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I fantasmi a Venezia

Delle tradizioni veneziane fanno parte diverse storie che riguardano case maledette o infestate dai fantasmi.

CA’ DARIO

images.jpgUn palazzo legato a vicende tragiche è Cà Dario, splendido edificio sul Canal Grande fatto costruire dal  mercante Giovanni Dario che lo donò alla figlia illegittima Marietta andata sposa a Vincenzo Barbaro, uomo facoltoso, ricchissimo mercante di spezie.

Sul palazzo appare un’iscrizione in base alla quale Giovanni Dario dedicava la costruzione al genio della città, e recita: GENIO URBIS JOHANNES DARIO “, ma che secondo alcuni studiosi nasconderebbe un drammatico anagramma: SUB RUINA INSIDIOSA GENERO, cioè: Chi abiterà questa casa andrà in rovina.

Ed in effetti la lista dei proprietari del palazzo morti di morte violenta e suicidio è sorprendetemente lunga. Ad iniziare da Marietta e Vincenzo Barbaro, che poco dopo essere andati a viverci andarono in rovina, ed in seguito il Barbaro venne ucciso accoltellato, e Marietta finì annegata.

La casa passò per eredità alla famiglia Barbaro nel 1500, e subito dopo l’erede Vincenzo, morì in un agguato a Candia.

Per 150 anni nessuno abitò la casa che venne poi acquistata da un mercante di diamanti orientale, Addol Arbit, che in seguito fallì e morì in miseria.

Nell’800 si suicidarono insieme Rymond Brown, studioso di Venezia, ed il suo coinquilino. Nel 900 , il nuovo proprietario, Charles Brigs, americano, dovette lasciare al più presto l’Italia per motivi morali dell’epoca (era omosessuale) , ed abbandonare il suo amante che si tagliò le vene dei polsi. lasciando scritte che maledivano i veneziani scritte con il sangue su uno specchio.

Negli anni 70 venne ucciso dal suo amante Raul, con un colpo al cranio Filippo Giordano Lanze. Negli anni 80 la casa  fu acquistata da Christopher Lambert, il manager degli Who, gruppo pop, che si suicidò tagliandosi anche lui le vene. L’ultima morte violenta è stata quella di Raoul Gardini, coinvolto nello scandalo di tangentopoli, che si suicidà con un colpo di pistola alla tempia. Ora il palazzo è in possesso di una multinazionale..speriamo che non faccia più vittime.

Venezi34.jpgIL PALAZZO DEL CAMMELLO

In campo dei Mori, vicino alla Madonna dell’Orto, c’è la statua di tre mori, accostata proprio allìangolo della costruzione. La tradizione riconosce questi mori nei fratelli Mastelli, provenienti dalla Morea (Peloponneso). Pare che fossero commercianti in sete e che si fossero trasferiti a Venezia nel 1112, e qui costruirono Palazzo Mastelli, rinominato anche del cammello per via di un bassorilievo raffigurante un cammello, appunto; di fronte al palazzo, su rio della Sensa vi è la casa del Tintoretto.

Ed è qui, in questo palazzo del cammello che nel 1757 si crearono dei fenomeni tipo poltergeist, come il suonare contemporaneo e sempre alla stessa ora dei campanelli interni delle camere. La vicenda continuò per sere e sere, suscitando l’agitazione ed il terrore degli abitanti del palazzo, fino a che non venne chiamato il cappellano di S. Fantin per il dovuto esorcismo.

imagesCAXFUVT2.jpgPALAZZO MOCENIGO

Anche a Palazzo Mocenigo si aggira una presenza oscura e disperata. Giordano Bruno, che si trovava nel 1591 a Francoforte ricevette un insolito invito a Venezia dal nobile Giovanni Mocenigo, che desiderava imparare l’arte della memoria (uno degli elementi per cui il Bruno veniva considerato in odore di eresia dalla chiesa).

