dove erano giunti dopo la cacciata dalla spagna Moros Moreinos etc..
I cosiddetti mori dei discendenti di quali posso parlare in maniera diretta, furono i discendenti di schiavi liberati e turchi rifugiatisi a Venezia, tra cui, in minor parte quelli che nella Serenissima si rifugiarono per i motivi di cui hai fatto pure tu cenno: ciò non può dare che lustro maggiore alla Repubblica di venezia, aperta agli stranieri, accogliente e faro dela libertà!!!!