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Apr 19, 2009 - Architettura, Misteri    7 Comments

Patere e barbacani di Venezia

391962761_e1214f8990.jpgimagesCA8UPBFC.jpg Un consiglio che vorrei offrire a tutti: girate per Venezia con gli occhi alzati, guardate in alto ed avrete delle sorprese bellissime ed affascinanti. Innanzi tutto potrete vedere, a decorazione delle facciate delle case, le patare,  che sono delle formelle di marmo o di pietra d’Istria particolarmente diffuse sulle facciate delle case a Venezia. Se ne può ammirare una bellissima, bizantina, in Corte Amadi ( a Cannaregio), e tante altre distribuite in tutta la città.

A queste si aggiungono le lapidi marmoree, alcune delle quali lapidi funerarie come quella in Campo S. Maria Formosa dedicata ad una coppia di antichi romani residenti nelle isole.
imagesCAAH6SYA.jpgimagesCA86XVP9.jpgAltre, come quelle sulle pareti del Palazzo Ducale, all’ingresso della porta del frumentopalazzoducale.jpg
ammoniscono i pubblici amministratori a non approfittarsi del proprio ruolo per far denaro.

imagesCABCGPY4.jpgUn’altra, molto particolare si trova tra il Sotoportego del vagon e Cà Falieri ai SS. Apostoli, ed in questa lapide vengono indicati imagesCANSANUL.jpgi luoghi dove si puà vendere il pane: si tratta di un leone in moleca (cioè in tondo).

A questi si aggiungono archi per lo più gotici, di squisita fattura ed eleganza, risalenti al 500 circa; uno dei più belli si trova in Calle del Paradiso.250px-Venice_-_Arc_on_the_Ponte_de_Paradiso.jpg

Una struttura architettonica tipica di Venezia sono i barbacani,  consistenti in travature emergenti di legno o di pietra, che sorreggono al livello del primo piano la sporgenza di un edificio rispetto alla calle o il campo sottostante. Così partendo dal primo piano, anche quelli superiori dispongono di una maggiore superficie rispetto al piano terra.

Tutto era regolamentato dalla Repubblica di Venezia, che in questo modo intendeva creare una maggiore viabilità e una maggiore protezione  dei  pedoni e delle attività commerciali, o magazzini che stavano al piano terra, non solo, ma era garantita maggior luminosità e salubrità specie in quelle calli molto anguste.barbacani1.jpg

salva con scritta.jpgAllo scopo venne creato un barbacane campione nella Calle della Madonna a Rialto, fatto in pietra d’Istria, recante l’iscrizione: PER LA IURISDICIOM DI BARBACAN.

250px-Calle_del_Paradiso.jpgUno degli esempi migliori è comunque in Calle del Paradiso vicino a Campo S. Maria Formosa.

Ed in questo campo, proprio alla base del campanile della chiesa appare questa scultura particolarmente inquietante.

imagesCA2IZ5D5.jpg

 

 

Alla ricerca di Marco Polo

Ci sono diverse curiosità affascinanti in questa città dove ogni dettaglio dovrebbe essere osservato, ogni particolare salta all’occhio.

imagesCAUO5G9S.jpgPer cui decidiamo di andare alla ricerca della casa di Marco Polo. Siamo a S. Giovanni Crisostomo, proprio vicino al Ponte di Rialto, sulla destra troviamo un Campiello, delizioso che si affaccia proprio sulla riva del Canale. e proprio osservando la riva si potrebbe assistere ad una scena agghiacciante: il corpo affiorante dall’acqua di Fosco Loredan, e la testa di sua moglie Elena.

Il dramma avvenne nel 1578: il povero Fosco era assai geloso della moglie, ed una sera la rincorse perchè convinto di essere stato tradito dalla donna; in quel mentre giungeva il Doge, Marino Grimani, zio della sposa; egli chiese al Loredan ragione di quella violenza, ma egli ribadì la sua convinzione del tradimento della fanciulla, poi, all’improvviso, con un fendente, decapitò la povera Elena.

Subito dopo, affranto e disperato chiese al Doge quale sarebbe potuto essere il suo castigo.

Grimani gli rispose che doveva immediatamente recarsi a Roma dal Papa, recando con se il corpo e la testa della vittima. Così egli fece, ma il pontefice non volle neppure riceverlo, per cui, disperato e pentito, ritornò a Venezia, andò sul luogo del misfatto e si buttò in acqua, annegando. Ancora adesso si parla di quesi poveri ed infelici fantasmi, destinati a galleggiare l’uno accanto alla testa dell’altra.

