Venezia Nascosta

Hypnerotomachia Poliphili, alle basi dell’ Alchimia a Venezia

Uno dei più  importanti libri che fanno  parte del ricco tesoro dei beni della Biblioteca Marciana edito  in due volumi da Aldo Manuzio nel 1499 è Hypnerotomachia Poliphili, corredato da 196 xilografie,la maggior parte opera del Mantegna, e decorato con glifi di Francesco Griffo. E’ uno dei libri base dell’alchimia, in cui, attraverso la storia narrata l’autore cerca di guidare l’alchimista attraverso le varie trasformazioni per raggiungere con successo “l’Opera compiuta”: la pietra filosofale.

L’autore è anonimo, e cercando e desumendo è stato attribuito di volta in volta a Pico della Mirandola, Leon Battista Alberti, Lorenzo de Medici ed infine, grazie ad un acrostico contenuto nel testo, formato dalle iniziali dei 38 capitoli, a Francesco Colonna, una frate della Chiesa di SS. Giovanni e Paolo  (Venezia, 1439 – 1527),

Il racconto descrive il sogno fatto da Polifilo che tratta di un combattimento amoroso. Si tratta della metafora della trasformazione che avviene in Polifilo per tramutare l’amore carnale nella purezza dell’amore platonico.

E’ il percorso che ogni uomo deve fare per avere contatto con se stesso e le proprie capacità di interagire con la spiritualità, con il divino e con il  misterioso.

Ecco che egli descrive la morte di Adone, amato da Venere, ed una xilografia rappresenta il suo sarcofago, particolarmente emblematico: da una parte è rappresentata Venere che viene punta da una rosa, il combattimento di Adone con Marte, la morte di Adone e lo svenimento di Venere.

Dall’altra parte è rappresentata invece Venere seduta che allatta Cupido, il suo piede viene baciato da Polifilo , indice di adorazione. Due frasi sono iscritte sui due lati del sepolcro: ADONIA in riferimento alle feste annuali che Venere dedicava al giovane morto, e IMPURA SUAVIAS, che potrebbe riferirsi alla lettura morale del morto in riferimento all’exemlpum libidinis, che è Adone, in contrasto con il purissimo sangue versato da Venere per quell’amore.

La lettura in chiave neoplatonica ha orientato parte della critica a fare del sarcofago descritto da Colonna un riferimento alla lettura delle scene analoghe rappresentate nel sarcofago dipinto da Tiziano, quello dell’Amor Sacro e dell’Amor Profano.

L’attinenza con le Metamorfosi di Apuleio, nel racconto contenuto, della storia di Amore e Psiche, dove l’unione tra Amore (il corpo) e Psiche (la mente) comporta sofferenze e dolori a Psiche, e le  Metamorfosi di Ovidio è quanto mai evidente.

La metamorfosi quindi prima  dell’uomo e poi degli elementi naturali.

Da qui il riferimento dell’Hypnerotomachia Poliphily e la  Tempesta di Giorgione, rosacrociano (Gallerie dell’Accademia a Venezia),Quadro di cui vi avevo appena accennato,alla simbologia così legata, e  la relazione del quadro con il libro risulta quasi stupefacente .

Vi sono rappresentati tutti gli elementi della natura, in cielo e in terra, e la donna che allatta può essere Iside, Venere, Demetra, Cerere, la Grande Madre insomma, tanti nomi con cui viene definita la dea MyriaYme, che ricorda da vicino Myriam, il nome Maria, sacro per i Cristiani, vergine e madre.

Hypnerotomachia Poliphili, alle basi dell’ Alchimia a Veneziaultima modifica: 2010-07-06T14:36:00+02:00da
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