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Apr 1, 2009 - Architettura, Luoghi    9 Comments

Scala con vista a Venezia

foto-bovolo.jpgimagesCAJYQSHR.jpgimagesCAAEYLCR.jpgVenendo dall’Accademia per andare a S. Marco, attraversato il ponte di legno, dopo una breve sosta nella chiesa di S. Vidal, per ascoltare un pò di musica, ed aver attraversato Campo S. Stefano inondato di sole, proseguiamo e passiamo il ponte  della Cortesia: subito scesi in  Campo Manin. troviamo sulla destra, quasi nascosta, una piccola calle che ci invita, dopo tanto sole, nella sua ombra confortevole e ci si avvia, e poi ancora sulla destra un’altra piccola calle sembra intrigarci in qualche modo, per cui iniziamo a percorrerla e quasi subito ci appare  uno spettacolo veramente fantastico: ecco emergere in tutta la sua eleganza la Scala Contarini del Bovolo.

E’ uno dei più singolari esempi dell’architettura veneziana di transizione dallo stile gotico, ben radicato nell’architettura locale, a quello rinascimentale.

90px-Rifinitura_del_pilastro.jpg90px-Pilastro_centrale.jpgLa scala detta del bovolo (perchè a chiocciola, bovolo per i veneziani) si sviluppa all’interno di una torre cilindrica, traforata da archeggiature ascendenti.

Alla fine del 400 Contarini fece aggiungere al suo palazzo tardo gotico di S. Paternian un nuovo corpo di fabbrica, allo scopo di ingrandire e  abbellire la casa,  e qualificare visivamente la facciata interna del palazzo prospicente un piccolo cortile un tempo protetto da una cinta muraria.

La sua costruzione è generalmente attribuita al Candì.

90px-Particolare_esterno.jpg90px-Lato_verso_S_Marco.jpgvedutabovolo.jpgbovolo1p.jpg250px-Scala_Contarini_del_Bovolo.jpg90px-Particolare_interno.jpgComunque basta provare l’emozione di salirla e di arrivare, con un’ultima teoria di archeggiature il belvedere a cupola che la copre e dal quale si può ammirare un inconsueto panorama : i tetti di Venezia, i campanili , le case e le chiese e, scintillanti al sole, le cupole di S. Marco.

Alla ricerca di Marco Polo

Ci sono diverse curiosità affascinanti in questa città dove ogni dettaglio dovrebbe essere osservato, ogni particolare salta all’occhio.

imagesCAUO5G9S.jpgPer cui decidiamo di andare alla ricerca della casa di Marco Polo. Siamo a S. Giovanni Crisostomo, proprio vicino al Ponte di Rialto, sulla destra troviamo un Campiello, delizioso che si affaccia proprio sulla riva del Canale. e proprio osservando la riva si potrebbe assistere ad una scena agghiacciante: il corpo affiorante dall’acqua di Fosco Loredan, e la testa di sua moglie Elena.

Il dramma avvenne nel 1578: il povero Fosco era assai geloso della moglie, ed una sera la rincorse perchè convinto di essere stato tradito dalla donna; in quel mentre giungeva il Doge, Marino Grimani, zio della sposa; egli chiese al Loredan ragione di quella violenza, ma egli ribadì la sua convinzione del tradimento della fanciulla, poi, all’improvviso, con un fendente, decapitò la povera Elena.

Subito dopo, affranto e disperato chiese al Doge quale sarebbe potuto essere il suo castigo.

Grimani gli rispose che doveva immediatamente recarsi a Roma dal Papa, recando con se il corpo e la testa della vittima. Così egli fece, ma il pontefice non volle neppure riceverlo, per cui, disperato e pentito, ritornò a Venezia, andò sul luogo del misfatto e si buttò in acqua, annegando. Ancora adesso si parla di quesi poveri ed infelici fantasmi, destinati a galleggiare l’uno accanto alla testa dell’altra.

Corte Morosina.jpg90px-7989_-_Venezia_-_Campo_Santo_Stefano_-_Palazzo_Morosini_-_Foto_Giovanni_Dall'Orto,_12-Aug-2007.jpgProprio su questo campiello si affaccia la terrazza del Palazzo Morosini caratterizzato sull’arco di ingresso da un rilievo rappresentato da un elmo ed uno scudo, messo li in onore di un giovane cavaliere proveniente dalla Terrasanta, che portava con sè, nell’elsa della sua spada una preziosissima reliquia, si dice un pezzo della Santissima Croce da consegnare al prevosto a Colonia.