Corte Morosina.jpg90px-7989_-_Venezia_-_Campo_Santo_Stefano_-_Palazzo_Morosini_-_Foto_Giovanni_Dall'Orto,_12-Aug-2007.jpgProprio su questo campiello si affaccia la terrazza del Palazzo Morosini caratterizzato sull’arco di ingresso da un rilievo rappresentato da un elmo ed uno scudo, messo li in onore di un giovane cavaliere proveniente dalla Terrasanta, che portava con sè, nell’elsa della sua spada una preziosissima reliquia, si dice un pezzo della Santissima Croce da consegnare al prevosto a Colonia.

Durante il viaggio di ritorno egli aveva conosciuto un Morosini, e con lui strinse un patto di amicizia. Arrivati a Venezia il mercante volle ospitare il giovane nella sua casa, proprio quel palazzo.

Capitò così che il Cavaliere conobbe la sorella del mercante e se ne innamorò, al punto di fermarsi in questa città per qualche tempo. Ma il Morosini lo aveva ingannato perchè la donna non era sua sorella ma la sua amante, per cui una notte fuggirono portando con sè la preziosa spada con la reliquia.

palazzo-morosini-cortile.JPGimagesCAAOEQRW.jpgSi racconta che di notte il cavaliere vagasse gemendo ed urlando disperato per le calli, finchè un giorno furono rinvenuti, nel Campiello Morosini che si trova parallelamente al Campiello del Remer, ma dall’altro lato del Palazzò la corazza e l’elmo,  completamente vuoti.
Ora noi  proseguiamo, oltre al Campiello Morosini, buio e non molto grande, con un selciato in mattoni, al centro una vera da pozzo che porta uno scudo con una zampa di leone per insegna, attorniato da archi di mattoni.imagesCA52PWNG.jpg

imagesCAO56M1J.jpgPassiamo sotto il Primo sottoportego del Milion, e poi anche il Secondo, ed arriviamo alla seconda corte del Milion. La casa di Marco Polo è molto vicina: passiamo sotto l’arco bizantino e ci troviamo di fronte al Teatro Malibran. 391379853_c15fa2fbfd.jpg

il milione.jpgEd è proprio qui, sotto al Teatro che a causa di lavori di ristrutturazione nel 1998 furono effettuati degli scavi sotto il controllo dell’Architetto Luigi Fozzati. Sono stati trovati i resti della casa fondaco del mercante veneziano, con reperti veramente interessanti: agianature lignee di epoca tardo antica ( tra il 650 e il 673). I rerti di ceramica recuperati, dice l’Architetto Laura Anglari, hanno permesso di ampliare le conoscenze Marco Polo.jpgrelative ai rapporti e scambi che Venezia ha casa.jpgavuto nel corso dei secoli.

imagesCANZGLHT.jpgimagesCAHMYT33.jpgTra i manufatti di più antica produzione di Venezia vi sono le stoviglie del XIII e XIV secolo, di particolare interesse è la ceramica invetriata alto medievale. Ma l’oggetto che risvegliato più entusiasmi è stato un bicchiere di vetro viola, rarissimo per colore e per il fatto che un vetro sia arrivato quasi indenne ai giorni nostri.

Palazzo Bembo Boldù con Cronos.jpgPassiamo per il ponte di S. Maria Nova ed ecco che davanti a noi appare il Palazzo Bembo Boldo con sulla facciata una bellissima nicchia del 500 con la scultura esterna forse più affascinante di Venezia: una figura di uomo selvaggio ricoperto di pelo, Chronos, il tempo, o Saturno che reca in mano un disco solare.imagesCAGT5CEJ.jpg

Meravigliosa passeggiata alla ricerca della vita Veneziana (ben poco vissuta in questi luoghi) del simbolo dell’innovazione, della ricerca, del mercante veneziano e di quella Serenissima di cui tutti i Veneziani sono orgogliosi, ma anche attraverso simboli, patare, archi, testimonianze artistiche che i veneziani hanno la fortuna di vedere tutti i giorni, di sfiorare con le dita, di sapere che quella realtà è nei loro geni, nel loro modo di concepire la vita, la democrazia, la repubblica e l’esplorazione, sempre necessaria in tutte le sue espressioni (ricerca, viaggi, scavi archeologici!!) per crescere ed essere cittadini consapevoli di sè e del proprio valore del mondo!