In quell’epoca la Repubblica di Venezia era ancora uno stato indipendente. Temendo l’ostilità della chiesa, sia quella riformata che quella cattolica, il Bruno, che desiderava moltissimo rivedere la sua terra di origine, accolse l’invito.

Dopo alcuni mesi il Mocenigo, insoddisfatto dell’insegnamento di Giordano Bruno, anche perchè, molto probabilmente il suo scopo era  imparare anche i primi rudimenti dell’alchimia e un alchimista era costretto ad un giuramento per cui non avrebbero potuto insegnare o dare informazioni ad alcuno (il testo di questo giuramento è conservato proprio a Venezia)denunciò il sacerdote all’Inquisizione veneziana con l’accusa di eresia.imagesCASK71YQ.jpg
 

Il processo si annunciava favorevole ad una assoluzione , ma la congregazione del Sant’Uffizio chiese la sua estradizione a Roma. IL 17 Febbraio 1600 Giordano Bruno venne arso vivo a Roma, per cui la sua anima si aggira , adirata e tradita tra le mura di quel palazzo.imagesCAWFO9NW.jpg

IL CASIN DEGLI SPIRITIimages.jpg

Famoso anche per essere stato il centro di incontri tra pittori ed intellettuali, è famoso soprattutto per i rumori e le strane immagini che appaiono a chi si avvicina o ci entra
.

Si trova proprio di fronte all’isola di S. Michele, il cimitero monumentale di Venezia, ed era l’antico ospedale della Misericordia, dove morirono migliaia di Veneziani appestati. Per molto tempo servì da tappa e da sala autoptica per i morti che venivano trasportati al cimitero.

Il suo nome è comunque legato ad atroci fatti di sangue, rimasti nel tempo irrisolti, come quello , nel 1929, del ritrovamento al suo interno dei corpi di un gruppo di amici, due fratelli, un sacerdote ed un gondoliere, tutti decapitati .

 

Francesco Zorzi e Palazzo Grimani

antico palazzo grimani.jpgarcheologia palazzo grimani.jpgmistero,misteri,francesco zorzi,palazzo grimani,rosacroce,veneziaIl Palazzo Grimani a S. Maria Formosa è un palazzo di Venezia nel sestiere di Castello. Il Palazzo, dimora del doge Antonio Grimani fu ampliato alla metà del 500 dal Patriarca di Aquileia Giovanni Grimani.

Giovanni Grimani.jpgUomo colto ed appassionato collezionista di arte classica e di stemma palazzo grimani.jpgimagesCABCSYFT.jpgarcheologia pare ne abbia personalmente apportato le modifiche.

imagesCAGZ55T7.jpgimagesCAMTSWI2.jpgimagesCAJEQNDY.jpgInteressante è la sala di Psiche affrescata da Francesco Menzocchi, Camillo Mantovano e Francesco Salviati nel 1540 circa.

La maggior parte delle opere della collezione sono state distribuite in vari musei, ad soffitto psiche a palazzo grimani.jpgeccezione di una parte che è raccolta nel Museo Archeologico all’interno delle Procuratie Nuove a Venezia.

imagesCA4XHS59.jpgdonazione.jpgdella collezione.jpgIl Palazzo di S. Maria Formosa, appartenendo ai Grimaldi, nota famiglia di collezionisti ospitò in due epoche, nel 500 e nel 700 una raccolta di antichità greche e romane, di cui resta notizia in alcuni manoscritti conservati ora in Archivio di Stato di Venezia.

La famiglia Grimaldi, una delle più illustri di Venezia annoverava tra i suoi membri più illustri il Doge Antonio, il Cardinale Domenico, i nipoti Vittore, Procuratore di S. Marco, e Giovanni, Patriarca di Aquileia. Tutti grandi collezionisti.

imagesCASTNFS2.jpgstemma 2.jpgDomenico acquistò la Biblioteca di Pico della MIrandola, e lo splendido breviario canto-bruggese oracanto-bruggwese.jpg conservato alla Biblioteca Marciana. Nel 500, come già detto, Giovanni decise di ampliare il palazzo e creò una sorta di Museo a pianta centrale con una luminosa lanterna.

