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Ago 2, 2013 - Architettura, Luoghi    6 Comments

Giardini segreti e chiostri silenziosi a Venezia

imagesCAIEQD9B.jpgCà Rezzonico.jpgNascosti da alte mura, segreti ai più, i giardini a Venezia sono oasi meravigliose di verde e di luce. Secondo il resoconto di Francesco Sansovino alla fine del 500 sembrava che a Venezia ci fossero 28 Giardini a Dorsoduro, 29 a Sa, Polo, 39 a San Marco, 46 a Cannaregio e 50 a S. Croce.

Cà Zenobio.jpgIl giardino di Cà Zenobio,a pochi metri dalla Chiesa dei Carmini, appartiene alla congregazione Armena Mechitarista, ed è ora sede della comunità Armena. Si trova a Dorsoduro, nella Fondamenta del Soccorso, al 2596.

Quello di Cà Tron, Palazzo che è oggi sede dell’Università di Architettura, si trova nel sestiere di S. Croce, Cà Tron.jpggiardfini a Venezia.jpga S. Stae, 1957.Entrando nel palazzo ci accoglie la tipica pavimentazione veneziana del settecento, con al centro rizzo patarol.jpguna vera da pozzo gotica.

Il giardino è tipico dei giardini veneziani dal 1500 in poi.

Anche il palazzo di Cà Rezzonico, ora sede del Museo del Settecento veneziano ci accoglie con un giardino straordinario, e si trova a pochi minuti da Campo S. Margherita, a Dorsoduro, si raggiunge a piedi da Campo S. Cà Rezzonico.jpgCà Rezzonico 2.jpgBarnaba proseguendo per la fondamenta Rezzonico e si trova appunto a San Barnaba, al 3136.

Casino degli Spiriti del complesso Palazzo contarini.jpgContarini.jpgAltro Palazzo, altro giardino Contarini Dal Zaffo. Questo è uno dei giardini monumentali più rinomati di Venezia. Si specchia sulle acque della laguna nord, e si trova a Cannaregio, Fondamenta Gasparo Contarini: facile raggiungerlo a piedi da Campo S. Fosca. Del complesso del Palazzo fa parte  il Casin degli Spiriti, vicino alla Fondamenta della Misericordia….e l’Isola di S. Michele,  non molto distante nella laguna.

Padiglione Venezia. giardini.jpgPalazzo Contarini9.jpgcontarini-dalla-porta-di-ferro_0t.jpgIl giardino di Cà Morosini del Giardin è gestito da suore domenicane, e lo trovate sempre a Cannaregio, Calle Valmarana al 4629. Da Campo SS. apostoli si prosegue per la Salizzada del Pistor, e poi per la Calle Larga dei Proverbi. Il Palazzo è annoverato tra gli edifici più famosi della città, fu affrescato da Paolo Veronese.

imagesCAYPHGYY.jpgbagolaro papadopoli.jpgParco-Savorgnan.JPGParco Savorgnan,(ora sede dell’Istituto per il Turismo Algarotti) si trova in fondamenta di Cannaregio, a pochi passi dal Ponte delle Guglie e da Palazzo Labia (sede della Rai del Veneto) è uno imagesCA3JF255.jpggiardini pubblici.jpgimagesCADLMXQI.jpgimagesCAWISYNW.jpgimagesCAX8IUDV.jpgdei pochi giardini pubblici di Venezia assieme ai Gardini di Papadopoli ed ai Giardini Reali a San Marco.

Importante e straordinario è il Giardino della Fondazione Querini Stampalia, in Campo S. Maria Formosa, creato e progettato dall’Architetto Scarpa-Querini Stampalia.jpgScarpa.jpgCarlo Scarpa.

 

 

 

 

Con i Giardini voglio citare anche alcuni chiostri conventuali straordinari che si possono visitare a Venezia.