 

 

Mar 13, 2009 - Luoghi, Società veneziana    4 Comments

Ospizi o sale da Concerto a Venezia

imagesCA3PKKX2.jpgCon la denominazione ospizi  sono noti numerosi edifici esistenti a Venezia ed altri invece di cui si ricorda solo l’esistenza; sono complessi edilizi di notevoli dimensioni dall’aspetto anch’essi di istituzione pubbliche per destinazioni varie che mutarono nel tempo, pur rivolgendosi a diverse forme assistenziali.

simbolo Pietà.jpgNon solo la parola Ospizio a Venezia si riferiva a luogo di ricovero e degenza per malattie, ma ebbe un significato di carattere altamente sociale, in quanto questi complessi  rappresentavano luoghi dove gli orfani venivano accolti, soprattutto giovanette bisognose venivano accolte , educate e mantenute dalla spesa pubblica.

imagesCAB34HIJ.jpgCol tempo oltre al carattere assistenziale , tali istituti assunsero  aspetti più nettamente educativi e culturali, specialmente per quanto riguarda l’educazione musicale.

E’ molto difficile immaginare che in edifici seppur grandi, come ad esempio  gli “Incurabili” o i ” Mendicanti”,potessero coesistere  ambienti di degenza per malattie soprattutto infettive, ed educandati  raffinati dove le fanciulle venivano  seguite fino all’età da marito, ambienti dove si tenevano spettacoli o concerti frequentati rio2.jpgdalla miglior società veneziana.

Oltre che allontanare dalle possibili insidie della strada le fanciulle, la pubblica assistenza si occupava anche dei giovani, i quali imagesCAP0QZC0.jpgvenivano avviati ai lavori come garzoni di bottega, arsenalotti, apprendisti, artigiani, fanti o marinai.

L’educazione quindi oltre a tener lontani questi giovani e giovinette dagli adescamenti delle persone poco oneste arricchiva la propria forza lavoro, aiutando così le varie corporazioni ad avere sempre nuovi adepti.

La cura per l’ospitalità e la cura anche dei viaggiatori ebbe inizio fin dai tempi delle crociate, con i frati  ospitalieri..e poi i Cavalieri di Malta.

imagesCAPJDYLT.jpgimagesCA4HCP2E.jpgTra le più antiche istituzioni famoso l’ospizio Orseolo, fondato dal doge Pietro Orseolo  nel 977 a imagesCA4N0Z70.jpgPiazza S. Marco, nel luogo dove attualmente sorge un albergo. Una bellissima documentazione se ne ricava guardando ” La Processione in imagesCA7R17SL.jpgPiazza S. Marco di Gentile Bellini (Gallerie imagesCACY4RGV.jpgdell’Accademia, imagesCAM3OL8S.jpgincufabili Sansovino.jpgVenezia).

imagesCA9VV59T.jpgPoi, in riva degli Schiavoni c’era l’Ospizio Cà di Dio, vicino all’Arsenale,ancora esistente, e diverse volte ricostruito, l’ultima volta nel 1544 su progetto del Sansovino. quindi l’ospedale dei Mendicanti, fondato da religiosi vicino alla Chiesa di SS. Giovanni e Paolo e l’ospizio delle zitelle, dove venivano ospitate solo le ragazze, dette appunto zitelle.

Le finalità educative erano dirette proprio alla musica, per cui questi complessi erano attrezzati con sale idonei a concerti e per questi attrezzate.

Poi c’erano i lazzaretti che erano dislocati nelle isole circostanti, proprio perchè venivano utilizzati durante le epidemie, peste o malattie infettive, compresa la labbra.
Il nome Lazzaretto deriva dal primo ospedale dove veniva curato questo tipo di malattie, S. Maria di Nazareth, chiamato poi nazaretto, quindi lazzaretto.