A poca distanza dal monastero di S. Antonio di Castello dove era conservata la grande biblioteca creata da Domenico Grimani, seconda soltanto a quella bessarionea di S. Marco, venne creato il convento  francescano di S. Francesco della Vigna, grazie alla presenza di un altro patrizio Veneziano, Francesco Zorzi, che era divenuto un punto di riferimento europeo per la filosofia ermetica e cabalistica.

Nelle sue opere stampate a Venezia  c’è Pacem ed Harmonia Mundi (1525) e Problemata (1536) si poteva trovare una sintesi originale dei temi dell’armonia e della concordia universale.

ParadisoBosch.jpgimagesCAV2DC7N.jpgimagesCA0VLOLZ.jpgA Lui ci si rivolse per suggerisse all’architetto Jacopo Sansovino le proporzioni ideali  per la costruzione della chiesa di S. Francesco della Vigna, che di seguito divenne importante nel disegno dell’autocelebrazione familiare di Giovanni Grimani.

La vita culturale di  Venezia del 500 e le sue biblioteche, mete di eruditi e studiosi italiani ed Europei traevano i loro studi dall’Aristotelismo, il neoplatonismo, ermetismo e cabala si fondevano fra loro, e grandi maestri come Ficinio, Poliziano, Pico, Erasmo, Grimani e Zorzi entrarono in contatto o attraverso le loro opere , cosa che portò ad uno straordinario sincretismo, specie nella generale reverenza verso autori antichi ed a testi sacri delle religioni.

museo nuovo.jpgOra il museo è stato riaperto, conserva alcune opere, interessanti, non tutte, ma vale la pena di entrare in quelle sale e godere del maginfico palazzo e dei suoi fantastici reperti.

Venezia e le prime fondamenta dell’Alchimia

2196849741_4dbfd24df6.jpgLa figura del mercante a Venezia domina il tessuto sociale della Serenissima, ed ha bisogno di un completamento con il pensiero umanistico, con quest’ultimo che diviene il connettivo tra l’attività del mercante e l’attività del diplomatico per la formazione dell’individuo in quell’ “arte di Stato” che costituisce il più alto raggiungimento della classe dirigente veneziana.

Su questa graduale conquista del pensiero che si attua nel 400 e nel 500, si fonda la scuola umanistica e di retorica pr350px-Venice%2C_Libreria_Marciana.jpgesso la Cancelleria di S. Marco, e la Scuola di Logica, Filosofia naturale e matematica che trova sede presso la chiesa di D. Giovanni Elemosinario a Rialto.

La  venuta del Petrarca a Venezia, nel 1362,  la promessa che egli fece di donare un importante complesso di libri al Governo della Serenissima perchè servissero per una biblioteca pubblica, il contatto insomma con la straordinaria fioritura toscana che per più di un secolo farà leva sul pensiero veneziano, fa in modo che venga costituita la prima biblioteca, appunto, realizzata dal Sansovino, ed ora chiamata Marciana, in piazzetta.

Importanti contributi arrivano a Venezia anche dalla cultura Greca, in occasione del Concilio tra la chiesa latina e greca del decennio 1430 – 1440, ed in seguito all’esodo di esponenti della cultura greco – bizantina sotto la minaccia turca.

Venezia venne chiamata la seconda Bisanzio, anche per via della donazione che nel 1468 il Cardinale Bessarione , nativo di Trebisonda fece di 250px-Santi_Apostoli_-_tomba_Bessarione_2806.jpgtutti i suoi codici per lo più miniati, che si aggiunsero al patrimonio della Biblioteca.

l'uomo di Vitruvio.jpgVerso il 1470 si avvertirono anche i veri, primi interessi per la matematica, geometria e astronomia, tanto che Luca Pacioli pubblicava “De divina proportione” sull’armonia del corpo umano chimagesCA80FQ29.jpge tanto interessò il Da Vinci che dipinse ” L’uomo di Vitruvio”, e nel 1471 entrò a far parte del
Maggior Consiglio il più profondo umanista Veneziano: Ermolao Barbaro, studioso appassionatissimo della cultura antica sul piano dell’arte e della scienza.