Durante il viaggio di ritorno egli aveva conosciuto un Morosini, e con lui strinse un patto di amicizia. Arrivati a Venezia il mercante volle ospitare il giovane nella sua casa, proprio quel palazzo.

Capitò così che il Cavaliere conobbe la sorella del mercante e se ne innamorò, al punto di fermarsi in questa città per qualche tempo. Ma il Morosini lo aveva ingannato perchè la donna non era sua sorella ma la sua amante, per cui una notte fuggirono portando con sè la preziosa spada con la reliquia.

palazzo-morosini-cortile.JPGimagesCAAOEQRW.jpgSi racconta che di notte il cavaliere vagasse gemendo ed urlando disperato per le calli, finchè un giorno furono rinvenuti, nel Campiello Morosini che si trova parallelamente al Campiello del Remer, ma dall’altro lato del Palazzò la corazza e l’elmo,  completamente vuoti.
Ora noi  proseguiamo, oltre al Campiello Morosini, buio e non molto grande, con un selciato in mattoni, al centro una vera da pozzo che porta uno scudo con una zampa di leone per insegna, attorniato da archi di mattoni.imagesCA52PWNG.jpg

imagesCAO56M1J.jpgPassiamo sotto il Primo sottoportego del Milion, e poi anche il Secondo, ed arriviamo alla seconda corte del Milion. La casa di Marco Polo è molto vicina: passiamo sotto l’arco bizantino e ci troviamo di fronte al Teatro Malibran. 391379853_c15fa2fbfd.jpg

il milione.jpgEd è proprio qui, sotto al Teatro che a causa di lavori di ristrutturazione nel 1998 furono effettuati degli scavi sotto il controllo dell’Architetto Luigi Fozzati. Sono stati trovati i resti della casa fondaco del mercante veneziano, con reperti veramente interessanti: agianature lignee di epoca tardo antica ( tra il 650 e il 673). I rerti di ceramica recuperati, dice l’Architetto Laura Anglari, hanno permesso di ampliare le conoscenze Marco Polo.jpgrelative ai rapporti e scambi che Venezia ha casa.jpgavuto nel corso dei secoli.

imagesCANZGLHT.jpgimagesCAHMYT33.jpgTra i manufatti di più antica produzione di Venezia vi sono le stoviglie del XIII e XIV secolo, di particolare interesse è la ceramica invetriata alto medievale. Ma l’oggetto che risvegliato più entusiasmi è stato un bicchiere di vetro viola, rarissimo per colore e per il fatto che un vetro sia arrivato quasi indenne ai giorni nostri.

Palazzo Bembo Boldù con Cronos.jpgPassiamo per il ponte di S. Maria Nova ed ecco che davanti a noi appare il Palazzo Bembo Boldo con sulla facciata una bellissima nicchia del 500 con la scultura esterna forse più affascinante di Venezia: una figura di uomo selvaggio ricoperto di pelo, Chronos, il tempo, o Saturno che reca in mano un disco solare.imagesCAGT5CEJ.jpg

Meravigliosa passeggiata alla ricerca della vita Veneziana (ben poco vissuta in questi luoghi) del simbolo dell’innovazione, della ricerca, del mercante veneziano e di quella Serenissima di cui tutti i Veneziani sono orgogliosi, ma anche attraverso simboli, patare, archi, testimonianze artistiche che i veneziani hanno la fortuna di vedere tutti i giorni, di sfiorare con le dita, di sapere che quella realtà è nei loro geni, nel loro modo di concepire la vita, la democrazia, la repubblica e l’esplorazione, sempre necessaria in tutte le sue espressioni (ricerca, viaggi, scavi archeologici!!) per crescere ed essere cittadini consapevoli di sè e del proprio valore del mondo!