Comunque Venezia fu sempre molto attenta ad una politica igienico-sanitaria, effettuata tramite un severo controllo degli stranieri, delle navi che attraccavano,mentre l’igiene della città veniva effettuata ripulendo spesso il fondo dei canali i quali, con la loro acqua, ripulivano le case circostanti; c’era poi un severo controllo degli innumerevoli pozzi che portavano acqua nei campi e nelle corti.

imagesCAU61GBY.jpgimagesCACWHD0D.jpgEsisteva il Collegio dei Medici, una sala d’anatomia e un teatro anatomico a S. Giacomo dell’Orio, oltre che una nutrita biblioteca formata da libri riguardanti la medicina e l’anatomia.La scienza a Venezia, la cura della persona e  non solo della malati: una innovazione che fece della serenissima un baluardo della ricerca, della cura e dell’attenzione per le persone e non per le malattie!!

 

 

La vecia del morter

Tradizione o leggenda?

imagesCALJ5IER.jpgimagesCAYH4ZTF.jpgCorreva l’anno 1310. La vecchia Giustina Rossi, donna vedova, povera e con una figlia (Agnese) da mantenere, viveva in una casa che era della Repubblica, proprio sopra il sotoportego del Cappello Nero alle Mercerie Meridionali, vicinissima a Piazza S. Marco.

Un tal Vittore era innamorato corrisposto della figlia, ma i due non potevano sposarsi perchè nessuno dei due aveva un sostentamento, mentre Gualtieri, l’esattore della Repubblica era innamorato di Agnese.

Il 15 Giugno del 1310 appunto, Gualtieri andò dalla vecchia Giustina per farsi pagare l’affitto della misera casa, ma alle suppliche della donna, che si era già venduto tutto quanto  possedeva, rispose minacciandola di chiamare gli Avogadri della Serenissima, ed in questo modo di cacciarla di casa entro il giorno successivo, a meno che Agnese promettesse di sposarlo.

imagesCAOWXFOV.jpgimagesCADY51I5.jpgPoi l’uomo se ne andò lasciando le due donne disperate.  Fuori scoppiò un fortissimo temporale e si udivano suoni di tempesta quando si sentirono urla di uomini, una gran vociare ed una grande confusione.

La povera Giustina, confusa e spaventata, si affacciò alla finestra, ma non si accorse del pesante mortaio di pietra che era posato sul davanzale, e questo cadde giù, colpendo alla testa un soldato armato, ed uccidendolo sul colpo.

imagesCAR10W53.jpgDisperata Giustina abbracciò Agnese e pensò ad un futuro in prigione, alla sua Agnese abbandonata tra le mani del bramoso Gualtieri, e pianse lascrime sconsolate.

Intanto la gente era accorsa a vedere cosa fosse successo, così come i soldati, e dopo un pò Giustina sentì bussare alla porta….tremando andò ad aprire e si trovò davanti il Capitano delle Guardie:

Signora Giustina, le disse, lei ha salvato la Repubblica. Ha ucciso Gualtieri che era l’alfiere degli uomini di Baiamonte Tiepolo, nemico giurato del doge, che voleva assaltare il Palazzo Ducale. (Baiamonte apparteneva alla famiglia dei grandi pittori, ed era un rivoluzionario).

imagesCAOZAV9O.jpgimagesCAC2RBYM.jpgLa vecchia venne quindi accompagnata al Senato, dove il Doge Pietro Gradenigo le abbonò l’affitto della casa dove abitava, e le assegnò una pensione fino a quando fosse vissuta. Quindi le diede lo stendardo di Venezia, facendole promettere di esporlo ogni 15 giugno, a ricordo dello scampato pericolo.

imagesCAXMK0A6.jpgimagesCAOJ4EGO.jpgSe voi andate alle Mercerie, all’estremità meridionale, sopra il primo arco vi è il rilievo della figura di una vecchia con un mortaio. e sotto, sul pavimento, c’è la data.

scultura.jpgAlla Biblioteca Marciana c’è pure una statua che la ritrae.

Feb 23, 2009 - Architettura, Leggende, Luoghi    Commenti disabilitati su particolari…tà di Venezia

particolari…tà di Venezia

Ci sono degli elementi architettonici di Venezia che sono propri tipicamente di questa città e di questo scenario.

camini.jpgcamino veneziano.jpgcamini veneziani incisione.jpgGuardando in alto ecco che si possono vedere i tipici camini, qui infatti il termine camino si riferisce alla parte in muratura posta sopra il tetto, fatta per far uscire i fumi dalla casa.

