Venezia Nascosta

Venezia: S. Zaccaria, la Chiesa degli omicidi

Nell’829 S. Magno fondò la chiesa di San Zaccaria a Venezia. L’edificio venne costruito nell’isola chiamata Ombriola, al dilà del Canal Botaro, quale ideale prosecuzione della Basilica di San Marco.

La nascita del tempio avvenne grazie al dono fatto dal Basileus Leone V l’Armeno che inviò il corpo del Santo, padre del Battista, insieme a consistenti emolumenti per costruire accanto anche un monastero benedettino di clausura femminile, nel quale venivano rinchiuse le figlie femmine della nobiltà veneziana allo scopo di preservare intatte le proprietà familiari: Queste monache ebbero fama di condurre una vita libera e licenziose.

Tra la Basilica di San Marco ed il Monastero vi era un orto ( brolo, in veneziano) di proprietà delle monache che ne cedettero una parte per allargare la piazzetta davanti alla Basilica, e da qui sembra nasca la parola italiana imbroglio, in quanto la piazzetta veniva chiamata appunto brolo, e qui si ritrovavano i nobili decaduti, detti Barnabotti, che vendevano i loro voti al Maggior Consiglio, generando quindi imbrogli, accordi, slealtà.

La chiesa venne edificata all’epoca del dogado di Angelo e Giustiniano Partecipazio, e venne consacrata nell’864: in quella occasione fu assassinato il doge Pietro Tradonico.Venne pugnalato. Egli era il 13° Doge, nativo dellIstria. Non sapeva leggere per cui firmava gli atti che venivano emessi “com signum manu”.In quell’occasione vennero anche tonsurati i dogi deposti nei tempi più antichi, per farne dei frati.

Il 28 Maggio 1172 vi trovò la morte, pugnalato  da Marco Casale, anche il doge Vitale II Michiel, vicino ai Cavalieri Templari, assassinato in seguito alla disastrosa spedizione in Oriente nella guerra contro Bisanzio che aveva portato la peste a Venezia. L’ultimo Doge eletto  con l’Assemblea Generale ( o popolare): la situazione estera era critica: Federico il Barbarossa era sceso per sottomettere i liberi comuni, di cui Venezia faceva parte come possedimento esenzialmente bizantino. Nel 1163 il Patriarca di Grado, Ulrico, fu arrestato ed imprigionato, ma per l’intercessione del Papa Alessandro III, ed a seguito del trattato di Pontida, Ulrico venne rimesso in libertà, e potè finalmente astenersi dal dover versare il tributo (di cui abbiamo già parlato) di fornire 12 grossi maiali, 12 grossi pani ed un toro, per il sostegno dei carcerati e del popolo meno abbiente di Venezia, che veniva “versato” l’ultimo giovedì di Carnevale.

Da qui l’espressione ” giovedì grasso” e del detto popolare ” tagliar la testa al toro”, per definire una questione definitivamente conclusa.

Il Corpo di San Zaccaria riposa nella misteriosa ed affascinante cripta, che ha resistito ad un furioso incendio che uccise più di cento monache. Nel 1515 la Chiesa assunse l’aspetto che ha ora, la facciata completamente rifatta dal Codussi, mentre il Campanile, risalente all’XI secolo è rimasto il medesimo.

Dal 1200 e fino a che la Repubblica di Venezia è esistita i Dogi ogni anno, prima il 19 settembre, poi il giorno di Pasqua, andavano con tutta la Signoria in processione al ricchissimo convento delle monache, dove venivano ricevuti ed accompagnati all’altare maggiore per assistere alla messa officiata dal Patriarca.

L’avvenimento era importante perchè in questo modo il dogado dimostrava riconoscenza per il dono ricevuto ( parte del brolo), ma nel contempo l’importante occasione diventava un’opportunità di confronto per le diverse fazioni dei Consiglieri.

Dopo la messa la madre badessa donava al Doge una cuffia bianca, confezionata appunto dalle monache, da mettere sotto il corno dogale.

San Zaccaria fu il Pantheon del Medioevo veneziano: qui riposano otto antichi dogi, i primi della Repubblica.

 

 

Venezia: S. Zaccaria, la Chiesa degli omicidiultima modifica: 2010-03-14T12:28:00+01:00da
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