Venezia come luogo di incontro di varie etnie, porto determinante per tutto il Mediterraneo
La Serenissima, come gran parte delle altre capitali europee fu vittima frequentemente di queste epidemie che portarono addirittura a dimezzare la popolazione.
Opere del Tintoretto, Veronese, Palma il Giovane ecc.
E’ tradizionalmente il fulcro della grande Festa del Redentore che viene celebrata la terza domenica di luglio a memoria del pericolo scampato ad una pestilenza che colpì la città nel 1575.
L’ epidemia provocò circa 50.000 vittime, quasi un veneziano su tre.
Nel settembre del 1576 , quando il male sembrava averla vinta con gli abitanti della Serenissima, il Senato chiese l’aiuto divino facendo voto di realizzare un nuova chiesa intitolata al Redentore.
Nel maggio del 1577 si pose la prima pietra del progetto di Andrea Palladio ( che da 1570 era il Proto della Serenissima, architetto capo della Repubblica veneziana.
Il 20 luglio successivo si festeggiò la fine dell’epidemia con una processione che raggiunse la chiesa attraverso un ponte di barche.
La ricorrenza si celebra ogni anno la terza domenica di luglio, ed è una delle feste più belle per i veneziani, che viene onorata con canti, fuochi arftificiali, ed è di rigore mangiare l’Anara col pien (l’anatra ripiena) seduti sulle barche o sulle gondole, tra luci , luminarie e canti.
Successivamente, a seguito di un’altra epidemia, come ringraziamento della sua fine, venne edificata la Chiesa della Madonna della Salute, ma il problema reale rimaneva, per cui la scaltrezza ed il pragmatismo
Purtroppo ultimamente, per evitare problemi, la maggior parte di questi “abitanti” di Venezia sono stati sterilizzati, per cui la carezza elargita, lo sguardo enigmatico e scrutatore di questi felini diventano sempre più rari….Venezia, la popolazione dei suoi gatti che cala, inevitabilmente, sembra esigere ancora questi “personaggi” silenziosi che per anni hanno donato e continuano a donare una compagnia discreta ed affascinante.