Il problema più grande per i veneziani era infatti quello di far uscire il fumo senza però far entrare l’umidità, specialmente della nebbia, e la salsedine.

imagesCAMQULZF.jpgimagesCAC3VRO2.jpgimagesCAC75L1C.jpgSi deve tenere poi conto della conformazione di Venezia costituita su 116 isole circondate da 176 rii, con le abitazioni vicinissime le une alle altre e di differente altezza.

Ecco quindi l’esigenza di un marchingegno per estrarre il fumo dall’abitazione ma che doveva anche abbattere le scintille che a volte erano causa di furiosi incendi, (anticamente i tetti delle case erano ricoperti di paglia), e favorire inoltre la circolazione forzata dell’aria all’interno dell’abitazione.

Il suo funzionamento quindi si basava e si basa tutt’ora sull’accorgimento di mettere una tettoietta sulla parte superiore della canna fumaria, in modo da non far entrare la pioggia, e visto che per principio fisico l’aria calda sale, il fumo convogliato nella canna fumaria veniva spinto attraverso buchi laterali di questa canna, e convogliata allo schermo che ne circondava la parte terminale ad uscire superiormente. La forma di questo schermo determinava la forma del camino.

altana.jpgimagesCA6NQ0NF.jpgimagesCA1LTCJP.jpgOcchi sempre per aria, a continuare a guardare i tetti di queste case e palazzi: sopra un’altra sorpresa: piattaforme – terrazze fatte di legno e sostenute da pali, spesso decorate con piante, vasi colorati, fiori: sono le altane, di sapore piacevolmente orientale, osservatori straordinari sulla città

imagesCAAU8UY9.jpgimagesCA8PFNFI.jpgSalendo le scale di una casa veneziana, generalmente buie, si arriva ad una botola, basta aprirla ed ecco che il sole avvolge il fortunato che può affacciarsi a questa “terrazza”, illuminato da questa luce che a Venezia è molto particolare, luce da pittori, luce d’acqua, bagliori iridescenti, e la visuale….da togliere il fiato.

Poi ci si rituffa nelle strade di questa città, chiamate calli: ce ne sono di tutti i tipi, sghembe, larghe, strette, strettissime, tanto che per poter passare bisogna mettersi di lato, ed infine i sotoporteghi, che sono imagesCABZGQCM.jpgimagesCAYONNUB.jpgpassaggi sotto le case, e vanno di calle in calle, o in campiello, in campo, in corte.

imagesCAS2EPOG.jpgIl più famoso a Venezia è forse quello più basso, si trova alla Bragora, nel sestiere di Castello e sulla sua volta è incastonato un cuore di pietra:  a questo è legata una tenera storia, simile a molte altre che si raccontano nelle città di mare

Nella casa sopra il sotoportego viveva un pescatore, Orio. Come ogni sera uscì con la sua barca verso le bocche di Malamocco per gettare le sue reti..arrivato che fu nella zona di pesca il giovanè udì un lamento, ed una soave voce femminile che implorava aiuto.

calle stretta a _V.jpgCalle%20Stretta.jpgSpaventato il giovane  chiese se era una strega caduta in mare, ma all’improvviso dalle onde sorsero due mani e poi un viso incantevole di fanciulla: allora il giovane spostò la rete, ed una splendida coda di sirena si mosse, finalmente libera: la Sirena disse di chiamarsi Melusina.

I due giovani si innamorarono immediatamente l’uno dell’altra, e stabilirono di rivedersi ogni sera, tranne il sabato, per volere di Melusina. Passarono le settimane ed Orio non poteva fare a meno di vedere la sua bella innamorata. Era tanto innamorato che, nonostante il divieto della sirena, il quarto sabato andò, ma non vide la fanciulla. Rimase li in attesa finno a quando lo sciabordio dell’acqua attrasse la sua attenzione, e vide allora una serpe marina. Spaventato si ritrasse, ma la serpe gli parlò con la voce di Melusina e gli raccontò di essere vittima di un maleficio, per cui ogni sabato lei si trasformava in serpente.

imagesCA3AJR1J.jpgPoco dopo i due giovani si sposarono ed ebbero tre figli. La loro vita scorreva felice ed armoniosa, ma un giorno Melusina si ammalò e morì.

Disperato Orio la seppellì in mare, e continuò la sua vita di marinaio.

Ma ogni volta che tornava  trovava la casa in ordine, i figli accuditi, sembrava un miracolo.

Un sabato rientrò prima del solito e vide al centro della cucina una serpe..spaventato prese un’ascia e la uccise.

