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Mar 14, 2010 - Arte, Chiese, Leggende    4 Comments

Venezia: S. Zaccaria, la Chiesa degli omicidi

S. Magno incisione.jpgS. Magno.jpgNell’829 S. Magno fondò la chiesa di San Zaccaria a Venezia. L’edificio venne costruito nell’isola chiamata Ombriola, al dilà del Canal Botaro, quale ideale prosecuzione della Basilica di San Marco.

chiostro del convento.jpgS. Zaccaria.jpgmoneta di Leone l'Armeno.jpgLeone V l'Armeno.jpgLa nascita del tempio avvenne grazie al dono fatto dal Basileus Leone V l’Armeno che inviò il corpo del Santo, padre del Battista, insieme a consistenti emolumenti per costruire monache di San Zaccaria.jpgChiesa di San Zaccaria del Codussi.jpgaccanto anche un monastero benedettino di clausura femminile, nel quale venivano rinchiuse le figlie femmine della nobiltà veneziana allo scopo di chiesa di San Zaccaria con annesso convento.jpgmonastero benedettino.jpgMonastero di San zaccaria.jpgpreservare intatte le proprietà familiari: Queste monache ebbero fama di condurre una vita libera e licenziose.

Tra la Basilica di San Marco ed il Monastero vi era un orto ( brolo, in veneziano) di proprietà delle monache che ne cedettero una parte per allargare la piazzetta davanti alla Basilica, e da qui sembra nasca la parola italiana imbroglio, in quanto la piazzetta veniva chiamata appunto brolo, e qui si ritrovavano i nobili decaduti, detti Barnabotti, che vendevano i loro voti al Maggior Consiglio, generando quindi imbrogli, accordi, slealtà.

La chiesa venne edificata all’epoca del dogado di Angelo e Giustiniano campanile di s. Zaccaria.jpgAngelo Partecipazio.jpgGiustiniano Partecipazio.jpgPietro Tradonico.jpgPartecipazio, e venne consacrata nell’864: in quella occasione fu assassinato il doge Pietro Tradonico.Venne pugnalato. Egli era il 13° Doge, nativo dellIstria. Non sapeva leggere per cui firmava gli atti che venivano emessi “com signum manu”.In quell’occasione vennero anche tonsurati i dogi deposti nei tempi più antichi, per farne dei frati.

Il 28 Maggio 1172 vi trovò la morte, pugnalato  da Marco Casale, anche il doge Vitale II Michiel, vicino ai Cavalieri Templari, assassinato in seguito alla disastrosa spedizione in Oriente nella guerra contro Bisanzio che aveva portato la peste a Venezia. L’ultimo Doge eletto  con l’Assemblea Generale ( o popolare): la situazione estera era critica: stemma di Vitaler II Michiel.jpgFederico il Barbarossa era sceso per sottomettere i liberi comuni, di cui Venezia faceva parte come possedimento esenzialmente bizantino. Nel 1163 il Patriarca di Grado, Ulrico, fu arrestato ed imprigionato, ma per l’intercessione del Papa Alessandro III, ed a seguito del trattato di Pontida, Ulrico venne rimesso in libertà, e potè finalmente astenersi dal dover versare il tributo (di cui abbiamo già parlato) di fornire 12 grossi maiali, 12 grossi pani ed un toro, per il sostegno dei carcerati e del popolo meno abbiente di Venezia, che veniva “versato” l’ultimo giovedì di Carnevale.

tomba di Michiel.jpgDa qui l’espressione ” giovedì grasso” e del detto popolare ” tagliar la testa al toro”, per definire una questione definitivamente conclusa.

Il Corpo di San Zaccaria riposa nella misteriosa ed affascinante cripta, che ha resistito ad un cripta 2 di S. Zaccaria.jpgcripta di San Zaccaria.jpgfurioso incendio che scala del convento.jpgcripta di San Zaccaria-altra immagine.jpguccise più di cento monache. Nel 1515 la Chiesa assunse l’aspetto che ha ora, la facciata completamente rifatta dal Codussi, mentre il Campanile, risalente all’XI secolo è rimasto il medesimo.