E questo interesse legò appunto Leonardo a Piero della Francesca, amico del Pacioli, tanto Barbaro.jpgde divina proportione.jpgde divina proportione di Pacioli.jpgche queste discipline vennero definite “secretissima scentia”, anche per quanto riguarda lo studio della filosofia, scultura, architettura, oltre che della scienza dei numeri che fruttò il trattato ” Mathematice suavissimae.

Storia naturale.jpgPlinio il vecchio.jpgVenne privilegiato anche lo studio della botanica e della medicina, come è possibile documentare attraverso gli incunaboli e nei preziosi manoscritti miniati conservati nella biblioteca Marciana, dove esiste la prima edizione pubblicata nel 1469 da Giovanni da Spira della “Storia Naturale” di Plinio il Vecchio, ed il “Fasciculus Medicinae” del Ketham. Tutti questi apporti di nozioni, questi contatti con l’oriente e lo stesso contatto con gli Ebrei e la loro Kabala portarono un fiorire di interesse per altre scienze ed arti,per allora innovative, come l’alchimia, che si sviluppò con sempre maggior interesse ed apporto di studiosi.

Il Museo dei misteri e dei fantasmi

Accademia.jpg14 -L'uomo di Vitruvio.jpgIl Museo più bello e ricco di arte, suggestioni e misteri è la Galleria dell’Accademia. Antica chiesa, convento e scuola della Carità, costruita nel 1400 venne poi adibita appunto a museo d’arte ed Accademia di belle Arti a partire dal 1817.

Tra il Quattrocento e l’Ottocento, dal punto di vista culturale, Venezia era una delle capitali europee dove pittori, scrittori ed architetti rispondevano al nome di Tiziano, Tintoretto, Veronese, Palladio, Sansovino e Galileo Galilei. La vivacità culturale era alimentata da una notevole libertà di pensiero che faceva sì che molti intellettuali stranieri perseguitati in patria trovassero nella Serenissima una seconda nazione.
 
Non mi dilungo sicuramente sui capolavori che sono contenuti all’Accademia (ci vorrebbe un giorno intero per poter assaporare la bellezze dei dipinti raccolti in queste stanze). Certo è che non molti sanno che Venezia ha l’orgoglio  di conservare nei piani superiori del museo, conservato a temperatura e umidità costante, “L’Uomo di Vitruvio” di Leonardo da Vinci, chiamato così perché il Da Vinci  utilizzò le teorie di Marco Vitruvio Pollione (80 s.c -23 a.c architetto – ingegnere sotto Augusto e Giulio Cesare), per dimostrare la perfezione delle proporzioni del corpo umano che si rifanno al quadrato ed al cerchio. Oggi “L’uomo di Virtruvio” è il simbolo della civiltà moderna.

Altra opera famosa e che affascina coi suoi irrisolti misteri, è “La Tempesta” del Giorgione piccolo quadro che rivela l’adesione del pittore ai Rosacroce, per cui, nel dipingerla, l’artista di Castelfranco utilizzò simbolismi numerici legati alla presenza del maschile e del femminile, degli elementi della natura, aria, acqua fuoco e terra, del regno animale e quello vegetale.15-La tempesta di Giorgione.jpgE’ noto che, ai raggi X, questo quadro abbia rivelato personaggi occulti e forme misteriose sotto la patina di pittura che il pubblico può ammirare. La sua bellezza è indiscussa ed intrigante, e vi consiglio, alla prima gita che farete, di avere il tempo per vederlo e sono sicura, di innamorarvi di quei colori, di questi simbolismi e del paesaggio che ricorda il castello di Castelfranco.