SOTT.2.jpgimagesCA695J8P.jpgPassarono i giorni e Orio si accorse che la sua casa non era più accudita, così come i suoi tre figli, ed allora si accorse, con orrore, di aver definitivamente ucciso Melusina.

sottoportego alla bragora con il cuore.jpgPer ricordare questa dolce e tragica vicenda un cuore di pietra venne incastrato li dove c’era la casa dei due sfortunati sposi.

 

Feb 1, 2009 - Luoghi, Mestieri    2 Comments

Lo squero di San Trovaso

Squero_di_San_Trovaso.jpg

 

Dal Ponte dei Pugni facciamo pure una deviazione a destra: in cinque minuti di cammino possiamo trovare la Venezia veramente antica nei suoi mestieri, rappresentata dall’ultimo squero di S. Trovaso (lo squero è il cantiere dove si fabbricano le gondole -da squara, l’attrezzo adoperato per costruire le imbarcazioni) che è rimasto tale e quale da quando furono fabbricate le prime, allora colorate e poi, dopo la strage della peste del Cinquecento, rigorosamente nere per lutto.
L’edificio che ospita lo squero ha la forma tipica delle case di montagna. Sia i carpentieri quanto il legname provenivano dal Cadore e  ma anche l’inclinazione del piazzale e la tettoia erano utili in caso di pioggia, oltre che come deposito per gli strumenti di lavoro.
Il tempo di rimanere incantati davanti a quella costruzione antica in legno ed ammirare il paziente lavoro degli operai che costruiscono le gondole.
12 -Lo squero in una stampa antica.jpg
Gen 25, 2009 - Arte e mistero, Luoghi    3 Comments

Il mappamondo di Frà Mauro

mail.jpgCi troviamo ora nel cuore della Venezia turistica, affascinante, orientale, bellissima la punta della dogana, tutta d’oro davanti, la Basilica di S. Marco, un po’ dietro a sinistra, e, dalla parte opposta della piazza, oltre le colonne di Marco e Todaro, guardando la laguna, a sinistra la bellezza del Palazzo Ducale e a destra la Biblioteca Marciana .imagesCAPHH50B.jpg

 

Fornita, ricca bellissima, racchiude in sé un tesoro prezioso,opera del 1446 ( o 1445, come alcuni dicono), Il Mappamondo di Frà Mauro: opera di un monaco camaldolese facente parte del convento di S. Michele , era un esperto di geologia e astrologia. Fu consulente per la Serenissima per quanto riguarda la deviazione del fiume Brenta, che la Repubblica così oculata d esperta di maree era all’avanguardia, si diede, ad un certo punto “all’opera di crear mappamondi”,  per cui disegnò su pergamena questa straordinaria opera.

imagesCA1FC1ND.jpgCome potete vedere si tratta della delineazione delle terre conosciute all’epoca, circondate dall’oceano. Sulla cornice  vi sono quattro cerchi, riempiti da iscrizioni i primi tre, cioè i due sopra ed un sotto a destra, iscrizioni che riguardano il tema geo-siderale, mentre l’ultimo in basso a sinistra rappresenta il paradiso terrestre.mappamondo_terr_m.jpg

Non esistono meridiani o paralleli, ma vi sono i punti cardinali e quelli intermedi, solo che l’orientamento è quello islamico, che all’epoca era usuale: il sud sopra ed il nord sotto. Ecco, questo tesoro di bellezza.

Gen 12, 2009 - Alchimia, Esoterismo, Personaggi    Commenti disabilitati su Il Conte di Saint Germain

Il Conte di Saint Germain

180px-Count_of_St_Germain.jpgE’ la contessa di Vergy che per prima riconosce il Conte di Saint Germain, e gli parla, a Venezia, essendo lei moglie dell’ambasciatore di Francia presso la Serenissima.Sono passati cinquant’anni dal primo incontro, lei ancora bambina e lui adulto, nel 1758.

D’impatto pensa che sia il figlio, tale e quale al padre,  ma il Conte le risponde che non solo è lui, ma che si ricorda benissimo di quell’incontro e all’occasione rievoca tanti piccoli particolari conosciuti solo da loro due.

La contessa, stupefatta, gli dice; ma dovreste avere almeno 100 anni, al che egli risponde; ciò è possibile visto che sono molto più vecchio di quanto non appaia!