Frari.jpgchostro ss. Trinità.jpgchiostro_trinita_angolo.jpgChiesa dei Frari.jpgQuello della Trinità, accanto alla chiesa di S. Maria Gloriosa dei Frari (frati) che nel 1200 iniziarono la sua costruzione nella zona paluidosa che era stata loro donata dal consiglio dei dieci(si occupavano di trascrizioni di libri antichi e di rilegature) in cui era esistente uno stagno chiamato Lago Badoer, che venne così risanato. Nella chiesa erano presenti due chiostri: uno era chiamato della Trinità o “dei Morti”, visto che venivano eseguite sepolture che in seguito, per questioni di igiene vennero abolite, e quello interno, dedicato a S. Antonio.

Dai Frari, proseguendo per Rialto si arriva a S. Marco, si oltrepassa la chiostro di S. Apollonia.jpgchiostro S. Apolllonia.jpgBasilica sulla sinistra, e si passa sul Ponte della Canonica, da cui si gode una splendida inquadratura del Ponte dei Sospiri, e ci troviamo di fronte all’ingresso del Chiostro di S. Apollonia, una targa recita: Conoscete voi il Chiostro di S. Apollonia? è un chiostro di pietra vero, con le sue colonnette e con il suo pozzo, un piccolo chiostro segreto, aperto su ordine di colonne assottigliate e accoppiate come le monache quando passeggiano digiune al sole ( da “il Fuoco ” di D’Annunzio).

Il Chiostro fa parte di un convento benedettino fondato tra l’XI ed il XIII secolo. Ora è sede del lapidario marciano e del Museo diocesano d’Arte Sacra.

Ci inoltriamo ora a Castello, dove ci accoglie la facciata imponente della chiesa progettata dal Palladio :S. Francesco della Vigna.jpg120px-Venezia_-_Chiesa_di_S_Francesco_della_Vigna_-_Chiostro.jpg imagesCAI41V3L.jpgS. Francesco della Vigna, dove è sepolto il doge Andrea Gritti

thumb_src_san_francesco_chiostro.jpgS.Francesco della Vigna.jpg180px-Cloitre_San_Francesco_della_Vigna.jpgLa chiesa  è arricchita da opere del Tiepolo, Lombardo, Veronese e Palma il giovane.

Si chiama della vigna perchè i fraticelli (il terreno fu donato ai frati minori di S. Francesco dal figlio del doge Pietro Ziani) coltivavano all’interno del chiostro le vigne, cosa che fanno tutt’ora, curando anche chiostro di S. Francesco della Vigna.jpgun orto e un giardino botanico.

Luoghi di pace, momenti di riposo e tranquillità che si possono trovare a Venezia, luoghi segreti che fanno grande il fascino di questa città, già ricca di bellezze e di opere d’arte.

 

 

Dic 14, 2010 - Alchimia, Esoterismo, Personaggi    9 Comments

Un giorno a Venezia con Giacomo Casanova

Casanova.jpgUn giorno da vivere con Giacomo Casanova, seduttore, studioso, uomo di vasta cultura, di tanti interessi, portato all’alchimia e poi membro della confraternita dei Rosacroce, amico di Giuseppe Balsamo, Conte di Cagliostro, e conoscente ammirato e un pò invidioso del Conte di Saint Germain.

Casanova immagine.jpgUomo che ha cercato dalla vita il piacere, carico di vizi ma anche di risorse per potersi barcamenare tra le varie denunce dell’Inquisizione, che ha passato il Carcere, ne è fuggito, è tornato a Venezia e poi è dovuto fuggire ancora, figlio di due attori, (ma sembra che il padre in effetti fosse un nobile e la madre una bellissima attrice, Giovanna Farussi detta la Buranella).

Palazzo Merati d'Audiffret.jpgChi ne ha letto l’autobiografia conosce benissimo le sue avventure e le sue esperienze di viaggi: ciò che gli piaceva come cibo, vini, donne.

Ecco che allora, in questa giornata partiamo dalle fondamente Nuove, esattamente da Palazzo Merati, , ora d’Audiffret, dove vissero i fratelli e la madre del nostro “scapestrato” seduttore, nato nel 1725.

alcova di Casanova a Palazzo Merati d'Audifnet.pngIn questo ricco appartamento, l’unico ancora rimasto nella zona dove dimorò Casanova dopo aver ricevuto la grazia dal Consiglio della Serenissima, c’è ancora la sua alcova, con il letto a baldacchino e stucchi, testimone delle sue Palazzo Merati.jpglicenziose avventure notturne.