 

 

Mar 13, 2009 - Luoghi, Società veneziana    4 Comments

Ospizi o sale da Concerto a Venezia

imagesCA3PKKX2.jpgCon la denominazione ospizi  sono noti numerosi edifici esistenti a Venezia ed altri invece di cui si ricorda solo l’esistenza; sono complessi edilizi di notevoli dimensioni dall’aspetto anch’essi di istituzione pubbliche per destinazioni varie che mutarono nel tempo, pur rivolgendosi a diverse forme assistenziali.

simbolo Pietà.jpgNon solo la parola Ospizio a Venezia si riferiva a luogo di ricovero e degenza per malattie, ma ebbe un significato di carattere altamente sociale, in quanto questi complessi  rappresentavano luoghi dove gli orfani venivano accolti, soprattutto giovanette bisognose venivano accolte , educate e mantenute dalla spesa pubblica.

imagesCAB34HIJ.jpgCol tempo oltre al carattere assistenziale , tali istituti assunsero  aspetti più nettamente educativi e culturali, specialmente per quanto riguarda l’educazione musicale.

E’ molto difficile immaginare che in edifici seppur grandi, come ad esempio  gli “Incurabili” o i ” Mendicanti”,potessero coesistere  ambienti di degenza per malattie soprattutto infettive, ed educandati  raffinati dove le fanciulle venivano  seguite fino all’età da marito, ambienti dove si tenevano spettacoli o concerti frequentati rio2.jpgdalla miglior società veneziana.

Oltre che allontanare dalle possibili insidie della strada le fanciulle, la pubblica assistenza si occupava anche dei giovani, i quali imagesCAP0QZC0.jpgvenivano avviati ai lavori come garzoni di bottega, arsenalotti, apprendisti, artigiani, fanti o marinai.

L’educazione quindi oltre a tener lontani questi giovani e giovinette dagli adescamenti delle persone poco oneste arricchiva la propria forza lavoro, aiutando così le varie corporazioni ad avere sempre nuovi adepti.

La cura per l’ospitalità e la cura anche dei viaggiatori ebbe inizio fin dai tempi delle crociate, con i frati  ospitalieri..e poi i Cavalieri di Malta.

imagesCAPJDYLT.jpgimagesCA4HCP2E.jpgTra le più antiche istituzioni famoso l’ospizio Orseolo, fondato dal doge Pietro Orseolo  nel 977 a imagesCA4N0Z70.jpgPiazza S. Marco, nel luogo dove attualmente sorge un albergo. Una bellissima documentazione se ne ricava guardando ” La Processione in imagesCA7R17SL.jpgPiazza S. Marco di Gentile Bellini (Gallerie imagesCACY4RGV.jpgdell’Accademia, imagesCAM3OL8S.jpgincufabili Sansovino.jpgVenezia).

imagesCA9VV59T.jpgPoi, in riva degli Schiavoni c’era l’Ospizio Cà di Dio, vicino all’Arsenale,ancora esistente, e diverse volte ricostruito, l’ultima volta nel 1544 su progetto del Sansovino. quindi l’ospedale dei Mendicanti, fondato da religiosi vicino alla Chiesa di SS. Giovanni e Paolo e l’ospizio delle zitelle, dove venivano ospitate solo le ragazze, dette appunto zitelle.

Le finalità educative erano dirette proprio alla musica, per cui questi complessi erano attrezzati con sale idonei a concerti e per questi attrezzate.

Poi c’erano i lazzaretti che erano dislocati nelle isole circostanti, proprio perchè venivano utilizzati durante le epidemie, peste o malattie infettive, compresa la labbra.
Il nome Lazzaretto deriva dal primo ospedale dove veniva curato questo tipo di malattie, S. Maria di Nazareth, chiamato poi nazaretto, quindi lazzaretto.

Comunque Venezia fu sempre molto attenta ad una politica igienico-sanitaria, effettuata tramite un severo controllo degli stranieri, delle navi che attraccavano,mentre l’igiene della città veniva effettuata ripulendo spesso il fondo dei canali i quali, con la loro acqua, ripulivano le case circostanti; c’era poi un severo controllo degli innumerevoli pozzi che portavano acqua nei campi e nelle corti.

imagesCAU61GBY.jpgimagesCACWHD0D.jpgEsisteva il Collegio dei Medici, una sala d’anatomia e un teatro anatomico a S. Giacomo dell’Orio, oltre che una nutrita biblioteca formata da libri riguardanti la medicina e l’anatomia.La scienza a Venezia, la cura della persona e  non solo della malati: una innovazione che fece della serenissima un baluardo della ricerca, della cura e dell’attenzione per le persone e non per le malattie!!

