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Il Redentore a Venezia

la peste a Venezia.jpg
medico_peste.jpgPeste a Venezia 1.jpgpeste.jpg180px-Chiesa_Redentore_sezione_1_Bertotti_Scamozzi_1783.jpgTra il 1575 ed il 1577 vi fu un altro episodio di peste a Venezia. Circa cinquantamila persone ( quasi un terzo della popolazione) morirono a causa di questo terribile morbo.

Chiesa del Redentore.jpgIl 4 settembre del 1576 il Senato della Serenissima decretò di erigere una chiesa intitolata a Cristo Redentore, e la prima pietra fu posta il 3 maggio 1577. IL progetto venne affidato al Palladio, che dal 1570 era ” proto” ovverosia architetto capo della Repubblica di Venezia e  che seguì le direttive dei cappuccini ai quali la futura chiesa venne affidata.

Interno Redentore.jpgredentore.jpgEgli scelse per questa  chiesa posta nell’isola della Giudecca un’architettura rinascimentale, un tentativo insomma di conciliare la chiesa cristiana con tutti gli elementi del tempio classico: Un frontone classico infatti domina la facciata, resa proprio per i canoni di povertà e sobrietà dei cappuccini molto schematica, con materiali poveri cotto e mattoni, rifuggendo da marmi pregiati ed altre decorazioni.

180px-Chiesa_Redentore_pianta_Bertotti_Scamozzi_1783.jpgNel rispetto della griglia funzionale dei cappuccini, per la definizione della planimetria il Palladio si rifà alle strutture termali antiche, specialmente alle Terme di Agrippa come fonte delle sequenze degli Terme di Agrippa.jpgstruttura delle Terme di Agrippa.jpgspazi che si susseguono l’uno all’altro.

E la cupola, che funge da canone per l’intera costruzione, ha il diametro uguale all’ampiezza della scala con i suoi quindici scalini, che simboleggiano la salita al tempio di Gerusalemme.

Il progetto del Palladio, morto nel 1580, fu portato a termine da Antonio da Ponte  Andrea Palladio.jpg180px-Chiesa_Redentore_sezione_2_Bertotti_Scamozzi_1783.jpgnel 1592.

Heintz_Joseph_La_Processione_del_Redentore.jpgBasilica del Redentore.jpgLa ricorrenza del Redentore è una delle feste più sentite dai veneziani. Nella serata  del sabato della terza settimana di luglio viene creato un ponte di barche che collega le Zattere all’Isola della Giudecca,quindi i veneziani salgono sulle barche decorate con fronde e palloncini colorati si radunano nel canale della Giudecca e nel Bacino di San Marco.

Sulle rive illuminate e sui balconi dei palazzi si assiepa una gran folla per assistere a questa festa di suoni e luci  che trionfa con un grande spettacolo Processione del Redentore stampa.jpgPonte di barche per il Redentore.jpgfuochi Redentore.jpgpirotecnico che rinfrangesull’acqua giochi cromatici altamente suggestivi.

I veneziani nelle barche appositamente apparecchiate mangiano l’oca e l’anitra arrosto, quindi attendono il sorgere del sole sulla spiaggia del Lido.

fuochi redentore 1.jpgRedentore a Venezia - festa.jpgRegata di gondole per il Redentore.jpgLa domenica si svolgono le regate di gondole e riti di ringraziamento officiati dal Patriarca. Una festa in cui tutti i veneziani si riconoscono e si ritrovano, per cui…AUGURI A TUTTI !!!!
 

 

Giu 24, 2010 - Leggende, Luoghi, Misteri    13 Comments

L’isola della Donna Vampiro

la donna vampiro.jpgLinea per ragigiungere l'Isola del Lazzaretto Nuovo.jpgSe chi vuol fare un’esperienza diversa, percorre a piedi la Strada Nuova, ed arriva alle Fondamente Nuove, proprio di fronte al Cimitero Monumentale di S. Michele, qui prendendo la linea 13 del vaporetto, scegliendo come fermata a richiesta  l’Isola del Lazzaretto Nuovo, ecco che può sbarcare in un luogo molto particolare, ricco di verde, di siti archeologici, e luogo misterioso dove il 7 marzo dello scorso anno  venne ritrovato il famoso teschio della “donna vampiro”, quello con la mattonella infissa nella bocca ( a cui ho dedicato un mio post).

