Venezia Nascosta

Venezia: a spasso per il Sestier de Santa Crose

El Vecio Fritolin

Calle della Regina, n° 2262. Oltrepassando il Campo San Cassian in direzione di San Stae, passato il ponte di fronte al Portico della Regina, nome derivato  dal fatto che questi erano i possedimenti di Caterina Cornaro, Regina di Cipro,  esisteva  ed esiste tutt’ora ( anche se è diventato un famoso ristorante) un locale denominato ” el fritolin” l’ultimo rimasto dei veci fritoin della Città.

Una volta a Venezia c’erano molte friggitorie che cucinavano e vendevano il pesce da portare via su dei cartocci di carta, accompagnati da una fumante fetta di polenta gialla.

Successivamente il lavoro dei fritoin venne proibito perchè i camini a fiamma libera venivano considerati pericolosi a causa degli incendi che potevano sprigionarsi.

L’ultimo proprietario del ” fritoin” in Calle della REgina si chiamava Aristide Piccin, e la popolazione lo conosceva  come una persona dal cuore d’oro.

Ai bambini più piccoli, quando entravano nel suo negozio, regalava un cartoccio di pesciolini ( pesseti – zottoli), con l’aggiunta di qualche anello di seppia.

 

 

 

Il cofanetto misterioso

Fondamenta S. Chiara , civ. 495/A.

Un giorno nel 1262 nel Convento di S. Chiara sentirono bussare all’uscio del Monastero. Alla porta c’era un pellegrino uguale a tanti altri che in quel periodo si recavano o tornavano dalla Terra Santa.

I Pellegrini si fermavano a Venezia anche per venerare le sacre reliquie che venivano ospitate in questa città, e l’ospite chiese alle suorine di poter affidare loro, fino al suo ritorno, un cofanetto che conservava, così raccontò lui, un anello preziosissimo.

Le suore furono molto attente nel far fronte all’importante incarico, ma gli anni passarono e nessuno venne a reclamare il cofano. Nel frattempo al Convento la vita continuava, Suorine morivano e novizie arrivavano, ma, straordinariamente capitava che queste suore avessero delle strane visioni di luci splendenti provenienti dalla scatola, e deliziose e struggenti armonie sembravano essere emesse dall’interno di quel misterioso involucro.

Dopo qualche anno di queste esperienze la Madre Badessa decise di aprire lo scrigno per vedere cosa contenesse: vi trovò un chiodo ed una pergamena che spiegava che quel chiodo era uno di quelli che avevavo straziato i piedi di Gesù nella Croce.

Il documento descriveva inoltre il personaggio che aveva affidato tale reliquia alle modeste suore, ed era stato Luigi Re di Francia, travestito da pellegrino e morto crociato a Damietta, poi proclamato Santo.

Da allora il sacro Chiodo è stato venerato nel monastero fino all’anno 1830, per poi essere conservato in un’apposita Cappella nella Chiesa di San Pantalon.

 

 

 

L’antica Hosteria Besseta

Salizzada Cà Zusto, civ. 1395

In questo Sestiere è ubicata ancora l’Antica Hosteria Besseta. Il nome è derivato dalla “besseta” che era una vecchia usuraia residente in questa Calle.

Si narra che la vecchia fosse tanto avida, interessata al denaro ed avara, che il fratello, uomo buono  e completamente diverso da lei, donava una volta alla settimana un pasto ai poveri e a chi ne aveva bisogno, ad un soldo (besso in veneziano). Da qui nacque la denominazione del locale.

 

Venezia: a spasso per il Sestier de Santa Croseultima modifica: 2009-05-19T14:10:00+02:00da
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