 

 

La vecia del morter

Tradizione o leggenda?

imagesCALJ5IER.jpgimagesCAYH4ZTF.jpgCorreva l’anno 1310. La vecchia Giustina Rossi, donna vedova, povera e con una figlia (Agnese) da mantenere, viveva in una casa che era della Repubblica, proprio sopra il sotoportego del Cappello Nero alle Mercerie Meridionali, vicinissima a Piazza S. Marco.

Un tal Vittore era innamorato corrisposto della figlia, ma i due non potevano sposarsi perchè nessuno dei due aveva un sostentamento, mentre Gualtieri, l’esattore della Repubblica era innamorato di Agnese.

Il 15 Giugno del 1310 appunto, Gualtieri andò dalla vecchia Giustina per farsi pagare l’affitto della misera casa, ma alle suppliche della donna, che si era già venduto tutto quanto  possedeva, rispose minacciandola di chiamare gli Avogadri della Serenissima, ed in questo modo di cacciarla di casa entro il giorno successivo, a meno che Agnese promettesse di sposarlo.

imagesCAOWXFOV.jpgimagesCADY51I5.jpgPoi l’uomo se ne andò lasciando le due donne disperate.  Fuori scoppiò un fortissimo temporale e si udivano suoni di tempesta quando si sentirono urla di uomini, una gran vociare ed una grande confusione.

La povera Giustina, confusa e spaventata, si affacciò alla finestra, ma non si accorse del pesante mortaio di pietra che era posato sul davanzale, e questo cadde giù, colpendo alla testa un soldato armato, ed uccidendolo sul colpo.

imagesCAR10W53.jpgDisperata Giustina abbracciò Agnese e pensò ad un futuro in prigione, alla sua Agnese abbandonata tra le mani del bramoso Gualtieri, e pianse lascrime sconsolate.

Intanto la gente era accorsa a vedere cosa fosse successo, così come i soldati, e dopo un pò Giustina sentì bussare alla porta….tremando andò ad aprire e si trovò davanti il Capitano delle Guardie:

Signora Giustina, le disse, lei ha salvato la Repubblica. Ha ucciso Gualtieri che era l’alfiere degli uomini di Baiamonte Tiepolo, nemico giurato del doge, che voleva assaltare il Palazzo Ducale. (Baiamonte apparteneva alla famiglia dei grandi pittori, ed era un rivoluzionario).

imagesCAOZAV9O.jpgimagesCAC2RBYM.jpgLa vecchia venne quindi accompagnata al Senato, dove il Doge Pietro Gradenigo le abbonò l’affitto della casa dove abitava, e le assegnò una pensione fino a quando fosse vissuta. Quindi le diede lo stendardo di Venezia, facendole promettere di esporlo ogni 15 giugno, a ricordo dello scampato pericolo.

imagesCAXMK0A6.jpgimagesCAOJ4EGO.jpgSe voi andate alle Mercerie, all’estremità meridionale, sopra il primo arco vi è il rilievo della figura di una vecchia con un mortaio. e sotto, sul pavimento, c’è la data.

scultura.jpgAlla Biblioteca Marciana c’è pure una statua che la ritrae.

Feb 1, 2009 - Luoghi, Mestieri    2 Comments

Lo squero di San Trovaso

Squero_di_San_Trovaso.jpg

 

Dal Ponte dei Pugni facciamo pure una deviazione a destra: in cinque minuti di cammino possiamo trovare la Venezia veramente antica nei suoi mestieri, rappresentata dall’ultimo squero di S. Trovaso (lo squero è il cantiere dove si fabbricano le gondole -da squara, l’attrezzo adoperato per costruire le imbarcazioni) che è rimasto tale e quale da quando furono fabbricate le prime, allora colorate e poi, dopo la strage della peste del Cinquecento, rigorosamente nere per lutto.
L’edificio che ospita lo squero ha la forma tipica delle case di montagna. Sia i carpentieri quanto il legname provenivano dal Cadore e  ma anche l’inclinazione del piazzale e la tettoia erano utili in caso di pioggia, oltre che come deposito per gli strumenti di lavoro.
Il tempo di rimanere incantati davanti a quella costruzione antica in legno ed ammirare il paziente lavoro degli operai che costruiscono le gondole.
12 -Lo squero in una stampa antica.jpg
Gen 25, 2009 - Arte e mistero, Luoghi    3 Comments