Sembra che la sua nascita avvenne in un paesino vicino ad Asti, nel 1698, frutto di una relazione tra la Regina di Spagna, Marie Anne da Neruburg, vedova,  e l’ Almirante di Castilla.

I suoi genitori poterono provvedere a lui, per cui egli , uomo intelligente ed aperto alla Scienza si creò una vastissima cultura, e venne ricevuto dalle più grandi corti Europee, fino ad essere utilizzato da Luigi XV in una missione diplomatica, in Olanda, missione vanificata dal Duca di Choiseul, ministro degli esteri.

Era un uomo versatile, parlava diverse lingue ; il Barone di Gleichem Charles Henry, nella sua cronaca lo descirve come ” uomo di taglia media, assai robusto, vestito con semplicità magnifica e ricercata “, ed aveva fronte spaziosa, occhi penetranti, statura media e forme aggraziate.

Apparso per la prima volta o “rinato ” ( questo tema della rinascita riguarda anche Antonio Casanova, come vedremo in seguito) nel 43, dove si schiera a fianco di Giacomo II Stuart.

Il suo nome, comunque, Conte di Saint Germain, era un omaggio ai Giacobiti, nobili fedeli agli Stuart, che avevano trovato rifugio nel paese di Saint Germain.imagesCAKR1S11.jpg

380px-Louis_XV_France_by_Louis-Michel_van_Loo_002.jpgE’ nel 1706  che comunque ottiene la sua grande notorietà, quando ad un ricevimento tenutosi alla corte di Luigi XV incontra proprio la Contessa di Vergy, ragazzina ed affascinata da questa persona colta, intrigante ed acculturata.

 

Tutto sembra passato, fino a quando non accade questo incontro, sbalorditivo!

 

 

Perché Venezia Nascosta

box_piera.jpgMi presento: mi chiamo Piera Panizzuti, veneziana doc, trasferita in provincia di Vicenza, incantata dal posto dove vivo, ma ancora e sempre innamorata della città dove sono nata, ho studiato e lavorato. Certo qui tutti hanno sentito parlare di Venezia, l’hanno sicuramente visitata,  hanno potuto ammirare Piazza S. Marco con la sua Basilica, copiata in tutto e per tutto da quella di Sofia di Costantinopoli, splendida, intarsiata, carica di mosaici d’oro che raffigurano il trafugamento del corpo di S.Marco da parte di alcuni mercanti veneziani E poi la torre con i mori che battono le ore, i cavalli già trafugati dai Veneziani e poi rubati da Napoleone e quindi restituiti, il Ponte di Rialto, il Canal Grande, il Lido.

027.JPGIl mio piacere vero è nel raccontare quella Venezia che i turisti in genere non conoscono, perché troppo presi, come è giusto, dalla migliaia d’opere d’arte, gallerie e musei che arricchiscono questa città di opere antiche e moderne. Per me è entusiasmante condividere con voi la Venezia sconosciuta, quella che non fa parte del classico giro turistico e che richiederebbe mesi per essere visitata e conosciuta e “scoperta”.

La mia proposta è un percorso alternativo, affascinante, ricco di personaggi ed episodi storici che sono avvenuti nel corso dei secoli: curiosità che hanno reso questa città la porta ideale verso l’Oriente, l’inizio della via della seta e delle spezie, all’avanguardia sempre e comunque per quanto riguarda la convivenza comune con razze e culture diverse, l’apertura mentale, la civiltà, il ruolo delle donne.

Venezia ha sempre avuto un interesse vero verso la civiltà, la giustizia, la saggezza. Ha vissuto secoli di splendori nella consapevolezza del suo ruolo e capace di utilizzare al meglio le capacità diplomatiche dei propri politici e mercanti, nel sapersi relazionare con gli altri comunque, disincantati e disincantando.

Venezia ha dato al mondo musicisti come Vivaldi, Albinoni, Benedetto Marcello, scrittori straordinari come Carlo Goldoni, Giacinto Gallina ed altri scrittori che hanno espresso i caratteri veri di questa gente.. per non parlare di geni del pennello “adottati” come Giorgione e Veronese, e quelli nati qui come i Bellini, il Canaletto, il Tintoretto. Per non parlare di personaggi magici, incredibili e affascinati come Giacomo Casanova.

Insomma: tutti conoscono Venezia, ma in questo blog vi voglio presentare quella nascosta ai più. Grazie per la lettura.

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