Posta all’ingresso della laguna, a nord-est di Venezia, e posta proprio di fronte all’isola di S. Erasmo, nell’antichità ebbe una funzione strategica a controllo delle vie acquee verso l’entroterra.

Isola del Lazzaretto Nuovo.jpgSembra che i primi reperti archeologici risalgano all’età del bronzo, tra il 1200 e il 1000 A.C.
Castello est del Lazzaretto Nuovo.jpg
Isola del Lazzaretto nuovo 1.jpgREcentemente sono state rinvenute varie monete raffiguranto Zeus ed Apollo, collocabili tra il 238 ed il 168 A. C. Il primo documento riferentesi all’isola, denominata Vigna Murada, è un atto notarile.

Nel Medio Evo fu proprietà dei Monaci di San Giorgio Maggiore che vi edificarono una chiesa intitolata a San Bartolomeo.

Nel 1468 l’isola divenne un lazzaretto, denominato nuovo, a differenza di quello già esistente, dove venivano inizialmente ricoverati i contagiati da peste conclamata, mentre in quello nuovo si cercava Hospitaler al Lazzaretto Nuovo.jpgL'isola nel secolo XVI-XVII dall'isolario di Antonio visentini.jpgdi attuare un’opera di prevenzione, e l’efficacia delle misure preventive portò ad avere un successo enorme, visto che l’epidemia si concluse due anni prima che negli  altri paesi europei.

Qui venivano ricoverate le navi e gli equipaggi di quelle navi sospette di portare contagio, perchè provenienti da zone contaminate o che trasportavano merci possibili ricettacoli di virus.

Per questo motivo vennero costruiti parecchi edifici, tra cui il Teson Grando, un enorme edificio, che come scrisse il Sansovino nel 1576 era dotato di 100 stanze, e cento camini alla veneziana, ognuno per ogni stanza, poste a ridosso delle mura di cinta, e costruite pozzxo nel lazzaretto nuovo.jpgTeson Grande.jpgtettoie (teze) per la purificazione delle merci, per cui si usavano fumi di erbe aromatiche, quali ginepro e rosmarino.

priore.jpgL’organizzazione faceva capo ad un priore, dipendente dal Magistero della Sanità, dai guardiani, che scortavano i passeggeri delle navi alle camere, e che prendevano nota (sapevano leggere e scrivere) delle varie operazioni di sbarco.

Le merci invece erano trasportate dai “bastazzi” chiamati così perchè trasportavano i pesi (basti), ed erano facilmente riconoscibili per il loro vestiario: casacca, braghe e camicia di tela ruvida, nei colori azzurro cenere o giallino pallido, e larghe bretelle rosse o bianche incrociate sul petto o sulla schiena.

Per ricordare dove riportare le merci “disinfettate” i bastazzi usavano scrivere sulle pareti del Teson Grando sigle ed annotazioni utilizzando un colore rosso bastazzi_tezon.jpgiscrizioni sul muro del Teson.jpgsul muro del teson altre iscrizioni.jpgbrunastro a base di ossido di ferro.

Quando si verificarono le prime morti per peste in quel lazzaretto, divenne una figura presente e considerata di malaugurio di un “medico della peste” (di cui ho gìà raccontato).
Pestilenza dopo pestilenza l’isola divenne un gran cimitero, ed a testimonianza di ciò si ritrovarono migliaia di reperti archeologici, scheletri, teschi, medagliette, monete, murrine.

medico della peste a Venezia.jpgNella epidemia del 1575 morirono cinquantamila persone, e la maggior fosse nell'isola del Lazzaretto nuovo.jpgCampi didattici estivi al Lazzaretto Nuovo.jpgparte vennero sepolte qui, a circa 60 centimetri di profondità dal piano di calpestio, persone povere, ceto medio ed anche nobili. All’epoca la sepoltura nei cimiteri dietro le reperto 1.jpgchiese o nelle chiese venivano operate soltanto per i Nobili morti di cause naturali e non certo per il terribile morbo.

