Nel xv secolo il Doge Mocenigo scrisse nel suo testamento: (4 aprile 1423): 3.000 navigli da carico, tra grandi e piccoli, con 17.000 marinai, 300 navi con 8.000 marinai……” voi avete veduto tra galere grosse e sottili ogni anno 45, marinai 11.000″.
Data la necessità di avere sempre pronta una flotta per ogni evenienza, si costruì un certo numero di navi già
Non si vedono navi in sosta, come nel Bacino di San Marco, ma la celebre raffigurazione dell’incisore, sempre esatta per tutte le altre zone della citta, per l’Arsenale non presenta inesattezze, ma una certa qual reticenza, dovuta naturalmente a necessità legata da segreto militare.
Per la costruzioni delle varie parti delle navi la Serenissima aveva costante bisogno di diversi tipi di legno: la
Per l’approvvigionamento del legname la Repubblica potè usufruire della sua espansione in terraferma, e dell’acquisizione dei boschi del Montello e del Cansiglio nelle prealpi venete, e nelle numerose vallate del Cadore.
I boschi venivano curati e controllati, sorvegliati da ” I Provveditori” e “Sovraprovveditori” nominati tra i Patroni dell’Arsenale: la scelta degli alberi da abbattere era compito dei “proti”, e per gli alberi abbattuti venivano piantati nuovi alberi da far crescere: i tronchi venivano fatti scorrere lungo il Piave, fino ad arrivare in laguna.
Le principali navi costruite nell’Arsenale erano di due tipi principali: navi a remi e navi a vela.
Convogli di galere da mercanzie ( mude) erano conosciuti già dal 1200. Le galere erano fornite di due o tre vele triangolari, ma la loro velocità
Un nuovo tipo di nave a remi venne costruito, in gran segretezza, tra il 1526 al 1529, in un apposito reparto dell’Arsenale: denominata “Quinquireme Faustina” la nave era dotata di 200 remi su cinque ordini, aveva una lunghezza di oltre 28 passi (circa 50 metri)ed era armata con trecento tra cannoni ed armi di vario genere.
Nonostante le buone prove date in mare queste navi vennero cancellate dalla produzione perchè troppo costose.
Molte cocche si vedono ormeggiate nel Bacino di San Marco nelle stampe di Jacopo de Babari, una si vede in costruzione all’Arsenale, e nei quadri del Carpaccio si nota spesso un tale tipo di nave che presentava tra l’altro una particolare bellezza costruttiva, una vera architettura sul mare.