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Lug 21, 2011 - Personaggi    10 Comments

Il “maestro di Casanova”

imagesCA54WSVU.jpgimagesCAN3AIF7.jpg Siamo in zona Rio Terà dele Carampane(vecchie megere a Venezia), e qui, girando il rio Terà in zona S. Polo, ecco che ci troviamo davanti ad un ponte chiamato “il ponte delle Tette”.
Era la zona a luci rosse di Venezia, dove le meretrici mostravano la propria mercanzia per risvegliare, in qualche modo, gli animi sopiti dei Veneziani.

Sembra infatti che sia il Doge che il Patriarca spingessero queste “professioniste” affinchè mostrassero quanto più possibile del proprio corpo, perchè si potesse appurare che non si svolgevano pratiche contro natura.

imagesCAGJF8UZ.jpgimagesCAZ3X1VN.jpgL’omosessualità a Venezia era considerato un reato da pena capitale, per cui parecchi furono impiccati fra le due colonne a San Marco,e se non bastasse, le loro spoglie furono bruciate fine ad essere ridotte in cenere.

Di sicuro questi problemi non li aveva Giorgio Baffo, lo straordinario poeta libertino (1694-1768), che scrisse molte poesie in dialetto veneziano, ma queste furono raccolte  e pubblicate dopo la sua morte ( La poesia di Giorgio Baffo, patrizio veneto , 1771). 

Giorgio_Baffo.jpgIn realtà erano conosciutissime e declamate pubblicamente in tutti i caffè. Leggerle oggi ci da una misura della decadenza di Venezia nel 700, come nessuna pittura o altra opera (Fuga-Vianello).

Casanova lo citò ripetutamente nelle sue memorie, come” grande amico di mio  padre , grande genio superiore, poeta scandaloso ma unico nel suo genere, promosse di mandarmi a Padova  in pensione, ed è quindi a lui che devo la fortuna della mia vita”.
Genio sublime, poeta nel più lubrico dei generi, ma grande ed unico.

Palazzo Bellavite Baffo.jpgGiorgio Baffo fu membro della Quarantia, la Corte Suprema di Giustizia di Venezia, e viene ricordato come uno che “parlando come una vergine, scriveva come un satiro”; scrisse però anche contro la corruzione nella sua città, e soprattutto nel Clero. Viveva nel Palazzo Bellavite Baffo in Campo S. Maurizio a S. Marco, ed una targa sulla facciata lo ricorda a tutti coloro che passano davanti.

Poesie di Giorgio Baffo.jpgRimase sconosciuto in Italia e si deve al poeta critico Apollinaire la sua riscoperta, nel 1911, quando pubblicò una raccolta di poesie tradotte in francese.Apollinaire di lui scrisse: Questo celebre sifilitico soprannominato l’osceno, lo potremmo considerare il Poesie di Giorgio Baffo 1.jpgpiù grande poeta priapeo mai esistito, ma, al contempo, uno dei massimi poeti lirici.

 

 

imagesCAPUG93H.jpgNella sua casa ospitò anche Alessandro Manzoni.

imagesCA4F1KHJ.jpgGiorgio Baffo amava vantare tra le sue acendenze Cecilia Venier Baffo, più nota come Nur – Banu o Nurbanu (1525 – Istambul 1581) che fu moglie di Selim o Solimano il magnifico, e madre del sultano Murad III.

Essa viene presentata come nobildonna veneziana Cecilia Venier Baffo, nata a Paros, nipote del Doge Sebastiano Venier.

Cecilia sarebbe stata venduta dal padre e dal Doge dei Venezia nel 1537, per contrastare 8489569827.jpgl’ascesa nell’harem di Hurreim, la favorita del sultano.

Entrò nell’harem del Topkapi col nome di Nur – Banu (principessa della luce), e divenne in seguito la favorita del sultano, al quale diede quattordici figli, tra cui Murad, che divenne poi sultano nel 1576.

imagesCADH2IYN.jpgimagesCA4VG893.jpgimagesCA1IL3DK.jpgNurbanu ebbe così il titolo di valide sultan (madre del sultano regnante).

Morì avvelenata nel 1587. La sua è una delle figure principali del periodo della storia ottomana denominata “Regno delle donne” in cui l’influenza dell’harem sul sultano fu considerevole.

Nurbanu mantenne rapporti epistolari con Elisabetta I e Caterina de Medici. Commissionò al famoso architetto Sinan una moschea con un complesso di altri edifici.

 

Casanova e i Rosacroce

Giacomo Casanova.jpgimagesCAGSYDHS.jpgGiacomo Casanova nacque a Venezia, in Calle della Commedia (ora Malipiero) dal matrimonio dell’attore Gaetano Giuseppe Giacomo Casanova e la bellissima sedicenne Zanetta, figlia unica di  un calzolaio,Gerolamo Farussi e della moglia Marzia. il 2 Aprile del 1725.  si dice comunque che il vero padre del bambino fosse un nobile che poi si prese cura di lui per molti anni, Michele Grimani.