Il mappamondo di Frà Mauro

mail.jpgCi troviamo ora nel cuore della Venezia turistica, affascinante, orientale, bellissima la punta della dogana, tutta d’oro davanti, la Basilica di S. Marco, un po’ dietro a sinistra, e, dalla parte opposta della piazza, oltre le colonne di Marco e Todaro, guardando la laguna, a sinistra la bellezza del Palazzo Ducale e a destra la Biblioteca Marciana .imagesCAPHH50B.jpg

 

Fornita, ricca bellissima, racchiude in sé un tesoro prezioso,opera del 1446 ( o 1445, come alcuni dicono), Il Mappamondo di Frà Mauro: opera di un monaco camaldolese facente parte del convento di S. Michele , era un esperto di geologia e astrologia. Fu consulente per la Serenissima per quanto riguarda la deviazione del fiume Brenta, che la Repubblica così oculata d esperta di maree era all’avanguardia, si diede, ad un certo punto “all’opera di crear mappamondi”,  per cui disegnò su pergamena questa straordinaria opera.

imagesCA1FC1ND.jpgCome potete vedere si tratta della delineazione delle terre conosciute all’epoca, circondate dall’oceano. Sulla cornice  vi sono quattro cerchi, riempiti da iscrizioni i primi tre, cioè i due sopra ed un sotto a destra, iscrizioni che riguardano il tema geo-siderale, mentre l’ultimo in basso a sinistra rappresenta il paradiso terrestre.mappamondo_terr_m.jpg

Non esistono meridiani o paralleli, ma vi sono i punti cardinali e quelli intermedi, solo che l’orientamento è quello islamico, che all’epoca era usuale: il sud sopra ed il nord sotto. Ecco, questo tesoro di bellezza.

Perché Venezia Nascosta

box_piera.jpgMi presento: mi chiamo Piera Panizzuti, veneziana doc, trasferita in provincia di Vicenza, incantata dal posto dove vivo, ma ancora e sempre innamorata della città dove sono nata, ho studiato e lavorato. Certo qui tutti hanno sentito parlare di Venezia, l’hanno sicuramente visitata,  hanno potuto ammirare Piazza S. Marco con la sua Basilica, copiata in tutto e per tutto da quella di Sofia di Costantinopoli, splendida, intarsiata, carica di mosaici d’oro che raffigurano il trafugamento del corpo di S.Marco da parte di alcuni mercanti veneziani E poi la torre con i mori che battono le ore, i cavalli già trafugati dai Veneziani e poi rubati da Napoleone e quindi restituiti, il Ponte di Rialto, il Canal Grande, il Lido.

027.JPGIl mio piacere vero è nel raccontare quella Venezia che i turisti in genere non conoscono, perché troppo presi, come è giusto, dalla migliaia d’opere d’arte, gallerie e musei che arricchiscono questa città di opere antiche e moderne. Per me è entusiasmante condividere con voi la Venezia sconosciuta, quella che non fa parte del classico giro turistico e che richiederebbe mesi per essere visitata e conosciuta e “scoperta”.

La mia proposta è un percorso alternativo, affascinante, ricco di personaggi ed episodi storici che sono avvenuti nel corso dei secoli: curiosità che hanno reso questa città la porta ideale verso l’Oriente, l’inizio della via della seta e delle spezie, all’avanguardia sempre e comunque per quanto riguarda la convivenza comune con razze e culture diverse, l’apertura mentale, la civiltà, il ruolo delle donne.

Venezia ha sempre avuto un interesse vero verso la civiltà, la giustizia, la saggezza. Ha vissuto secoli di splendori nella consapevolezza del suo ruolo e capace di utilizzare al meglio le capacità diplomatiche dei propri politici e mercanti, nel sapersi relazionare con gli altri comunque, disincantati e disincantando.

Venezia ha dato al mondo musicisti come Vivaldi, Albinoni, Benedetto Marcello, scrittori straordinari come Carlo Goldoni, Giacinto Gallina ed altri scrittori che hanno espresso i caratteri veri di questa gente.. per non parlare di geni del pennello “adottati” come Giorgione e Veronese, e quelli nati qui come i Bellini, il Canaletto, il Tintoretto. Per non parlare di personaggi magici, incredibili e affascinati come Giacomo Casanova.

Insomma: tutti conoscono Venezia, ma in questo blog vi voglio presentare quella nascosta ai più. Grazie per la lettura.

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