La zona da edificare viene dapprima solidificata, piantando dei pali di legno appuntiti (larice o rovere), corti e nodosi, fino a raggiungere uno strato di terreno detto “caranto”, di particolare consistenza. La posizione dei pali viene effettuata secondo un allineamento multiplo, lungo la striscia di terreno sopra la quale si eleveranno i muri.
Questo procedimento è usato quando l’edificio da sostenere è molto pesante, per esempio i campanili o le chiese, come quella della Salute.
Sopra le teste dei pali vengono fissati due strati incrociati tra loro di tavoloni di legno di larice. Sopra questo speciale zatterone viene elevata la fondazione vera e propria, costituita da un muro a plinto, cioè a zoccolo con le pareti leggermente inclinate a strati abbastanza regolari in blocchi di pietra d’Istria. Si raggiunge così il livello del piano terra . Sopra il muro di pietra vengono poste o le colonne o i pilastri o i muri dell’edificio.
Con tale tipo di fondazione soltanto la parte in pietra d’Istria resta a contatto con l’acqua salsa e l’aria, mentre le parti in legno restano conficcate nella melma o nel caranto, subendo col tempo un processo di mineralizzazione che anzichè marcire le rendono più resistenti.
Gli edifici di Venezia e della laguna in genere, costruiti su un fondo di natura così instabile e per di più con strutture di fondazione fatte buona parte in legno, più che appoggiare sul terreno si può dire che vi galleggino. E’ probabile quindi che i primi edifici furono costruiti in legno e con una tecnica assai vicina a quella delle imbarcazioni.