Il nonno morì subito dopo le nozze della figlia distrutto dal dispiacere di vederla sposata ad un commediante.

Dopo un anno i genitori di Giacomo lo affidarono alle cure della nonna, e partirono per i loro spettacoli in tutta Europa. Nelle sue memorie Casanova racconta di non aver alcuna memoria di sè prima degli otto anni e quattro mesi, quando per la prima volta si sente nato..prima non  esisteva, in qualche modo:Racconta che si trovava addossato ad un angolo della stanza tutto intento a cercar di fermare una abbondante emorragia dal naso, quando la nonna lo fece salire in gondola, ed insieme arrivarono a Murano; qui entrarono in una casupola dove c’èra una vecchia, attorniata da gatti, che prima parlottò con la nonna, si fece consegnare una moneta d’argento e poi lo fece entrare in una grande cassa, raccomandandogli di non fare alcun caso ai rumori che avrebbe sentito ; ed infatti ci furono  strepiti, gemiti, urla, poi la fattucchiera aprì il coperchio della cassa, lo fece scendere, gli fece  mangiare sei confetti di buon sapore, gli massaggiò la nuca con una pomata delicatamente profumata, e lo avvertì che durante la notte sarebbe andata a fargli visita una bellissima signora.

Di tutto questo non avrebbe dovuto fare parola  con nessuno pena la morte. Intanto l’epistassi si era fermata, ed il bambino tornò a casa.

Non si ricordava più delle parole della vecchia quando, durante la notte, venne svegliato da un fruscio, guardò, e gli apparve una bellissima dama che gli sorrideva.

l'alchimia.jpgDa quel giorno Casanova cominciò ad appassionarsi di arti magiche, guarigioni ed alchimia.

imagesCAHEUFBN.jpgStudiò poi a Padova Diritto Pubblico e Diritto Canonico, quindi a Santa Maria della Salute fisica. Tentò prima la carriera ecclesiastica quindi quella militare, ma al ritorno da Costantinopoli abbandonò l’uniforme e fece il suonatore di violino  presso il Teatro San Samuele.

Poi, a ventun anni, incontrò casualmente uno degli uomini più importanti di Venezia, il senatore Matteo Bragadin che uscito da una cena conviviale si contorceva dai dolori nella gondola, probabilmente avvelenato.Casanova Lo soccorse e gli salvò la vita. Da quel momento la sua fama di guaritore si diffuse  a Venezia, e Matteo Bragadin lo adottò, dandogli la possibilità di viaggiare.

Marchesa d'Urfè.jpgAndò quindi a Parigi, e li avvenne l’incontro con una donna straordinaria, la Marchesa d’Urfè.  Conosciuto come guaritore riuscì a guarire la sciatica del marchese La Tour d’Auvergne il quale lo accompagnò a conoscere la marchesa che era sua zia.

imagesCAKOZD5O.jpgSubito  la dama cominciò a parlare di chimica, di alchimia, e gli mostrò la biblioteca che era appartenuta al marito. Il suo autore preferito era Paracelso, Gli fece vedere un manoscitto in cui era contenuta “la grande opera”, cioè formule alchemiche, e glielo donò assieme alla Steganografia dell’Abate Tritemio.Steganografia.gifstegano1.gifimagesCAJJZV21.jpg

Quindi passarono al laboratorio ; gli mostrò una sostanza che teneva sul fuoco da almeno cinque anni: era una polvere di proiezione che doveva servire a mutare in un minuto qualsiasi metallo in oro.

Gli fece vedere l’albero di Diana del famoso Taliamed ( o Maillot) che era una vegetazione artificale formata dalla cristallizzazione dell’argento,e spirito di nitro. Affermò che questo Taliamed  era suo maestro, e nonostante l’eta  non era mai morto, anzi, confermò  ,  lei continuava a ricevere sue lettere, manoscritto della Marchesa d'Urfè.jpgquindi, dopo avergli mostrato un baule pieno di platino, che avrebbe convertito in oro a suo piacere, e sorridendo, gli confessò  di possedere il segreto imagesCAGK7VAX.jpgdella pietra filosofale,

Tornati in biblioteca, la donna trasse da un cofano nero un libro che pose sul tavolo, e Casanova lo aprì e si accorse che era pieno di Pentacoli, qullo di Polifilo (il grande pentacolo di Re Salomone) ed altri.imagesCAD2ZNOM.jpg

alchimista 1.jpgimagesCAC57IEE.jpgCasanova afferma di aver esitato, ma alla fine, proprio dietro l’invito e la sollecitazione della Marchesa, prestò giuramento sull’Ordine dei Rosacroce.

Ecco come e dove egli fu iniziato ai misteri dei Rosacroce, della magia, dell’alchimia, e fu motivo questo di successivi incontri con la marchesa e con il Conte di Saint Germain.