Dal 1200 e fino a che la Repubblica di Venezia è esistita i Dogi ogni anno, prima il 19 settembre, poi il giorno di Pasqua, andavano con tutta la Signoria in processione al ricchissimo convento delle monache, dove venivano ricevuti ed accompagnati all’altare maggiore per assistere alla messa officiata dal Patriarca.

santi e angeli musicanti.jpgcripta1.jpgchiesa di San Zaccaria, interno.jpgchiesa di San Zaccaria.jpgL’avvenimento era importante perchè in questo modo il dogado dimostrava riconoscenza per il dono ricevuto ( parte del brolo), ma nel contempo l’importante occasione diventava un’opportunità di confronto per le diverse fazioni dei Consiglieri.

Dopo la messa la madre badessa donava al Doge una cuffia bianca, confezionata appunto dalle monache, da mettere sotto il corno dogale.

visita del Doge a San Zaccaria.jpgSan Zaccaria fu il Pantheon del Medioevo veneziano: qui riposano otto antichi dogi, i primi della Repubblica.

 

 

Giu 3, 2009 - Luoghi, Società veneziana    2 Comments

Venezia e gli Assassini nascosti nel buio

Calle degli Assassini.jpgRio Terà dei Assassini.jpgVi sono a Venezia un Rio Terà (rio interrato) ed una Calle denominati ” degli Assassini”. Si trovano a San Marco, non molto distanti da Campo S. Angelo. L’antichissima denominazione è dovuta ai frequenti omicidi che vi si verificavano, specialmente di notte, col favore delle tenebre,

Rio Terà dei Assassini 1.jpgNel 1128 il Maggior Consiglio emise un decreto che vietava l’uso delle “barbe alla greca”, ossia barbe posticce. La gente di malaffare usava infatti travestirsi e mascherare i propri lineamenti.

La Repubblica di Venezia era preoccupata per la costante frequenza con cui avvenivano agguati e delitti. Per questo motivo nello stesso anno il fanale.jpgGoverno Veneziano ordinò che le calli venissero illuminate da “cesendeli” che erano piccole lanterne cilindriche a telaio in lamina di ferro battuto, con il tettuccio conico.

L’incarico di accendere queste lanterne all’imbrunire di ogni giorno era delegato ai parroci delle varie zone in cui necessitava questo servizio. Nella parte superiore delle mensole che reggevano questi lumi venivano poste delle immagini sacre, nella speranza che alla loro vista i criminali si ravvedessero e non compissero atti feroci.

La Repubblica di Venezia sosteneva le spese delle lanterne e dei lumi. Nel 1450 il Senato ordinò che qualsiasi cittadino che camminasse per la città dopo le tre di notte doveva essere provvisto di un lume.

Le persone più ricche si facevano accompagnare da due servi di cui uno col lume che gli illuminava il cammino e l’altro gli guardava alle spalle.

Codega.jpgQuarantia Criminal a Venezia.jpgquarantia-criminal.pngCon un decreto della Quarantia Criminal (la nostra pubblica sicurezza) fu data la possibilità ad ogni cittadino di girare armato. Nacque così la “Codega” ( dal greco Guida): Erano persone che accompagnavano le persone alla sera ed alla notte illuminando loro la strada: in genere aspettavano in taverne ed osterie, guadagnandosi così di che vivere.

I Nobili invece avevano l’obbligo di farsi accompagnare dalla scorta del proprio Casato. Nel 1732 il Senato decretò sulla necessità di illuminare tutta la città tramite “ferali” ( fanali), ed a questo scopo tutti i cittadini che avevano antico fanale.jpgfanale veneziano.jpgFanali veneziani.jpgun reddito erano obbligati a pagare una tassa annuale, secondo il loro ceto.