Campo S. Maurizio con Palazzo di Giorgio Baffo.jpgAl mattino probabilmente, dopo essersi alzato, lavato e profumato, (Casanova era molto attento alla propria persona ed al suo aspetto fisico) ecco che usciva ed andava verso Campo S. Maurizio, al Palazzo Bellavite, dove viveva Giorgio Baffo, amico di suo padre, e uno dei più grandi poeti erotici mai conosciuti, che lo iniziò all’idea dei piaceri della vita propabilmente già dalla prima volta che il Giorgio Baffo.jpgRialto.jpgai do Mori.jpgnostro Giacomo, mandato a studiare libro di rime di Giorgio Baffo.jpgil burchiello.jpga Padova, ancora ragazzino, fece con lui il viaggio nel Burchiello (è quella barca che da Venezia, attraverso la Riviera del Brenta, porta a Padova).

Dopo aver conversato, spettegolato e commentato sulle più belle dame veneziane, sui progetti, sulle possibilità di riuscire ad arrivare alla conquista di qualche altro cuore femminile, l’ora di pranzo incalzava, e il nostro Giacomo era anche una buona forchetta, amava mangiare e mangiar bene.

ai do mori a Venezia 3.jpgDove andava? bastava arrivare a Rialto, ed ecco la zona del mercato..subito dopo il bacaro ai do mori.jpgCampo delle Beccarie 2.jpgCampo delle Beccarie.jpgCalle Vallaresso 4.jpgTribunale , vicino al Campo delle Beccarie (dei macellai)nel Sotoportego dei ” Do Mori” un bacaro, dove poteva mangiare deliziosamente, e bere malvasia, aspettando tranquillamente le amanti di turno.

Calle Vallaresso.jpgDopo aver conversato amabilmente, corteggiato e dichiarato amore profondo ed esigente alle donne ammaliate dal suo fascino, ed aver iniziato nuove relazioni, in attesa di consumarle con grande trepidazione e profonda partecipazione, arrivava il momento del gioco, il gioco d’azzardo, che in seguito lo vide come ideatore del gioco del lotto a Parigi: allora bastava raggiungere il ” Ridotto”, così erano definite le case da gioco, dopo le leggi emanate dal Consiglio della Repubblica per regolamentare quella che era un’abitudine dei veneziani, specialmente nobili: ed ecco allora Calle Vallaresso ed il suo ridotto, che poi divenne ed è rimasto Teatro.

Calle Vallaresso 3.jpgQui Casanova si presentava, se nel periodo Carnevalesco ( che andava dal 31 dicembre al martedi’ grasso) coperto da una Calle del Ridotto.jpgCase da gioco a Venezia.jpgbauta, una maschera che copriva completamente il viso, molto gondola coperta.jpgveneziani del 700.jpgbella ed enigmatica, e così acconciato, nel tardo pomeriggio prendeva una gondola e si faceva accompagnare a MUrano: scendeva all’approdo che ora si chiama Fondamenta Venier, dove, proprio di fronte, dalla porticina del muro di cinta del convento usciva M.M. la sua amante suora, con una sua compagna, anch’essa amante del tenebroso Giacomo.

Il Convento era quello di Santa Maria degli Angeli, e la povera suora sicuramente era stata costretta alla vita monastica per motivi ereditari..e qui si consumava una delle gente del 700.jpgPietro Longhi nobili al Ridotto.jpgS. Maria degli Angeli.jpgConvento di S. Maria degli angeli.jpgconvento a Venezia.jpgFondamenta Venier.jpgstorie sentimental-erotiche più importanti di Giacomo Casanova…ora purtroppo quel che resta di questi luoghi è Bauta a Venezia.jpgfatiscente , e rimane ben poco, ma l’atmosfera, il suo modo di essere, di concepire l’innamoramento e l’amore, di vivere appieno la decadenza dei costumi veneziani dell’epoca sono veramente testimonianze affascinanti di un mondo composito e misterioso.

