Venezia Nascosta

Dalla “Zaffetta” e le cortigiane oneste a Tiziano a Venezia: l’immortalità dell’arte!

Le fantastiche donne di Venezia, e principalmente le cortigiane oneste, furono ispiratrici di capolavori meravigliosi..donne di letteratura, di arte, donne indubbiamente interessanti e colte…che dettero un contributo fondamentale per la riuscita di opere d’arte che continuano ad essere studiate ed ammirate attraverso i secoli..diventando comunque immortali pure loro.

Nella vita di Tiziano Vecellio, bambino prodigio, nato a Pieve di Cadore nel 1480/85, e morto a Venezia il 27 Agosto 1576, queste ed altre donne furono fonte di ispirazione per firmare capolavori assoluti.

Il mitico Tiziano, uomo bello e riservato, sposò dopo anni di convivenza la sua Cecilia, di Perarolo di Cadore, donna pragmatica e bellissima, che gli aveva donato due figli (dopo due gravidanze problematiche), che morì cinque anni dopo il matrimonio, ma che comunque venne immortalata dal suo grande amore nel quadro di Santa Caterina che il pittore dipinse per i Gonzaga.

Anche la figlia, Lavinia, venne ritratta dal padre in altri suoi quadri.

Ma le “cortigiane oneste” figlie di una nobiltà decaduta, ma donne di forte ambizione e cultura, furono le modelle preferite del Tiziano: Amico di Pietro l’Aretino e di Pietro Bembo, che di donne se ne intendevano, Tiziano si fece coinvolgere da relazioni provvisorie, come ad esempio Veronica Franco, Pierina la Riccia, Tullia d’Aragona,la ” Zaffetta” (Angela del Moro) a cui affidò l’immagine dell’amor Sacro in uno dei suoi dipinti più belli e carichi di riferimenti esoterici(rosacrociani), mentre, per quanto riguarda l’amor Profano, l’immagine di Proserpina riprendeva le fattezze di Violante Palma(figlia di Iacopo Palma il vecchio) che lo pregò affinchè la ritraesse.

Ed in questo quadro “l’Amor Sacro a l’Amor Profano” (Galleria Borghese a Roma), Tiziano riuscì ad esprimere tutti i suoi orientamenti: allievo del Giorgione ne aveva ereditato anche la sua appartenenza ai Rosacroce, e questo quadro è la summa dei simboli esoterici: Venere, (l’amore sacro, la modella Zaffetta) è nuda, poichè la nudità è simbolo di purezza ed innocenza, vi è solo un lieve velo a coprire il pube, e la sua presenza, unita al rosso del mantello che solo per un tratto avvolge il braccio della figura ( Marsilio Ficino e Pico della Mirandola ritenevano l’estasi sacra pari alla voluttà più intensa) e che ermeticamente il rosso è l’ultimo e più perfetto dei colori ermetici ( gli altri due sono il nero ed il bianco) e simboleggia il Compimento della Grande Opera Alchemica.

Appare evidente che l’ispirazione per questa composizione venne suscitata dal libro, edito da Aldo Manuzio, e scritto, si dice dal monaco Francesco Colonna “Hypnerotomachia Poliphili, conservato presso la biblioteca Marciana a Venezia, e che narra il sogno erotico -spirituale di tale Polifilo, nel quale vennero inserite xilografie di Mantegna, una delle quali rappresenta il sarcofago di Adone , e la disperazione di Venere, che aveva versato il suo sangue puro ed innocente dopo essere stata punta da una spina di rosa, ed un’altra in cui appare Venere che allatta Eros, e Polifilo le bacia il piede, in segno di venerazione.

Ed il quadro di Tiziano si rifà esattamente al sarcofago e al significato esoterico ( la puntura di una rosa (rosacroce) , ed alle immagini di Proserpina (amor profano, vestita di tutto punto, per cui costretta a nascondere la propria purezza) e l’amore sacro, in cui la purezza vera si esprime proprio con la nudità.

Essendo il rosso un colore puro, come il giallo ed il blu, il solo colore prossimo all’amore sacro, esso indica semplicità e purezza, doti evidenziate dalla nudità.Perciò il colore rosso indica il più elevato grado ermetico, cioè la trasformazione: l’opera conclusa.

Nel quadro, a rappresentare l’amor profano (Proserpina) ecco che appare il viso di Violante Palma, di cui abbiamo già parlato.

Tutte le nobildonne dell’epoca in Italia ed all’estero volevano farsi ritrarre da Tiziano, tra queste appare l’immagine molto languida ed erotica di, si crede, Eleonora Gonzaga, duchessa, moglie di Francesco Maria della Rovere, ritratta come Venere, e conosciuta come la “Bella di Urbino.

Tiziano, persona schiva, uomo rincorso dalle donne, ed amante delle donne, che faceva parte comunque di un gruppo di persone culturalmente valide, dedite all’arte, antesignane per quanto riguardava la cultura, legate all’ermetismo (come tutti i pittori dell’epoca), che potè immortalare con il suo pennello le donne culturalmente più importanti ed attive di Venezia: cortigiane oneste?..donne all’avanguardia, come all’avanguardia è sempre stata Venezia, Stato, città, repubblica!

Dalla “Zaffetta” e le cortigiane oneste a Tiziano a Venezia: l’immortalità dell’arte!ultima modifica: 2011-06-10T21:22:44+02:00da
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