Giorgione.jpgconvito in casa Levi.jpgL’ultimo quadro che vi consiglio è: “Convito in Casa Levi” del Veronese, una tela enorme (5,50x 12,80) che venne ordinato dal clero per la chiesa di S. Giovanni e Paolo, ma che una volta visionato dai committenti venne rifiutato, ed il pittore fu  costretto a cambiare titolo, in quanto nasceva come Ultima cena: effettivamente il pittore aveva dipinto nascoste tra le altre figure blasfeme come una prostituta e un servo che perdeva sangue dal naso, per cui il servo fu cancellato, ma ormai il quadro aveva cambiato titolo.

Luigi XV.jpg17 -Rosalba Carriera.jpgPoi vale la pena fare una capatina nella chiesetta gotica inglobata nel museo (S. Maria delle Grazie), dove si possono trovare diverse reliquie, tra cui un chiodo della croce di Cristo, ed altre reliquie di Santi. Sempre nelle Gallerie dell’Accademia sono conservati diversi dipinti, per lo più ritratti, di Rosalba Carriera (1675/1757) di cui potete vedere un autoritratto. La pittrice che fu accolta ed acclamata presso corti e Palazzi nobiliari essendo anche un’eccellente  violinista e cantante, grande ritrattista come già detto, Luigi XV della corte di Francia fu, bambinetto, una delle prime persone a posare per lei.

Un interessante mistero si cela all’interno del Museo. Secondo molti racconti, di notte girano per i corridoi lunghi e freddi dell’ex convento, diversi fantasmi di frati periti nell’incendio che nel 1600 distrusse l’edificio. Alcuni frati semplicemente leggono, altri camminano, altri ancora soffiano aria fredda sui custodi atterriti.

Se la giornata è bella, appena usciti vi ritroverete uno spettacolo fantastico,…basta salire i gradini in legno del ponte dell’Accademia, e si può avere la più bella visuale dei Canal Grande.

Casanova e i Rosacroce

Giacomo Casanova.jpgimagesCAGSYDHS.jpgGiacomo Casanova nacque a Venezia, in Calle della Commedia (ora Malipiero) dal matrimonio dell’attore Gaetano Giuseppe Giacomo Casanova e la bellissima sedicenne Zanetta, figlia unica di  un calzolaio,Gerolamo Farussi e della moglia Marzia. il 2 Aprile del 1725.  si dice comunque che il vero padre del bambino fosse un nobile che poi si prese cura di lui per molti anni, Michele Grimani.

Il nonno morì subito dopo le nozze della figlia distrutto dal dispiacere di vederla sposata ad un commediante.

Dopo un anno i genitori di Giacomo lo affidarono alle cure della nonna, e partirono per i loro spettacoli in tutta Europa. Nelle sue memorie Casanova racconta di non aver alcuna memoria di sè prima degli otto anni e quattro mesi, quando per la prima volta si sente nato..prima non  esisteva, in qualche modo:Racconta che si trovava addossato ad un angolo della stanza tutto intento a cercar di fermare una abbondante emorragia dal naso, quando la nonna lo fece salire in gondola, ed insieme arrivarono a Murano; qui entrarono in una casupola dove c’èra una vecchia, attorniata da gatti, che prima parlottò con la nonna, si fece consegnare una moneta d’argento e poi lo fece entrare in una grande cassa, raccomandandogli di non fare alcun caso ai rumori che avrebbe sentito ; ed infatti ci furono  strepiti, gemiti, urla, poi la fattucchiera aprì il coperchio della cassa, lo fece scendere, gli fece  mangiare sei confetti di buon sapore, gli massaggiò la nuca con una pomata delicatamente profumata, e lo avvertì che durante la notte sarebbe andata a fargli visita una bellissima signora.

Di tutto questo non avrebbe dovuto fare parola  con nessuno pena la morte. Intanto l’epistassi si era fermata, ed il bambino tornò a casa.

