Il problema Adriatico fu quindi il primo che la neonata Serenissima si trovava ad affrontare, legata com’era anche a Bisanzio, alla sua cultura, al suo fascino; nei primi secoli l’azione del Governo cercò di rendere sicura la navigazione mediante punti di appoggio contro i focolai di pirati narentani e saraceni, perciò le conquiste territtoriali non furono mai vistose, solo quanto bastava ed era indispensabile ad una strategia di dominio che si affidava soprattutto alla sicurezza delle rotte che portavano ad Oriente.
In questo modo Venezia ebbe la strada aperta per i commerci con la Siria, l’Egitto e l’Africa del Nord, e con banchine oltre che a Costantinopoli nel Corno d’Oro, e fondaci a Gerusalemme, Alessandria, Acri, Beirut, Aleppo, Damasco, il Cairo.
Occupò anche isole del sud, e porti dell’Egeo. Grazie ai mercanti come Marco Polo ed altri,
Lo strumento più usato dalla Repubblica fu quindi la diplomazia, arte delicata a cui Venezia dedicò estrema attenzione e preparazione: allo scopo vennero preparati personaggi particolarmente abili, pronti a studiare le lingue e le abitudini dei luoghi dove darebbero stati inviati per creare un ponte “diplomatico”, e a governare quei veneziani che in quei luoghi si erano trasferiti: si tratta dei Baili, persone di grande
I lavori orafi importati da Damasco, con relativi metalli preziosi, e le lacchi indiane, per l’abbellimento delle ceramiche. Ma il maggior apporto culturale fu quello legato alla filosofia ed alle scienze, tra cui l’algebra, parola araba, come arabi sono i numeri tutt’ora utilizzati, e lo zero, grande scoperta di qualcosa
Questa è stata la ricchezza di Venezia e dei governanti che si sono susseguiti nei secoli, dando lustro, potere e predominio culturale, letterario, filosofico,