Ott 20, 2009 - Religione a Venezia, Società veneziana    Commenti disabilitati su I Benedettini e Venezia

I Benedettini e Venezia

monaci benedettini 1.jpgLa regola monastica dell’Ordine dei Benedettini ” Ora et labora”influì molto nella fisionomia del convento benedettino nell’epoca medievale. Infatti assommava le caratteristiche del cenobio, della fattoria, del Centro Studi.

Nell’alto Medio Evo, nell’epoca di grandi rivolgimenti politici, militari ed economici, di instabilità ed insicurezza, i monasteri benedettini rappresentavano dei punti fermi, delle isole di sicure dove poteva sopravvivere, oltre ad una tradizione di vita sociale, organizzata (piccole comunità quasi autonome nell’ambito di una vasta organizzazione internazionale) anche quel tanto di cultura, arte e tecnica che la vita monastica presupponeva.

Oltre alla vita monastica gravitava attorno alla vita del convento una piccola comunità fatta di dipendenti che prestavano la Convento di San Giorgio Maggiore 1.jpgloro opera dipendente e organizzata dal Convento stesso, formando dei centri abitati, talvolta di notevole importanza. L’organizzazione conventuale diventava così centro di potere economico ed anche politico.

Precise erano le norme della Regola Benedettina per quanto riguardava l’erezione del convento: il capitolo 66 diceva…” si deve, fin quando si potrà costruire i monasteri in posizione comoda, al fine che si possa avere le cose necessarie, come l’acqua, un mulino, un giardino, una panetteria e altri luoghi che diano possibilità di esercitare delle arti e dei mestieri differenti, in modo che non si sia obbligati ad uscire dalla cinta delle mura”

monaci benedettini.jpgI benedettini, oltre che dei religiosi e degli uomini di studio, erano per vocazione anche costruttori e coltivatori: come uomini di studio erano allora in pratica i detentori della cultura. Essi svilupparono la tradizione costruttiva romana nelle chiese, dove venne rielaborata la struttura basilicale paleocristiana, e venne ripresa la configurazione del “peristilio” della casa romana quale centro di un complesso organismo costruttivo.

Il chostro dei Cipressi a San Giorgio Maggiore a Venezia.jpgchiesa di San Zaccaria a Venezia.jpgConvento di San Giogio Maggiore.jpgEd a Venezia fiorirono i conventi benedettini, legati ed intersecati alla vita comune dei veneziani: il Convento dell’Isola di S. Giorgio Maggiore,( costruito nel 982, poi, dopo il terremoto del 1223 venne rinnovato) S. Giorgio in Alga, San Michele ( questi eretti in piccole isole) mentre altri furono locati proprio nel centro della città come S. Croce, S. Zaccaria, S. Gregorio e S. Lorenzo. Al lido venne edificato il Convento di S. Nicolò.

Convento di San Nicolò.jpgChiostroi di SS. Filppo e Giacono.jpgchiostroemuseo.jpgchiostro di San Michele a Venezia.jpg Quello di S. Nicolò ( 1044)ebbe anche la funzione di avamposto fortificato a protezione della vita cittadina.
Nel 1030 venne costruito un convento di monache benedettine nell’isola di San Secondo, isola a metà percorso del Canale navigabile tra Venezia e la Terraferma ( S. Giuliano). Dopo  l’avvento di Napoleone il convento venne distrutto e l’isoletta Isola convento di San Secondo.jpgridotta nelle dimensioni attuali dall’erosione delle acque fu adibita a fortilizio.

Nel 900 vicinissimo a San chiostro_san_apollonia.jpgMarco venne costruito il Convento dei SS. Filippo e Giacomo, e S. Apollonia, di cui ci rimane il prezioso chiostro, unico esempio del periodo romanico a Venezia e costituisce un prezioso cimelio, ora sede del lapidario.

il parlatorio di San Zaccaria.jpgI benedettini e Venezia, esempio di intreccio tra vita civile e monastica in una città in cui la chiesa faceva parte integrante della vita cittadina in una repubblica essenzialmente laica.