Non si ricordava più delle parole della vecchia quando, durante la notte, venne svegliato da un fruscio, guardò, e gli apparve una bellissima dama che gli sorrideva.

l'alchimia.jpgDa quel giorno Casanova cominciò ad appassionarsi di arti magiche, guarigioni ed alchimia.

imagesCAHEUFBN.jpgStudiò poi a Padova Diritto Pubblico e Diritto Canonico, quindi a Santa Maria della Salute fisica. Tentò prima la carriera ecclesiastica quindi quella militare, ma al ritorno da Costantinopoli abbandonò l’uniforme e fece il suonatore di violino  presso il Teatro San Samuele.

Poi, a ventun anni, incontrò casualmente uno degli uomini più importanti di Venezia, il senatore Matteo Bragadin che uscito da una cena conviviale si contorceva dai dolori nella gondola, probabilmente avvelenato.Casanova Lo soccorse e gli salvò la vita. Da quel momento la sua fama di guaritore si diffuse  a Venezia, e Matteo Bragadin lo adottò, dandogli la possibilità di viaggiare.

Marchesa d'Urfè.jpgAndò quindi a Parigi, e li avvenne l’incontro con una donna straordinaria, la Marchesa d’Urfè.  Conosciuto come guaritore riuscì a guarire la sciatica del marchese La Tour d’Auvergne il quale lo accompagnò a conoscere la marchesa che era sua zia.

imagesCAKOZD5O.jpgSubito  la dama cominciò a parlare di chimica, di alchimia, e gli mostrò la biblioteca che era appartenuta al marito. Il suo autore preferito era Paracelso, Gli fece vedere un manoscitto in cui era contenuta “la grande opera”, cioè formule alchemiche, e glielo donò assieme alla Steganografia dell’Abate Tritemio.Steganografia.gifstegano1.gifimagesCAJJZV21.jpg

Quindi passarono al laboratorio ; gli mostrò una sostanza che teneva sul fuoco da almeno cinque anni: era una polvere di proiezione che doveva servire a mutare in un minuto qualsiasi metallo in oro.

Gli fece vedere l’albero di Diana del famoso Taliamed ( o Maillot) che era una vegetazione artificale formata dalla cristallizzazione dell’argento,e spirito di nitro. Affermò che questo Taliamed  era suo maestro, e nonostante l’eta  non era mai morto, anzi, confermò  ,  lei continuava a ricevere sue lettere, manoscritto della Marchesa d'Urfè.jpgquindi, dopo avergli mostrato un baule pieno di platino, che avrebbe convertito in oro a suo piacere, e sorridendo, gli confessò  di possedere il segreto imagesCAGK7VAX.jpgdella pietra filosofale,

Tornati in biblioteca, la donna trasse da un cofano nero un libro che pose sul tavolo, e Casanova lo aprì e si accorse che era pieno di Pentacoli, qullo di Polifilo (il grande pentacolo di Re Salomone) ed altri.imagesCAD2ZNOM.jpg

alchimista 1.jpgimagesCAC57IEE.jpgCasanova afferma di aver esitato, ma alla fine, proprio dietro l’invito e la sollecitazione della Marchesa, prestò giuramento sull’Ordine dei Rosacroce.

Ecco come e dove egli fu iniziato ai misteri dei Rosacroce, della magia, dell’alchimia, e fu motivo questo di successivi incontri con la marchesa e con il Conte di Saint Germain.                            

 

Apr 30, 2009 - Alchimia, Esoterismo, Personaggi    2 Comments

Il primo alchimista a Venezia

imagesCAZIL914.jpggualdigrande.gifL’alchimista più noto, addirittura leggendario appartenente ai Rosacroce, maestro di Cagliostro ed amico del Conte di Saint Germain, noto come Federico Gualdi, durante il suo soggiorno a Venezia (1650-1682) lasciò il suo segno.

Poliglotta, matematico, astronomo, nel 1662 progettò uno sbarramento mobile nella laguna.

Era considerato come possessore dell’elisir di lunga vita. Raggiunta l’età presunta di 200 o 600 anni, il suo aspetto era quello di un uomo di 40 anni, così come ne testimonierebbe  un ritratto dipinto da Tiziano.