Tutt’ora, per chi volesse passare una vacanza in un luogo strordinario, partecipando a scavi archeologici è possibile aderire a tali iniziative.

La basilica e gli spiriti ”venuti da dovunque”

vista dal ponte.jpgPonte dell'Accademia 1.jpg21 -Madonna della Salute.jpgDal centro del Ponte dell’Accademia si può ammirare la cupola della Chiesa della Madonna della Salute. Fu edificata come ex voto dai veneziani che da 175.000 abitanti si erano ridotti, a causa della peste a 107.000. Venne ordinata dal Doge il 22 ottobre 1630 e costruita da Baldassare Longhena, allievo del Palladio, che completò l’opera inizialmente edificata su un cimitero dove erano sepolti – e non lo si sapeva – cittadini morti di quel terribile morbo.

E’ proprio la costruzione della chiesa della Salute che è legata ad una terrificante e dimostrata ghost story veneziana. Durante i lavori di punto in bianco iniziarono terrificanti apparizioni: bambini che avvicinavano i figli degli operai con l’intenzione di giocare e svanivano di colpo, urla e sussurri nella notte, cani neri che ringhiavano e scomparivano se minacciati e poi suoni metallici, botti sordi, suono di catene trascinate, colpi su pavimenti e porte e versi di animali ringhiosi.

interno.jpgstampa.jpgLe cose peggiorano col tempo con gli operai che venivano disturbati da mani invisibili che levavano loro le coperte o che li afferravano. Di questo problema se ne occupò pure il governo del Doge: il Consiglio dei Dieci stabilì che si trattasse delle anime dei defunti del vecchio cimitero della Trinità in via di abbattimento per far spazio alla Chiesa.

Di punto in bianco le manifestazioni spaventose finirono e iniziò uno strano ronzio che crebbe di giorno in giorno. Dopo quattro giorni, il ronzio si trasformò in un suono inquietante, come due voci, una di uomo e una di donna parlassero assieme pronunciando le stesse parole. I gendarmi mandati dal Doge entrarono nella chiesa in via di abbattimento. Uno di loro chiese: “Chi siete?”. Sono uno spirito venuto da dovunque, il Cielo, l’Inferno, la Terra. Sono stato creato milioni di anni fa; è tutto quello che posso dire“. Il soldato chiese: “Cosa volete?”. Per tutta risposta si levò un un urlo terrificante di milioni di voci e sangue a fiotti cominciò a sgorgare da mura e pavimento della vecchia chiesa compiendo delle scritte che apparivano sui muri: “Per favore aiutaci ad ottenere luce, messe, preghiere”. Tutto scomparve dopo poco.

I soldati iniziarono a scavare e trovarono centinaia di corpi di morti di peste che erano stati frettolosamente sepolti nel vecchio cimitero per 22 -Il medico dellla peste.jpgevitare il diffondersi del morbo. Le ossa di donne, uomini e bambini erano accatastate all’interno di sepolture create per le famiglie più ricche. I corpi furono rimossi e ricollocati, dopo la costruzione della Chiesa della Salute, al centro della Basilica, o almeno così narra la leggenda. 

ponte votivo.jpgLonghena non ebbe la soddisfazione di assistere all’inaugurazione, il 9 novembre 1687, che avvenne quattro anni dopo la sua morte: da allora, ogni anno, per l’anniversario di questo avvenimento (il 21 Novembre) viene costruito un ponte di barche, e la gente veneziana va a pregare in questo santuario costruito proprio come voto a ringraziamento alla Madonna.

Approfitto inoltre per farvi vedere come i medici di allora si cautelassero per ripararsi da questo morbo con una sorte di becco davanti alla bocca, becco riempito da panni impregnati di oli considerati resistenti al morbo e sostanze definite medicamentose, occhiali , guanti e bastone con cui toccavano i malati. Insomma, figure spaventose ma che a questi uomini coraggiosi davano per lo meno una certa tranquillità di non restare infettati.