Si attorniava da artisti, studiosi, matematici italiani, francesi e tedeschi, ed una cerchia di discepoli.

imagesCAFZMPNH.jpgIl più noto tra questi Francesco Marin Santinelli, facente parte della corte della regina Maria Cristina di Svezia, che pubblicò con lo pseudonimo di Fra Marcantornio Crossalane Chinese, la lux obnubliterata supte natura rifulgens /1664) tradotta in Francese con il tiolo” La lumiere sostant par soi-meme des tenebres “.

Il modello di questo scritto era la Phylosiophy Hermetic del Gualdi,

Gualdi fu considerato uno dei capi dei Rosacroce  d’oro (ordine fondato di Germania nel 1542) ed in conformità agli statuti dell’ordine si dedicava all’alchimia, alla creazione di spiriti familiari e homuncoli, alla fabbricazione di medicinali ed elisir.

imagesCAX3YE61.jpgimagesCAE4JJY1.jpgimagesCAJATY3Y.jpgimages.jpgimagesCA90TSXA.jpgOggetto d’indagine da parte del Santo Uffizio di Venezia (1676) che comunque non sfociò in un processo, fuggì e ricomparve in imagesCAA9SHUZ.jpgGermania nel 1716.

Gen 12, 2009 - Alchimia, Esoterismo, Personaggi    Commenti disabilitati su Il Conte di Saint Germain

Il Conte di Saint Germain

180px-Count_of_St_Germain.jpgE’ la contessa di Vergy che per prima riconosce il Conte di Saint Germain, e gli parla, a Venezia, essendo lei moglie dell’ambasciatore di Francia presso la Serenissima.Sono passati cinquant’anni dal primo incontro, lei ancora bambina e lui adulto, nel 1758.

D’impatto pensa che sia il figlio, tale e quale al padre,  ma il Conte le risponde che non solo è lui, ma che si ricorda benissimo di quell’incontro e all’occasione rievoca tanti piccoli particolari conosciuti solo da loro due.

La contessa, stupefatta, gli dice; ma dovreste avere almeno 100 anni, al che egli risponde; ciò è possibile visto che sono molto più vecchio di quanto non appaia!

Sembra che la sua nascita avvenne in un paesino vicino ad Asti, nel 1698, frutto di una relazione tra la Regina di Spagna, Marie Anne da Neruburg, vedova,  e l’ Almirante di Castilla.

I suoi genitori poterono provvedere a lui, per cui egli , uomo intelligente ed aperto alla Scienza si creò una vastissima cultura, e venne ricevuto dalle più grandi corti Europee, fino ad essere utilizzato da Luigi XV in una missione diplomatica, in Olanda, missione vanificata dal Duca di Choiseul, ministro degli esteri.

Era un uomo versatile, parlava diverse lingue ; il Barone di Gleichem Charles Henry, nella sua cronaca lo descirve come ” uomo di taglia media, assai robusto, vestito con semplicità magnifica e ricercata “, ed aveva fronte spaziosa, occhi penetranti, statura media e forme aggraziate.

Apparso per la prima volta o “rinato ” ( questo tema della rinascita riguarda anche Antonio Casanova, come vedremo in seguito) nel 43, dove si schiera a fianco di Giacomo II Stuart.

Il suo nome, comunque, Conte di Saint Germain, era un omaggio ai Giacobiti, nobili fedeli agli Stuart, che avevano trovato rifugio nel paese di Saint Germain.imagesCAKR1S11.jpg

380px-Louis_XV_France_by_Louis-Michel_van_Loo_002.jpgE’ nel 1706  che comunque ottiene la sua grande notorietà, quando ad un ricevimento tenutosi alla corte di Luigi XV incontra proprio la Contessa di Vergy, ragazzina ed affascinata da questa persona colta, intrigante ed acculturata.

 

Tutto sembra passato, fino a quando non accade questo incontro, sbalorditivo!

 

 

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